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PRIGIONE TRANSEX II - CAPITOLO 2


di Strapps
08.06.2022    |    4.868    |    0 7.1
"Lei era indifferente alla mia sorte..."
Capitolo 2

Mi sistemai accanto alla porta della cella stanco e disorientato. Dal resto della prigione provenivano suoni di ogni tipo: grida, risate, musica, colpi di fruste, brindisi e tutto quanto. Non osavo muovermi da dove mi trovavo ovviamente e sperai di addormentarmi presto.
Fui svegliato da un colpo sul culo e poi altri sulla schiena:
“Sveglia Novizio!” urlavano due transex vestite come delle dominatrici con lattex nero e cappelli militari in testa. Erano piuttosto basse di statura nonostante i tacchi alti. Mi tirai su con le lacrime agli occhi. Entrambe avevano in mano delle bottiglie di champagne e nell'altra una catena che terminava al collo di due uomini nudi con gli anelli al naso. Erano legati anche alle mani dietro.
“Sei il nuovo compagno di cella di Trix?” mi chiese una rifilandomi uno schiaffo.
“Sì”
“Ok, bene.” e tirò fuori l'uccello, era piuttosto grosso e gonfio, ebbi paura, ma la transex mi piasciò addosso imitata dall'amica. Quando ebbero finito dettero uno strattone agli schiavi e li condussero via, quando passarono davanti a me notai che avevano dei falli conficcati nel culo dai quali spuntavano delle lunghe code. Mi rimisi a terra, nel piscio delle transex e mi riaddormentai.
Il mattino dopo fui svegliato da una transex e dalla sua urina sul mio collo.
“Oh, è sveglio il novizio del cazzo...bene...non sai quanto mi piace questa cosa che puoi pisciare addosso al primo stronzo che ha la fascia rossa...ah...sono qui sa solo 2 settimane ma mi sento a casa...”
era una transex alta, con il volto molto mascolino fortemente truccato, aveva lunghi capelli viola e indossava una tuta gialla e rosa che le fasciava il corpo tirato, aveva poco seno e una voce profonda. Finì di pisciarmi addosso e poi mi afferrò i capelli: “Avanti lecca e pulisci troia!”
“..io..
mi rifilò un altro schiaffo e mi tirò i capelli spingendovi verso il suo cazzo nero e scappellato sul quale c'erano ancora tracce di urina. Non sapevo cosa fare. Lei mi colpì ancora. Poi la porta della cella si aprì e sbucò Trix: “Cazzo sei tu?”
“Oh, Joanna piacere...mi hanno detto che tu sei Trix una che conta qua dentro…
“Puoi dirlo forte, Joanna, lui è in prova con me...adesso porta quel tuo culo ritto e quel seno piccolo lontano da qui!”
“Ehi, bellezza, come vuoi...non voglio certo problemi…
“Ecco, neppure io.”
Trix mi afferrò per i capelli e mi sbattè in cella con lei. “Fatti una doccia, puttana e poi preparami la colazione. Sbrigati!” e mi rifilò due sganassoni in piena faccia.
“Subito Signora!”
Feci tutto di fretta perché la padrona pareva incazzata. Per fortuna mi concesse di terminare la banana lasciata a metà, mezza fetta di pane col burro e marmellata, due pezzetti di ciambella e mi lasciò anche 3 dita di caffè con panna squisito.
“Ok, troietta. Ieri i piedi...direi benino...ora passiamo a qualcosa di più grosso...” e mi afferrò il collo e mi scaraventò sul letto. Quindi si mise distesa lungo il letto con il petto sulle coperte. “Adesso ti dedichi al mio culo, voglio che lo lecchi, lo adori, lo baci come i piedi ieri e non dimenticare di far correre la tua linguetta nel mio buchetto...avanti baldracca!”
mi fiondai sul suo culone nero, enorme e presi a baciarlo. Era veramente grosso con rigonfiamenti e bozzi, era però anche profumato e sapeva di donna. Provai a scorgere il pacco sotto quella massa di culo nero, ma non lo vidi.
“Avanti troia! Cozzo fai?” e mi colpì più volte sulla testa.
Ripresi a leccare e baciare. Leccavo quella massa di carne e poi baciavo cercando di ripetere i movimenti del giorno prima. Lei mi afferrò i capelli e mi spinse la faccia nel solco del suo culo. “Vuoi darti una mossa troia?” iniziai a leccare il solco: era umido e il profumo di donna si mischiava a quello del sesso, della pelle, del caldo.
“Mi stai stancando troia!” e si alzò sul letto e mi spinse da una parte, quindi mi afferrò il collo e mi mollò un paio di schiaffi pesanti facendomi venire le lacrime agli occhi. Lei era in ginocchio sul letto, mi teneva il collo, era nuda e vidi il suo cazzo nero.
“Adesso ti sistemo io puttana bianca del cazzo! Ti lego al mio culone nero e ti soffoco!” urlò prima di mollarmi altri schiaffi. Si alzò e andò a prendere qualcosa. Tornò con delle fasce nere che si legò in vita, quindi mi ordinò di affondare la mia faccia nelle sue chiappe mentre lei fissava i tiranti per sistemare le fasce in modo che la mia faccia fosse prigioniera del suo culo. Respiravo male, ma respiravo. Avevo la bocca ficcata nel solco del culo della padrona e il naso leggermente fuori. “LECCA!!!”
mi misi a leccare quanto potevo ma non era facile, lei però sembrò apprezzare e si rimise sul letto a guardare la tv. Era sdraiata di pancia ed io ero legato a lei, meglio al suo culo a leccare. Sudavo e soffrivo. Leccavo ma con fatica. Lei era indifferente alla mia sorte. Non so quanto andò avanti quella prova, ma fu terribile, mi scoppiava la testa, respiravo malissimo ed ero coperto di sudore. Alla fine Trix mi liberò e mi concesse una pausa per riprendermi.
