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Miriana e Jessica, sorelle trans – Capitolo 1: Un dolce risveglio


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
07.06.2020    |    8.442    |    0 9.9
"Fu esaudita e i due divennero un essere solo, i loro corpi mescolati in un’unica creatura, metà maschio e metà femmina..."
In questa storia di fantasia, ritornano Miriana e Jessica sorelle trans, già protagoniste del mio precedente racconto (vero) “Le mie avventure con due sorelle trans”.
Per chi volesse leggerlo può trovarlo nella mia pagina e nell’apposita sezione-racconti.
La vicenda parte idealmente dalla conclusione della precedente storia.


Miriana e Jessica sono due sorelle trans brasiliane, rispettivamente di 28 e 26 anni, entrambe molto femminili, snelle, capelli neri lunghi, una 3a abbondante di seno. Vivono insieme a Parigi, e tra loro hanno uno stretto legame, tanto da essere innamorate l’una dell’altra ed amanti, superando ogni tabù e preconcetto morale. Tra loro, nell'intimità, e con i genitori usano spesso gli abbreviativi Miri e Jessi.

Quella mattina Jessica si era svegliata presto. Nel letto accanto a lei c’era, come sempre, la sorella maggiore Miriana completamente nuda. Ne osservò il corpo femminile che pareva perfetto, il movimento del seno che si sollevava ritmicamente con il respiro e la sua dotazione maschile in piena erezione mattutina. Avrebbe desiderato prenderlo e succhiarlo quel cazzo che tanto le piaceva, ma non voleva svegliare la sorella, la quale in quell’attimo si girò sul fianco. Jessica si soffermò con lo sguardo su quel culo, anch’esso perfetto, tondo e sodo, e sospirando, iniziò a masturbarsi piano, menandosi dolcemente il proprio cazzo duro.
Continuò così qualche minuto, poi decise di alzarsi per preparare la colazione.
Mentre era indaffarata in cucina, dopo una ventina di minuti la raggiunse la sorella. Entrambe indossavano solo una vestaglietta leggera aperta, lasciando in evidenza i propri membri sempre semiduri.
Miriana baciò in bocca Jessica, e vedendola pensierosa le disse:
“Buongiorno sorellina, ti sei svegliata presto oggi. Ti vedo pensierosa…”
“Sì Miriana, stavo ripensando a quell’italiano di ieri…”
“Eh sì, gli abbiamo riempito il culo proprio per bene!”
“In effetti ci siamo divertite anche noi, aveva anche un bel cazzo pur se quello che preferisco è sempre il tuo… Però stavo ripensando a quando ci ha chiesto se facevamo giochi tra noi … ero tentata di dirglielo e di farmi scopare da te e da lui insieme…”
“Cara Jessica, io credo che questa sia una cosa solo nostra di famiglia, non possiamo certo dire a tutti quelli che incontriamo che pur se siamo sorelle ci amiamo e facciamo sesso tra noi!”
“Sì, hai ragione… Vieni qui, ti voglio baciare come si deve!”
Si avvicinò alla sorella, e la baciò appassionatamente andando a cercare la sua lingua, intrecciandola con la propria.
Quel baciò scatenò in entrambe il desiderio l’una dell’altra. I loro seni si strusciavano, stimolandone i capezzoli turgidi, e i loro cazzi divennero subito duri, ognuna prendendo in mano quello dell’altra. Jessica disse:
“Miriana, ho voglia di te, del tuo sesso!” e si chinò per prendere in bocca il cazzo della sorella.
Lo leccò lentamente dalla base alla punta, soffermandosi prima sui testicoli gonfi e poi sulla cappella succhiandola avidamente.
Dopo qualche minuto di questo lavorìo, Miriana le disse:
“Mi hai fatto venire voglia anche a me…. Andiamo di là che stiamo più comode!”

