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IL PRIGIONIERO DEL BORDELLO


di Strapps
29.05.2021    |    3.783    |    0 9.0
"Un poco la butto giù quando lei si stacca..."
La sveglia suona come sempre alle 09.59, impossibile disattivarla fino alle 10.06, quindi aspetto con gli occhi chiusi sdraiato sopra le lenzuola. Anche se facessi dei segni alla telecamera posta sopra l'armadio in angolo in modo da inquadrare tutta la piccola stanzetta dove vivo, la sveglia continuerebbe a strillare, Mammie non farebbe certo il favore di fermarla. Forse lo fa per altri “ospiti”, si dice che il 3 non venga neppure svegliato e possa dormire quanto vuole, mi hanno detto che il 5 conosce il modo per fermarla, ma sono voci captate male, leggende della casa più che notizie concrete. Così rimango in attesa sopra il letto, mi tocco le gambe depilate, il petto depilato distrattamente come se non fossi lì, ma ci sono. Quando la sveglia cessa mi alzo, mi pulisco la faccia e mi pettino, indosso pantaloncini rosa senza mutande, le ciabatte a forma di coniglietto rose anche esse e una maglietta nera che non puzza. Mi fermo davanti alla porta in modo tale che Mammie mi veda dalla telecamera, passano lunghi secondi, poi lo scatto elettrico della porta mi annuncia che posso uscire. In corridoio trovo 4 che indossa una vestaglia verde acqua e sbadiglia. L'odore di uova e bacon invade l'appartamento. Seguo il culo dritto di 4 fino in cucina dove 2 e 1 già siedono a tavola, faccio un segno della mano. 2 è una ragazza dai tratti asiatici molto giovanili, 1 è sua sorella mulatta(ho sentito una volta nelle docce da 3 e 5 che parlavano una volta che ero in attesa del mio turno) ma più che lo osservavo più mi pareva quasi impossibile. Mammie ci salutò e noi rispondemmo con “Buongiorno Mammie, dormite bene?” in coro, anche se 2 mi sembra non apra neppure la bocca per fingere. Mammie ci risponde snocciolando i suoi malanni di schiena e di cervicale, in coro le auguriamo che la prossima notte possa dormire meglio. Lei non ringrazia, ci obbliga a rispondere sempre a quel modo. Parlare fra di noi ospiti è vietato. Certe volte proviamo con sguardi e cenni delle dita, ma Mammie è sempre vigile e se vede qualcosa che non le torna ci colpisce con le sue grosse mani callose o minaccia di prendere la cinghia. Mammie è un donnone sulla sessantina, nera, grassa con rotoli di pancia nascosti sotto lunghi abiti scuri, ama invece far intravedere il suo petto sfatto spesso nudo sotto i vestiti, ma in genere tiene chiusi i vestiti anche sul davanti. Ci serve la colazione abbondante come sempre e alla fine anche la seconda tazza di caffè se ci siamo comportati bene, mangiando in silenzio e senza alzare lo sguardo dal piatto. Oggi si siede accanto a 2, è il triplo della ragazza, il volto di Mammie struccato, le profonde rughe attorno agli occhi, alla bocca, il mento grosso, le labbra carnose molto rugose e nere, i capelli in disordine. Riempe la tazza di 1(ha un debole per lei, ci scommetto)e le fa le treccine. Parla piano rivolgendosi a tutti. Non attende nessuna risposta, quando abbiamo finito ci ordina di tornare nelle nostre stanze. Solo 1 rimane lì al tavolo, Mammie le carezza i capelli e le offre una ciambella di riso, sentiamo mentre ognuno di noi torna nella sua stanza, la porta si chiude in maniera definitiva.
Rifaccio il letto, le lenzuola mi sembrano andare, raccolgo i kleenx sporchi sparsi per la camera e sistemo le poche cose che si trovano nella stanza. È ancora presto e accendo la radiolina per sentire il mio programma mattutino preferito. Apro la portafinestra e vado sul terrazzino. C'è un bel sole, sarà una giornata calda anche oggi. Il terrazzino è alto fino alle mie spalle, dei mattoni grigi e marroni tirati su alla meglio. Sopra una grata di metallo fa da cella. Guardo giù in strada attraverso la grata. So che siamo al 4 piano: chi oserebbe saltare da lì e spiaccicarsi nella strada spesso piena di auto?
Mi godo il sole della mattina ascoltando la radio, mi accendo un joint di erba preparato da 3 e aspetto.
Verso le 11 mi preparo. Mi pulisco con l'acqua tiepida, mi passo la crema idratante su tutto il corpo, mi metto il gel nel culo e poi mi lavo a fondo denti. Passo anche il colluttorio che usano i clienti, Mammie una volta mi ha visto farlo e mi ha dato un paio di schiaffi, ma poi ha detto che potevo farlo, basta che non lo consumassi troppo in fretta.
Mi siedo sul letto a sfogliare una rivista e aspetto.
Alle 12 arriva il primo cliente. Mommie mi ordina di preparami e dopo poco un poliziotto transex di classe D entra nella mia stanza dopo che la porta elettronica si è aperta di scatto. Mi alzo in piedi, sono nudo a parte le mutandine rosa e la saluto.
