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Angelica, il ritorno: vocazione Escort – Capitolo 10: Avventura in yacht, moglie per una sera - Parte I


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
27.04.2022    |    2.370    |    1 9.5
"Suo marito le avrà parlato di quell’affaruccio..."
Questa volta Angelica vive un’avventura particolare, come escort di lusso a bordo di uno yacht, impersonando la moglie di un industriale.
Sottogeneri: trio, bisex.
* * * * *

Si avvicinava la fine del mese di luglio e Angelica già pensava ad agosto, quando avrebbe potuto dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di escort, essendo chiusa per ferie l’azienda dove ancora lavorava part-time.

In quei giorni, le arrivò un messaggio con una richiesta curiosa, piuttosto diversa dal solito, che diceva:
“Buonasera Paris, mi chiamo Alberto Nardi, sono un industriale di Reggio Emilia. Avrei bisogni dei tuoi servigi come escort per una cena che si terrà su uno yacht a Rimini sabato prossimo. Attendo un cortese cenno di riscontro per ricontattarti e parlare a voce in merito. Grazie, cordiali saluti.”
Incuriosita da quel tipo di proposta e dal tono piuttosto formale del messaggio, Angelica gli rispose che poteva tranquillamente richiamarla nel primo pomeriggio.
Arrivò puntuale la chiamata:
“Buongiorno Paris, sono Alberto Nardi, ti avevo inviato un messaggio, piacere di sentirti e ti ringrazio di avermi risposto. Posso esporre la mia richiesta?
“Sì certo, Alberto... dimmi pure...”
L’uomo espose la sua richiesta con tono pacato ma deciso, come chi è abituato a parlare in modo professionale e diretto.
“Ho 45 anni, e sono un uomo d’affari ed ho un’azienda che produce impianti tecnologici per la meccanica avanzata. Sto per concludere un importante contratto con un acquirente straniero che da qualche giorno è a Rimini con il suo yacht... Ma, da quanto ho appreso in certi ambienti, lui ha un debole per le mogli delle sue controparti nei contratti d’affari....E allora ho pensato che se io andassi a quell’appuntamento con una moglie accondiscendente potrebbe essere propedeutico per il buon fine della trattativa. Il fatto è che io attualmente non ho più una moglie e con la compagna attuale siamo, diciamo, in pausa di riflessione e quindi ho bisogno di trovare una persona di classe che la possa impersonare.... Avendo visto i tuoi annunci in cui ti presenti come una donna raffinata e con savoir-faire penso che tu possa proprio avere il physique du rôle. L’impegno sarebbe per la sera e la notte di sabato. Naturalmente, il tutto sarebbe adeguatamente ricompensato... Ecco, ti ho esposto a grandi linee la mia necessità. Cosa ne pensi?”

Angelica rimase piuttosto sorpresa, era davvero una richiesta diversa dal solito ma che di primo acchito la intrigò subito. Le venne in mente di aver visto qualcosa del genere in un film e così disse:
“Devo dire che mi piace il modo in cui hai parlato molto chiaramente... Quello che mi hai detto mi ricorda tanto la trama di un film che era... sì... era “Rimini, Rimini” l’episodio con Jerry Calà che assolda una prostituta per impersonare la moglie che avrebbe dovuto concedersi all’altro... Era proprio divertente...”
“Sì, esatto... proprio quello, a sua volta ispirato ad un episodio simile di un film di Alberto Sordi degli anni sessanta intitolato “La Mia Signora”... In effetti ho ripreso l’idea proprio da questi film, poi da trasferire alla nostra realtà... Peraltro, il mio interlocutore è straniero e quindi quei film di commedia all’italiana non gli ha visti...” aggiunse Alberto.
“Quindi, io dovrei essere tua moglie per una sera e poi tradirti con questo uomo d’affari per favorire la conclusione del contratto...”
“Sì, proprio così... però ti assicuro che il tutto sarà piacevole.. saremo su uno yacht favoloso.... e i tuoi servizi...ehm... erotici non saranno certo per tutta la notte... si tratta di essere carina con lui ed eventualmente accontentarlo in prestazioni-base...”
“Sai, questa cosa mi attira molto... essendo anche diversa dal solito e potrebbe pure essere divertente... Eventualmente quali sarebbero gli orari?”
“Direi di vederci qui da me al Grand Hotel di Rimini alle 18.00; l’appuntamento con lui è al porto alle 19.00 per l’aperitivo e poi la cena... poi escursione notturna in mare e rientro al mattino.”
“Eh, nel caso mi devo organizzare... per sabato avevo già un paio di appuntamenti al pomeriggio e sera che devo vedere di spostare...Ti faccio sapere entro stasera e, se accetto, ti dirò anche il mio onorario...”
“Bene, ti ringrazio... oltre che essere una persona di classe, sei anche molto seria e professionale... E per l’onorario non ti preoccupare, vedrai che ci metteremo facilmente d’accordo.
Allora aspetto tue notizie... Grazie Paris, ti auguro una splendida giornata, a presto!”
“Grazie a te Alberto... ci sentiamo presto, buona giornata anche a te”.