Si trasferirono in camera da letto, si tolsero la vestaglia, Jessica si stese sul letto e sopra di lei la sorella in posizione da 69. Ognuna leccava e succhiava il cazzo dell’altra, infilando contemporaneamente una o due dita nei rispettivi buchini.
Pur se lo facevano spesso, ogni volta era un gran piacere per entrambe prendere fino in gola l’uccello l’una dell’altra.
Poi Miriana disse: “Leccami un po’ il culo e comincia tu a scoparmi, poi lo farò io”
Jessica non se lo fece dire due volte: affondò la bocca e la lingua in quell’ano delizioso, caldo, liscio e invitante, a cui aggiunge due o tre dita. Entrambi le loro fighe anali erano sempre pronte all’uso.
Quindi Miriana si mise a pecorina pronta a ricevere il cazzo della sorella, che era anche un po’ più grosso del suo. Jessica si posizionò dietro, appoggiò la punta del glande già lubrificato sul buchino già umido, e lo infilò in un colpo solo. Miriana inarcò la schiena per il contraccolpo con un mugolìo di piacere, ma senza avvertire nessun fastidio essendo ben abituata a quel grosso attrezzo.
Jessica cominciò subito a spingere forte, al mattino aveva molta energia ed era carica di crema.
“Oh Miri, hai un culo stupendo! Ne scopo tanti ma nessuno come il tuo, lo adoro!”
“Continua sorellina, anche il tuo cazzo è stupendo … lo sento fino in fondo …. Dai continua a scoparmi forte, che è quello che ci vuole: un cazzo in culo al mattino per cominciare bene la giornata!”
Quindi Miriana si girò, alzò le gambe per farsi scopare da davanti. Jessica continuò imperterrita l’azione alla missionaria. Ogni tanto si chinava e le due si baciavano languidamente.
Finché, mentre da sotto Miriana si stava menando l’uccello, Jessica aumentò il ritmo, diede qualche colpo ancora più forte facendo sussultare la sorella, e finalmente esplose in una copiosa sborrata riempiendole il culo. Entrambe, ansimavano per lo sforzo e per il piacere.
Jessica si accasciò sulla sorella baciandola ancora, poi estrasse il suo uccello e glielo porse in bocca. Miriana lo leccò con gusto, ripulendolo del residuo sperma. Quindi, si girò per offrire il culo sborrato alla sorella che ugualmente ricambiò il favore, ripulendolo e leccando la propria crema che ne fuoriusciva. E per finire, si baciarono ancora, scambiandosi le lingue al dolce sapore di sperma.