“Come leccaculo hai ancora molto da imparare, ma io sono una brava maestra...ti sistemo io...culobianco...adorerai il mio culo come i miei piedi...vero troietta?”
“Sì, Signora.” Dopo volle che gli servissi del cibo. Mi alzai per farlo, ma lei mi fermò: “Voglio i borritos coi fagioli e molto piccanti”, per un attimo mi passò in testa che quella stronza mi volesse giocare un brutto scherzo. Iniziai a preparare i burritos e provai ad eludere al meno il piccante. “Signora mi scusi ma non c'è chily o qualcosa di simile...va bene anche senza Signora?”
“Cazzo dici troia? Vai alla cella accanto, da Munda, lei ha tutto, spicciati!”
Feci quanto ordinato e andai nella cella. Munda era una grossa transex nera che stava guardando la tv sul letto mentre un uomo le stava leccando i piedi e un altro faceva da vassoio umano a suo fianco.
“Scusate Signora…
“E tu chi cazzo sei e cosa fai qui?” urlò quella scalciando in faccia lo schiavo che le leccava i piedi.
“Mi perdoni signora...io...sono...lo schiavo di Trix e vengo per
“Ah, ok, non ti avevo ancora visto in giro. Ok, cazzo vuoi?”
“La mia Signora chiedeva se puoi darle del chily o qualcosa di piccante…
“Certo, prendi quello che ti serve e levati dal cazzo, idiota!”
“Sì signora, subito signora..
Arraffai del rafano e del chily e tornai a cucinare, i burritos vennero buoni, con carne in scatola e fagioli, la padrona apprezzò e mi lasciò finire i suoi avanzi.
“Ok, ora voglio divertirmi...prendi le fasce e legati come prima…
“Signora posso chiederle di usare una sola fascia? Solo sul collo magari, giuro che non mi muoverò dal suo solco padronale, Signora...ma almeno potrei respirare e servirla meglio…
“Um, sei bravo con le parole, culobianco...scommetto che hai studiato...io a scuola non ci sono manco andata, ma eccoci qui..Io comando e ordino e ho potere di vita e di morte su di te, tu invece...Tu sei il mio schiavo di cella...Ah ah ah!… però voglio accogliere le tue richieste: solo una fascia, benestante”Grazie Signora!”
“Ma prima di iniziare infilerò un nuovo plug nel tuo culetto”
E prese infatti un plug diverso da quello del giorno prima, più largo e un poco più lungo. Me lo fece leccare, ci sputò poi sopra un paio di volte e me lo infilò nel culo. Quindi fui legato come prima al suo culo, ma con una sola fascia, potevo respirare e leccare meglio. Mi detti da fare a leccare il solco delle chiappe della padrona mentre lei rimaneva distesa sul letto a guardare la tv. Leccai a lungo singendomi anche verso il basso, verso lo scroto con le palle della transex, ma lei preferiva che mi adoperassi sul solco: “Lecca il buco del mio culo nero, brutta troia bianca!” e mi colpiva con una mano senza neppure voltarsi. “Ci sarà tempo per il mio sacchetto delle palle, vedrai leccherai a fondo pure quello...adesso continua a lavorare culobianco!”
Continuai a leccare, ma presto l'effetto dei burritos piccanti si fece sentire e Trix sparò due scoregge potentissime e terrificanti. Iniziai a tossire e piangere assieme, era tremendo, ma non potevo muovermi. Lei mi colpì più volte: “Dove vuoi andare? Ti prenderai tutto stanotte, ho mangiato piccante apposta! AH AH AH!! avanti torna a leccare troia!”
Mi ritrovai col naso sul suo buco nero che odorava di merda e salsa piccante. Non riuscivo a tirare fuori la lingua, mi veniva da vomitare. Lei prese a colpirmi forte sulla testa: “Avanti leccaaaa troia! O ti riempio di botte!”
Presi a leccare piangendo e dopo poco lei replicò le due sgassate ancora più fetide e terrificanti. Presi a tossire, lei si sganciò da me, mi concesse di bere dell'acqua e di riposarmi un attimo. Ma mentre ero disteso sul letto a riprendermi lei sale sopra di me mi afferra il collo e mi ficca la faccia nelle sue chiappe nere e spara ancora due scoregge micidiali. Mi sembra di svenire, ma lei mi molla due schiaffi, quindi si posiziona sopra di me e mi ordina di leccarle il culo. Le sue grosse palle nere penzolano davanti a me e noto il cazzo ancora moscio. Tiro fuori la lingua e torno a leccare, almeno non sono legato a lei. Lecco e bacio, lecco il solco che è pestifero, lecco e bacio e lei prende a sgassarmi in faccia due, tre, quattro, cinque volte, non pare fermarsi, io provo a muovermi, lei mi afferra le gambe e poi si siede col culo sulla mia faccia. “Fermo così stupido!” l'odore è terribile e non respiro. Mi muovo a scatti sperando che si alzi, ma lei resta lì. Mi pare di svenire, ma lei si alza un attimo, mi fa respirare e poi mi piazza ancora due scoregge in faccia e ride soddisfatta.
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