“Ciao, come va?” chiede, ma non è interessata alla mia risposta, si slaccia il cinturone col manganello e lo getta sulla sedia di pelle rossa senza degnarmi di uno sguardo. È già passata altre volte, è una spilungona coi capelli rossi, indossa la sua divisa da poliziotto transex, ma la camicia è tutta slacciata, deve aver staccato ora dal lavoro. Noto che è molto sudata. Sotto il cappello una massa di capelli ricci arriva fino alle spalle. È ben truccata, la bocca molto rossa e porta un anello su una narice. Quando si toglie anche il cappello sento un odore forte di shampoo alla mela.
“Solo bocca?” chiedo. Ricordo che le altre volte ha scelto questa opzione.
“Sì” e avanza verso di me. Mi tocca il petto(non potrebbe per quello che ha pagato, ma io lascio fare, Mammie è d'accordo)e poi mi prende la nuca e mi tocca i capelli corti. Ha una mano grossa, dita lunghe e laccate di rosso, mi godo il suo massaggio anche se so cosa aspetta. Chiudo gli occhi e mi godo il profumo dei suoi capelli. Lei continua a toccarmi la nuca con una mano e con l'altra il petto depilato. Quando li riapro lei mi fissa con occhi scuri. Sorride un attimo.
“Preferisce in piedi o sul letto?” chiedo. Lei ci pensa un attimo.
“Meglio qui in piedi...”
Così mi inginocchio davanti a lei, sul tappeto soffice e nero e le slaccio i pantaloni. Li faccio cadere sul tappeto, lei non si muove forse va di fretta. Calo le sue mutandine verdi. L'odore di cazzo e di piscia mi colpisce subito le narici, ma ci sono abituato. Il suo cazzo è molto fine ma lungo, depilato. Le tocco le palle leggermente, mi sembra di ricordare che le piacesse, lei chiude gli occhi e torna a toccarmi la nuca. Le tocco anche il cazzo che si sta alzando.
“Con extra?” chiedo.
“Sì troietta, muoviti e apri quella boccuccia!”
Afferro l'asta con una mano mentre con l'altra continuo a toccarle le palle leggermente. Apro la bocca e inizio a succhiare la cappella. Prima succhio un po' in cima, lentamente, come mi ha insegnato 3, quindi inizio a succhiare oltre la cappella, lungo l'asta. Il cazzo fine della poliziotta si prende bene in bocca, ma sta eccitandosi e presto sarà bello duro. Cerco di sbrigarmi, ma il suo tocco di mano sulla nuca mi piace molto. Succhio il suo cazzo e poi inizio a spompinare su e giù quando sento che è bello duro. Allora mi posiziono con le mani sulle sue lunghe gambe bianche coperte di tatuaggi colorati e le faccio un bocchino andando sempre più veloce. Si succhia bene quel cazzo, ma mi sbatte in gola presto e devo rallentare, lei continua a toccarmi la nuca, forse le piaccio un pochino e magari mi lascerà una mancia. Succhio di nuovo la cappella e poi la bacio tornando a toccarle le palle. Succhio lento in cima cercando di farla venire presto, ma lei si sta godendo quello che ha pagato e dopo un po' che le lavoro la cappella mi fa: “Prendilo tutto dolcezza! Fino in fondo, troietta!” così devo tornare a succhiare fino in fondo. Concentrandomi e ripensando agli insegnamenti di 3 respiro piano e arrivo fino in fondo come ordinato. Lei mi tiene la nuca ma senza spingere troppo, sa che non si può maltrattare una puttana di Mammie (almeno che prima non sia concordato), mi sento tutto il suo lungo uccello in gola, rimango lì, con la bocca piena e la faccia gonfia, gli occhi appena velati di lacrime, poi torno indietro con la bocca e mollo un attimo il cazzo, lo prendo solo con la mano e dalla mia bocca che si ritrae cola un lungo filo di saliva e umori della poliziotta. Il gioco visivo le piace: “Brava troia!” mi dice e poi torno a succhiarle la cappella. Sento che sta per venire e le tocco le palle con maggiore sfregamento. Il suo cazzo fine e lungo sussulata, sta caricando. L'extra prevede che debba ingoiare tutto il carico delle sue palle che sto massaggiando. Mi afferra la nuca con più forza e mi spinge in avanti, per fortuna lo sto tenendo per le palle e non farà gesti strani. Ma subito viene riempiendomi la bocca della prima sborra calda della giornata.
Urla qualcosa che non afferrò concentrato a accogliere la crema densa in bocca. Per fortuna non è molta. Un poco la butto giù quando lei si stacca.
“Ummm non male troietta….”
Mi mette le mani sulla faccia. Apro la bocca per mostrarle il resto dello sperma sulla mia lingua e sulle labbra e aspetto il suo cenno. Lei arretra un poco, si tira su i pantaloni. Mi fissa. Quindi schiocca le dita ed io chiudo la bocca e mando giù quanto è rimasto.
Si riabbottona un po' la camicia, si preoccupa del cinturone col manganello e del cappello. Non mi guarda neppure. Mi alzo e le offro un kleenex, ma neppure risponde. Fa un segno alla telecamera e va alla porta, questa si apre dopo poco. Esce. Io rimango nella stanza. L'odore di lei attorno, in bocca il sapore del suo seme. Niente mancia.
Mi rimetto sul letto, alzo la radio e aspetto il prossimo cliente.
Così mi pago il debito con la gang di Mommie e i suoi scagnozzi. Sono appena le 12 e 20 e fa già molto caldo.
Dalla portafinestra entra aria pesante, ma il condizionatore sarà acceso solo alle 13. fisso il soffitto.
Aspetto il prossimo cliente che entrerà da quella porta.
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