Dopo qualche attimo per riprendersi, Miriana, rimasta stesa sul letto, disse:
“Adesso tocca a me scoparti! … Vieni qui, sopra di me!”
Jessica si accovacciò su di lei, prese il suo cazzo ben duro, se lo posizionò sul buchino e si lasciò andare lentamente, impalandosi su quel grosso .membro. Cominciò a muoversi su e giù inizialmente piuttosto dolcemente per godere di ogni centimetro di penetrazione anale, ma poi Miriana da sotto si mosse lei ritmicamente e più velocemente, facendo sussultare la sorella.
“Oh sì Miri, che delizia il tuo cazzo… Più lo prendo e più mi piace… Continuo a cavalcarti, poi mi prendi da dietro…”
Dopo alcuni minuti in questa posizione, si girarono: Jessica si mise alla pecorina offrendo il suo buchino oramai dilatato ai cinque sensi della sorella che lo ammirò, lo leccò, lo gustò e lo penetrò con tre dita. Senza dire altro, si mise dietro di lei e la inculò con forza in un sol colpo.
Jessica ebbe un piacevole sussulto e incitò la sorella:
“Dai Miriana, adesso scopami forte! … Lo voglio sentire fino in fondo!”
“Certo sorellina, ti inculo come si deve e poi ti riempio di crema calda!”
Miriana affondava i colpi della sua mazza con forza, che Jessica riceveva senza batter ciglio ma sospirando con goduria crescente.
Continuò a sodomizzarla così per quasi un quarto d’ora, finché Miriana sentì che stava per esplodere:
“Jessi, sto per venire…. sì…. ti riempio il culo di sborra!”
Un fiume in piena di sperma caldo invase il retto della sorella, che lo accolse con un:
“Sìììì…. è stupendo…. sento la tua sborra scorrere in me!”
Miriana si accasciò per lo sforzo sulla schiena della sorella, stesa sotto di lei, baciandola dolcemente.
Rimasero così l’una sull’altra ancora alcuni minuti, finché Miriana baciò la sorella, dicendole:
“Sorellina, ti amo tanto!”
E Jessica rispose: “Io ancora di più!”
Poi Miriana fece per muoversi ed estrarre il suo membro barzotto dallo sfintere della sorella, la quale però fece:
“No, non te ne andare, rimani ancora così, dentro di me….”
“Ma dopo essere venuta, dovrei andare a fare la pipì…”
“Rimani così, ti prego…. Falla dentro di me!.... voglio sentire il tuo pissing!”
“Sei sicura?”
“Sì, dai, fai pure…”
Miriana non voleva certo scontentare la sorella ed anche lei era eccitata all’idea. Si concentrò un attimo e poco dopo un fiotto di urina calda invase il retto di Jessica che disse:
“Mmmm… che bello… sentire scorrere il tuo pissing caldo in me….”
Finita la minzione, Miriana poté infine muoversi e prese la sorella per mano, dicendo:
“Dai, andiamo in bagno a lavarci, ma prima facciamo una cosa…”
Si sistemarono nell’ampio box doccia, e Miriana si posizionò sotto alla sorella, le fece aprire le gambe e disse: “Dai, adesso scarica su di me quello che ti ho dato…”
Jessica non se lo fece ripetere, con un sorriso di piacere cominciò a far defluire dal suo buchino
quel cocktail di sperma e urina che la sorella maggiore le aveva immesso e che adesso riceveva sul viso e in bocca.
“Oh sì Jessi, che gusto!… Ne voglio ancora dalla tua fonte!… Adesso dammi il tuo pissing anche tu!”
Allora la sorella minore posizionò il suo uccello verso la bocca della maggiore e ne fece uscire un caldo zampillo che Miriana ricevette tranquillamente sul seno e in bocca, bevendone alcuni sorsi.
“Che buono il nostro pissing, vero?”
Così dicendo riprese il cazzo di Jessica, tornato quasi in piena erezione, per un pompino bagnato sotto il getto della doccia che cominciava a scorrere.
Continuarono a divertirsi sotto l’acqua, stringendosi, baciandosi e toccandosi dappertutto, poi dovettero sospendere i giochi perché era ora di uscire.

