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BRASILE: terra di trans!- Capitolo 5- Ultime ore in hotel e poi il mio ultimo cazzo in terra brasiliana


di Strapps
06.01.2022    |    923    |    0 8.0
"Certe volte si riposavano pure, come ho detto, ma era solo per poco, le casse di energy drink finirono presto e Ursy ne ordinò altrettante, non potevo..."
Dopo qualche minuto arrivarono dei ponyexpress con delle scatole per noi. Fummo costretti ad aprire nudi, coi soldi in mano mentre le due perfide padrone ci deridevano dal divano. Le casse poi erano diverse e i due pony ci guardavano allibiti e increduli, per fortuna erano filippini e non capivano niente di cosa dicevano le trans e della situazione assurda a cui stavano assistendo. Noi due cercammo di fare il più in fretta possibile, ma era ridicolo ed umiliante prendere quelle scatole, nudi, con dei collari al collo e catene mentre delle transex nude ridevano come pazze. Lasciammo una grossa mancia e i due pony se ne andarono. C'erano 4 casse di Redbull e poi 2 di bottiglie di rum, altre erano piene di frutta e salatini. Ursy ci ordinò di preparare i cocktail mostrandoci la giusta miscela fra energizzante e rum e disse che ogni errore sarebbe stato duramente punito. Ci mollò due schiaffi a testa e ci ordinò di iniziare.
Ed iniziammo io e il mio compagno di avventure, l'altro schiavo. E non avremo fatto altro che preparare quei cocktail alle nostre padrone. Per tre giorni. Tre giorni di cocktail di cazzi in bocca, in culo, di loro ubriache e mai dome, sempre pronte a ballare, ridere, sculacciarci, schiaffeggiarci, obbligarci a fare loro lunghi pompini e poi essere posseduti da loro, fra schiaffi, sputi, ingiurie.
Dormivamo sotto il letto padronale, uno per lato vicino al comò. Che poi dormire: loro erano sempre ubriache ed eccitate dalla Redbull consumata a fiumi assieme al rum. Si riposavano appena qualche minuto poi riprendevano a bere e i loro cazzi tornavano duri. Io e lo schiavo ci davamo da fare a spompinare, succhiare, baciare. Poi Ramona mi afferrava per i capelli e mi trascinava alla tazza del cesso, mi ficcava la testa dentro e poi pisciava su di me.
Ursy era aggressiva e violenta. Amava riempirci di schiaffi e sculaccioni, certe volte eravamo costretti a stare in ginocchio per terra, la faccia sula pavimento, il culo ben esposto in aria, loro nude che ballavano ubriache, eccitate e rese insensibili alla fatica dalle lattine consumate, ci rimepivano di sculaccioni arrossendo in nosti culi bianchi, quindi quando erano belli rossi per via dei loro colpi si piazzavano dietro di noi e ci scopavano premendoci per i fianchi e massacrandoci con i loro grosso cazzi. Ramona mi piantava la sua bestia nera nel culo ed iniziava a fottermi, il dolore iniziale spariva subito per lasciare il posto al piacere di essere posseduto da quella transex muscolosa e dotata. Ursy mentre eravamo a terra e scopati dalle nostre padrone ci ordinava di baciarci e toccarci. Così mi ritrovai a leccare e toccare quel servo sconosciuto ma col quale, da diverse ore, condividevo aria, cazzi, leccate, sborra, piscia, sudore. Ci baciavamo ma eravamo presi dal piacere di essere scopati dalle nostre trans brasiliane.