Dopo questa conversazione telefonica, Angelica era un po’ frastornata; non le era mai capitata una situazione simile ma era davvero molto attratta da quella proposta. Ancora non aveva fatto servizi outcall così prolungati, se non una cena con un cliente o una visita in albergo da un altro.
Allora, pensò bene di chiamare la sua amica Claudia di Bologna, colei che le aveva dato tante indicazioni utili per avviare questa attività di escort [e apparsa nei capitoli 1 e 2 della presente serie, N.d.A.].
Dopo averle esposto la proposta di quel potenziale cliente e averle chiesto suggerimenti in merito, Claudia le rispose senza indugio:
“E’ davvero una proposta interessante. Per te potrebbe essere sicuramente divertente e utile anche per introdurti in ambienti di un certo livello... Quindi, fossi in te accetterei subito!”
“Bene, il tuo consiglio conferma le mie impressioni. Ma quanto dovrei chiedere per un servizio del genere?”
Claudia non ebbe dubbi: “Spara alto!... Vedrai che se lui ha bisogno per un affare importante, non sta a guardare il centesimo!”
“Ok, grazie Claudia... le tue indicazioni mi sono sempre utili... Quindi, penso proprio che accetterò... poi ti farò sapere come è andata... A presto, un bacio!”
“Un bacio anche a te, Angelica... e torna a trovarmi appena puoi!”

Così, dopo aver spostato gli appuntamenti che già aveva, decisa e convinta di vivere quell’avventura Angelica prima inviò un messaggio e poi chiamò Alberto:
“Ciao Alberto, allora per sabato va bene... accetto!”
“Oh, molto bene Paris... sono molto contento!... Allora ci vediamo sabato qui al Grand Hotel per le 18.00, o prima se vuoi, che facciamo due parole per concordare il da farsi per poi andare allo yacht...”
“E come mi devo vestire?”
“Oh, come preferisci... E’ un ambiente nautico, comunque elegante... ci vorrebbe un vestito da sera adatto all’occasione...”
“Ho capito perfettamente...porterò quanto necessario... Piuttosto, un’ultima cosa... ho pensato al mio... ehm... onorario... e per questo servizio outcall per la sera e la notte ti chiedo 2.500 cortesie... spero non sia eccessivo per te...”
“Nessun problema... stai tranquilla... te li consegnerò appena ci vediamo.... Allora, a sabato... Comunque, ci sentiamo o ci messaggiamo prima... Grazie ancora Paris e a presto!”
“Grazie a te Alberto... A presto!”

Nei tre giorni che precedevano la data prevista, Angelica svolse l’abituale attività con numerosi appuntamenti dei vari clienti, ma continuava a pensare come sarebbe stata quell’uscita così particolare.
Il giorno prima ricevette un messaggio del suo committente, per ricordarle appuntamento e orari; “Buon segno” pensò “vuol dire che ci tiene” e gli inviò l’ulteriore conferma che sarebbe arrivata da lui anche prima dell’orario previsto.