“Jessica, adesso dobbiamo muoverci. Ti ricordi che domani arriveranno mamãe e papai (come loro chiamavano in portoghese mamma e papà, N.d.A.), dobbiamo preparare la camera per loro e comprare varie cose.”
“Certo che me lo ricordo. Sono tanto contenta di riabbracciarli dopo tre anni, mi mancano.”
“Eh sì, mancano anche a me, anche se ci sentiamo e ci vediamo spesso con lo smartphone, averli qui con noi è una grande gioia, sono emozionata.” continuò Miriana, presa dalla saudade.
“Sono dei genitori splendidi, ci hanno sempre compreso e sostenuto nelle nostre scelte di vita e aiutato per farci trovare la nostra identità sessuale.”
“E’ vero, gli voglio tanto bene e anche di più. Anzi, c’è una cosa a cui da tempo penso e che un po’ mi tormenta...”
“Che cosa intendi Miriana?”
Miriana ci pensò un attimo, fece un sospiro e disse:
“Ti ricordi di quando papai ci ha sodomizzato la prima volta? Da quel momento siamo diventate davvero quello che siamo e gli saremo sempre grate...”
Pur se in Brasile le transessuali sono più accettate e non discriminate rispetto ad altri paesi rimangono alcune retaggi, e Miriana si riferiva all’antica tradizione della loro regione d’origine, che prevedeva che il padre sodomizzasse e sverginasse le figlie transessuali appena raggiunta la maggiore età.
“Certo che me lo ricordo. E’ stato molto dolce, mi è piaciuto moltissimo”
“Ecco a me piacerebbe rifarlo con papai dopo 10 anni, è anche un bell’uomo. Ogni tanto ci penso, e mi eccito all’idea...”
“Oh Miri, piacerebbe tanto anche a me. Ma tu pensi che sia possibile, che lui voglia rifarlo con noi? E con mamãe come facciamo, non vorrei darle un dispiacere...”
“Beh, sai che i nostri genitori sono di mentalità molto aperta e moderna, e condividono la nostra stessa filosofia di vita, anzi ce lo hanno insegnato loro quello io ripeto sempre a chi incontriamo:
il sesso non ha sesso... siamo liberi di far sesso con chi piace a noi, esaudire fantasie e curiosità, provare il diverso, il bello é sentirsi bene con la persona che è con te e godere allo stremo, senza paura e soprattutto senza pentirsi! (Nota dell’Autore: frase reale della protagonista, già contenuta e spiegata nel precedente racconto citato all’inizio).
E poi non c’è nulla di male fare sesso in famiglia, basta vedere come ci amiamo me e te..:”
“Cara sorella, è proprio vero quello che dici, vorrei tanto che ci amassimo davvero tutti insieme...”
E a queste parole, in un momento di commozione, le due belle sorelle si abbracciarono e si baciarono appassionatamente.

ARRIVANO I GENITORI

Il giorno dopo, Miriana e Jessica si recarono con il treno regionale all’aeroporto Charles de Gaulle
ad attendere l’arrivo del volo dal Brasile. Appena sbarcati, corsero verso i loro genitori Florinda e Carlos, li abbracciarono e li baciarono a lungo, rimanendo stretti stretti per lunghi momenti, con qualche lacrimuccia di gioia. Ritrovarsi dopo tanto tempo era per tutti una grande emozione.
“Mamãe, Papai, siamo tanto felici di rivedervi! Finalmente siamo tutti insieme! Vi vorremmo sempre qui con noi!”
“Miriana, Jessica, siete sempre più belle. Siamo orgogliosi di avere due figlie come voi! Siete la nostra gioia! Diteci, come state? Come vi trovate qui a Parigi?”
“Qui ci troviamo molto bene. Abbiamo fatto la nostra scelta di vita e facciamo ciò che più ci piace. Incontriamo tanta bella gente, ci divertiamo e guadagniamo quello che ci serve. E soprattutto siamo inseparabili, ci vogliamo bene e ci siamo sempre l’una per l’altra.”
“Che brave figliole, siamo contente che vada tutto bene e che abbiate un così stretto legame. Ci siete mancate, adesso almeno abbiamo questi dieci giorni per stare insieme.”
Continuarono a parlarsi e a raccontarsi durante il viaggio in taxi verso il loro appartamento di Place d’Italie, tipicamente parigino, di dimensioni contenute ma accogliente.
Avevano lasciato ai genitori la camera grande e loro due si sarebbero sistemate una nella cameretta e l’altra sul divano.
Una volta sistemati, dal pomeriggio e per tutta la notte i genitori rimasero a dormire; erano molto stanchi per il lungo viaggio e le ore di fuso orario.