Certe volte si riposavano pure, come ho detto, ma era solo per poco, le casse di energy drink finirono presto e Ursy ne ordinò altrettante, non potevo crederci, ma quelle due continuavano a bere senza fermarsi rum e bevande eccitanti. Appena si erano riposate un attimo sul letto padronale mentre noi schiavi riprendevamo fiato nei giacigli a loro fianco, si ridestavano ordinavano un altro cocktail e riprendeva il tutto. Dopo che Ursy ebbe finito il suo venne da me che ero ancora seduto per terra a fianco della mia padrona Romona. “Voglio usare la bocca della tua troietta qua..” fece. “Accomodati pure cara” rispose Ramona. Allora Ursy mi fece posizionare con le gambe incrociate per terra e mi afferrò per la testa, era ubriaca e fatta di energizzante, aveva occhi pallati e rossi, ma il suo cazzo era già pronto per essere soddisfatto. Senza tante presentazioni me lo ficcò in gola e prese a scoparmi con violenza. Mi teneva i capelli e me lo spingeva dentro. Con forza, con rabbia quasi, facendomi piangere e soffocare, mi spingeva quel suo cazzo bianco tutta infoiata ed eccitata dall'acool e dal resto. Cercavo di contenerla, afferrando le gambe e cercando di resistere al suo assalto, ma lei mi teneva per i capelli e con le gambe mi aveva bloccato le spalle e il petto. Ursy continuò a fottermi in preda alla voglia turpe e crudele, mi teneva la faccia e i capelli, la bocca aperte e piena del suo sesso. Mi scopava in gola e io piangevo e soffocavo sotto i suoi colpi, ma alla fine venne dentro la mia bocca, non so quante volte erano venute lei e Ramona durante quelle convulse e lunghe ore, nelle nostre bocche e nei culi, ma anche quella volta la sborra calda mi riempì la gola. La padrona mi mollò e finii contro il muro a riprendere fiato e singhiozzare per lo sforzo. La padrona mi mollò uno schiaffò: “Ti è piaciuto è troia?”
annuii sconvolto.
Io e l'altro compagno di avventure bevevamo solo acqua e ci nutrivamo a barrette energetiche e salatini, avevamo il culo in fiamme, l'ano devastato e in corpo la sborra calda delle nostre due padrone. Ci concessero un paio d'ore per riprendere fiato mentre loro riposavano sul lettone. Quando mi ripresi erano le otto della sera. Fra 6 ore avevo il volo per l'Italia. Lo comunicai a Ramona dicendo che forse era meglio che rientrassi. Lei mi tirò uno schiaffo in faccia. “Decido io quando potrai andare via. Intanto raduna i tuoi stracci e dammi biglietto e passaporto”
“Ma come Ramona io devo
Ramona mi mollò un altro schiaffo: “Ho detto di darmi i tuoi documenti o vuoi che ti riempia di schiaffi e me li prenda comunque?” le sue mani robuste erano a pochi centimetri dal mio volto, le sue braccia enormi e muscolose mi minacciavano ma avevo paura di quello che aveva in mente. Mi voltai per obbedire e lei mi tirò un calcio facendomi volare nella stanza. Una volta avuti i documenti se li mise in borsa.
“Prima di andare tu scendi e paghi il conto della camera e poi mi riempi la scheda telefonica e postpay con dei soldi, intesi?”
“Ok, Ramona ma guarda che io
altro schiaffo. “Non voglio sentire le tue parole. Vestiti, scendi e fai quanto detto, poi torna qui di corsa.”
Mi rivestii e dopo chissà quante ore uscii dalla stanza, ero spossato e felice. Pagai la stanza e misi i soldi sui conti di Ramona. Mi era costata una fortuna quella troia, ma non avrei mai dimenticato lei e il suo cazzo. Quando rientrai Ramona controllò il cellulare prima di rivestirsi e chiamare un taxi. Andammo io e lei al mio hotel, dove recuperai Claudio e il resto della mia roba. Anche Claudio era in compagnia di una trans mulatta e dato che mancavano ancora qualche ora alla partenza propose di mangiare qualcosa. Così ci sedemmo ad un caffè. Ma durante il pranzo Ramona mi disse di andare nel bagno delle donne e aspettarla. Così andai subito, per fortuna la toielette era vuota, mi rifugiai in un bagno e attesi, Ramona col suo passo pesante e gli stivali militari aprì la porta ed entrò dentro. Era grossa, spalle grosse, la testa rasata, indossava una coanotta viola come il colore delle sue labbra massicce. Le tette sotto la canatta puntavano su di me. Lei mi ridette passaporto e documenti e poi mi disse: “Ecco il mio saluto speciale per te, troietta. Il souvenir dal Brasile...” e si calò la gonna di jeans e sotto il suo grosso cazzone nero era già pronto. Mi inginocchiai per succhiarlo bene. Lo presi in bocca e lo adorai, bello grosso e potente, leccai la cappella e poi come una troia la ingoiai e presi a spompinare Ramona che mise una mano sulla mia testa e si godette il mio lavoro.
Mi esplose in bocca come altre volte poche ore prima, il mio ultimo cazzo in terra brasiliana! Quando uscimmo una donna ci vide inorridita, io ancora in faccia i segni della sborrata, Ramona, alta, grossa, sotto la gonna il cazzo ancora non tornato a riposo, mi dette un bacio in bocca mentre la donna scappava via.
Il volo per Milano mi riportò ai miei figlie e alla mia famiglia.

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