Arrivò così l’ultimo sabato di luglio, giorno dell’evento. Dopo un incontro a metà mattina, Angelica si prese il pomeriggio per riposarsi e prepararsi per recarsi al rendez-vous. Mise abiti, scarpe e quant’altro necessario in un trolley.
Prese l’auto per raggiungere il Grand Hotel di Rimini; pur se la distanza era solo di una dozzina di chilometri, il traffico e l’affollamento estivo sul lungomare le richiesero più tempo del previsto.
Poco prima di giungere sul posto chiamò Alberto per avvisarlo che stava arrivando; così lui scese ad aspettarla nel parcheggio sul retro del grande edificio bianco.
Appena la vide, si avvicinò a lei, le diede un casto bacino sulla guancia e disse:
“Molto piacere Paris, sono Alberto... felice di conoscerti di persona... sei veramente una donna affascinante, ancor meglio di come ti immaginavo...”
“Piacere mio Alberto... anche a me fa piacere conoscerti... anche tu sei un uomo attraente... e sono contenta di partecipare a questa... ehm... recita in battello...”
“Saliamo in camera che ti spiego i dettagli... Ti porto io il trolley...”
Entrarono nella Regal Suite, di cui Angelica ammirò l’ambiente e l’arredo in stile Liberty in linea con quell’edificio storico e la magnifica vista mare.
I due si sedettero in salotto dove era stato fatto portare caffè, bevande, friandises e frutta. Mentre Angelica si stava servendo, Alberto le porse la busta con quanto pattuito per la sua interpretazione.
“Oh, molte grazie Alberto... Non te l’avevo neanche chiesto... Sei proprio un cavalier cortese:..Grazie!”
“Penso sia meglio sistemare queste cose subito, così adesso parliamo di come procedere. Devi sapere che questo signore che si chiama ingegnere Richard Queller, è svizzero di Ginevra, ha affari in tutto il modo e io ho in ballo un contratto da 20 milioni di euro per la fornitura di impianti tecnologici. Sono stati definiti tutti i punti principali, praticamente manca solo la sua firma e per questo mi ha invitato sul suo yacht, dato che è in vacanza per mare e di passaggio qui.
Come ti ho detto, ho appreso da certe fonti, che a lui piace approfittare delle mogli dei suoi interlocutori e che poi, in questi casi, si combina l’affare....”
“E qui entro in ballo io...” intervenne Angelica che pareva molto interessata a sapere il più possibile per calarsi nella parte.
“Esatto!... Se lui ti fa delle avances, senza apparire subito una donna facile, con il tuo savoir-faire gli fai capire che tu, pur moglie fedele se per è il bene della famiglia, se occorre concedersi per la ragion di stato... tutto si può fare...”
“E così ti rendo cornuto!... Oh, povero il mio maritino!” disse ridendo Angelica.
“Eh già!... Vorrà dire che mi consolerò con quanto guadagnerò con questo contratto...”
“Piuttosto, come mi farò chiamare?” chiese giustamente lei.
“Ah, a questo non avevo pensato... Non è importante, il nome della mia presunta moglie non appare in nessun documento dell’azienda. Tu che nome vorresti usare?”
“Vorrei mantenere il mio vero nome... Angelica!”
“Benissimo, è proprio un bel nome... Un’altra cosa, Angelica: dovrai mettere una fede... ecco ne qui tre da provare che mi ha dato in prestito un mio amico gioielliere... io l’ho già messa, vedi?”
Angelica provò i tre anelli e scelse quello che le stava meglio, e aggiunse mostrando l’anulare:
“Ecco!... Così per stasera siamo sposati!”
“Eh, magari non fosse solo per stasera... Avere davvero per moglie una donna come te sarebbe magnifico...” rispose lui, come complimento.
“E da quanto siamo sposati?... E come ci siamo conosciuti?” incalzò Angelica.
“Beh, diremo che siamo sposati solo da pochi anni... ad esempio tre... per non scavare troppo nel passato... e che ci siamo conosciuti genericamente tramite amici comuni...”
“Ma certo!... Rimarremo sul vago sulla nostra vita di coppia...” concordò Angelica, che poi aggiunse: “Scusa, posso fare una doccia?... Arrivando in macchina con il traffico, pur con l’aria condizionata sono piuttosto accaldata...”
“Ma certo!... accomodati pure.. faccio strada...” Alberto l’accompagnò nella vasta sala da bagno in marmo e onice, con grande doccia multifunzione e vasca idromassaggio. Angelica approfittò di quelle dotazioni per una doccia rinfrescante e rilassante, pensando a come interpretare al meglio il personaggio.