La mattina dopo, Florinda e Carlos si svegliarono più freschi e riposati, pronti a vivere con le figlie il soggiorno a Parigi, dove erano stati in viaggio di nozze trent’anni prima.
Le figlie gli avevano preparato un’abbondante colazione e li accolsero con baci e abbracci per il buon giorno.
Miriana e Jessica, come loro solito al risveglio erano ben poco vestite, con una vestaglia senza niente sotto.
Nell’abbraccio mattutino, Carlos si accorse subito che sotto quella vestaglia c’era qualcosa di consistente che si stava animando, e Florinda guardava ammirata quei bei corpi femminili, con culi perfetti e seni aggraziati di cui spuntavano i capezzoli eretti.
“Siete proprio delle belle figliole, come ero io da giovane...” disse Florinda.
“Ma mamãe, anche tu sei sempre una bellissima donna, vero papai?”
In effetti Florinda era una magnifica milf di 53 anni, mora, piuttosto magra solo con qualche lieve rotondità, una bella 4a di seno che esibiva con orgoglio e un lato-B ancora sodo.
E Carlos, anche lui un bell’uomo di 55 anni, fisico prestante, capelli brizzolati, rispose:
“Certo, vostra madre è sempre una gran bella donna, ne sono molto orgoglioso e un po’ geloso, come anche di voi...”
“Cosa intendi dire?”
“Che mi sarebbe piaciuto avervi sempre in casa con noi, per continuare ad avere quello stretto legame come avevamo iniziato dieci anni fa...”
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo interrogativo: voleva forse dire che il padre le desiderava come era successo in passato?
Intervenne la madre: “Su, dai ragazze, anch’io vi amo e vorrei non lasciarvi più, ma avremo tempo e modo di ritrovarci e divertirci insieme. Ma adesso avevamo previsto di iniziare la visita della città. Dove ci portate?”
Le figlie, pur un po’ sorprese da quei discorsi appena accennati, ripresero una veste seria e dissero:
“Sì, cominciamo a farvi vedere le bellezze di Parigi. Monumenti, musei, shopping... ci vorranno giorni per completare il giro. Adesso ci vestiamo e andiamo.”
Le due sorelle si vestirono in modo semplice, non troppo vistoso, pur se con gonna piuttosto corta e ovviamente senza reggiseno (a cui erano proprio allergiche e non ne avevano affatto bisogno).
Per i primi due giorni si dedicarono alla visita della città: Champs-Elysées, Arco di Trionfo, Notre-Dame, Tour Eiffel, Quartiere Latino, Montmartre, l’immancabile giro in battello sulla Senna, ecc.
Carlos e Florinda rimasero incantati da tanta bellezza e si resero conto di quanto era cambiata la città in trent’anni.
Il secondo giorno visitarono il Museo del Louvre. Qui fu Florinda a fare da guida, essendo insegnante di storia dell’arte per lei il Louvre era il paradiso. Dopo aver visto le opere più famose, passando nella sala delle antichità greco-romane, si fermarono ad ammirare la scultura dell’Ermafrodito dormiente, opera del II secolo con l’aggiunta del materasso in marmo scolpito da Bernini nel XVII sec., che raffigura una creatura con sembianze e corpo femminili ma con l’organo maschile.
Carlos disse: “Sembra proprio che l’artista abbia scolpito voi, belle come una statua!”
“Oh papai, grazie del complimento!” E lo baciarono stringendolo, facendogli sentire il seno e quant’altro aveva sotto la gonna. La madre fece un sorriso di approvazione, e anche lei si avvicinò alle figlie, le baciò e spiegò loro la leggenda della mitologia greca:
“Ermafrodito era un giovane molto bello, figlio degli dei Ermes e Afrodite. La Ninfa Salmace si innamorò perdutamente di lui e chiese agli dei di unirsi per sempre al suo amato. Fu esaudita e i due divennero un essere solo, i loro corpi mescolati in un’unica creatura, metà maschio e metà femmina. Ecco come nacque la prima creatura trans della storia!
E voi, figlie mie, siete belle come Ermafrodito e, come la Ninfa, chiunque, uomini e donne, sarebbe attratto da voi!”
Miriana e Jessica si guardarono ancora una volta un po’ stupite per quelle parole, si avvicinarono alla madre, la baciarono affettuosamente e dissero:
“Oh mamãe, grazie per la spiegazione e per le belle parole. Ma se noi oggi siamo così, è solo grazie a voi, al vostro amore e alla comprensione e sostegno che ci avete sempre dato.”


1 – CONTINUA


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