Dopo essersi così rinfrescata e rilassata, Angelica si cinse con un asciugamano e tornò nella suite, dove Alberto la aspettava, piuttosto assorto rileggendo i documenti del contratto da concludere. Pensò di allietarlo un po’; si avvicinò a lui e gli sussurrò::
“Alberto, dato che abbiamo un po’ di tempo, vorrei dedicarmi a te visto che per stasera sei mio marito... Che ne dici?”
Lui le rivolse uno sguardo triste, come di chi vorrebbe fare delle cose piacevoli ma prima deve risolvere delle questioni più importanti.
“Oh Angelica... mi piacerebbe... sei una donna stupenda, ma adesso sono un po’ nervoso in attesa di concludere questo contratto... Magari, dopo che sarà tutto a posto... ”
Angelica non si aspettava di essere lasciata in attesa, anche perché quell’uomo non le dispiaceva affatto. E allora sfoderò le sue armi di seduzione.
Si mise davanti a lui ed aprì l’asciugamano che aveva intorno al corpo, mostrando tutte le sue grazie, e disse con un sorriso ammaliante:
“Ne sei proprio sicuro?”
Lui la ammirò estasiato ed esclamò:
“Oh Madonna!...” poi aggiunse: “Certo che a vederti così, in tutto il tuo splendore... qualche stimolo mi viene...”
Allora Angelica, liberatasi dell’asciugamano, si avvicinò e lo baciò finalmente come si deve e con una mano andò a sentire se gli “stimoli” avevano fatto effetto, accorgendosi che qualcosa si stava muovendo e prendendo forma.
Allora, si sedette sul letto di fronte a lui e gli sbottonò i pantaloni, infilò una mano negli slip già gonfi ed estrasse un pene di discreta fattura e piuttosto consistente.
Guardandolo negli occhi, disse:
“Eh, però!... Mica male il tuo amichetto!... Adesso ci penso io a lui...” e lo prese in bocca per un delicato assaggio esplorativo. Era ben depilato e con una bella cappella, come piaceva a lei.
A seguito delle sue cure, quel membro divenne ben presto ben eretto, così Angelica poté affondarlo meglio nelle sue fauci, con risucchi profondi.
Intanto Alberto, si gustava a occhi socchiusi quel servizio non richiesto, accarezzando delicatamente con le mani i capelli di Angelica e arrivando a sfiorarle il rigoglioso seno.
Poi lei lo fece stendere sul letto, lo baciò e riprese a spompinarlo; quindi si mise a 69 sopra di lui offrendogli in bocca la calda passerina a cui Alberto non poté resistere e l’assaggiò con veloci passaggi di lingua.
Angelica ci aveva preso gusto e voleva arrivare fino in fondo, ma dopo qualche minuti Alberto la interruppe dicendo:
“Oh, Angelica... mi stai facendo impazzire... vorrei davvero continuare... ma non ho la mente libera... sono come uno sportivo prima di una gara o uno studente prima di un esame... devo rimanere concentrato... quindi, ti chiedo scusa ma rimandiamo a un momento più tranquillo...”
Lei rimase un po’ delusa, ma capì i pensieri dell’uomo e rispose:
“Ok Alberto, capisco... anche se il tuo attrezzo non mi dispiaceva affatto... riprenderemo in seguito... adesso ci ricomponiamo e torno nel ruolo della mogliettina integerrima!”

Così si alzò, prese ancora un drink e chiese:
“Come mi devo vestire per stasera? Ho portato un paio di vestiti... te li faccio vedere...entrambi si mettono senza reggiseno, che tra l’altro non uso...”
Aveva due abiti da sera con sé: uno nero, più lungo e discreto e l’altro bianco, molto scollato, schiena nuda fino al bacino e ampi spacchi laterali sulle gambe.
Alberto non ebbe dubbi: “Vorrei vederti come ti sta quello bianco...”
“Bene, lo metto subito... Ma vuoi che metta il perizoma?... Io di solito non lo porto...”
“Fai pure come preferisci... Certo, saperti senza niente sotto mi eccita al solo pensiero... Magari, lo facciamo capire anche all’ingegnere... così gli si drizza subito!”
Angelica, già nuda, in un attimo indossò quell’abito che era anche il suo preferito e si girò per farsi ammirare davanti, con il seno strabordante, e dietro, in cui dal fondoschiena spuntava l’apice del solco dei suoi glutei marmorei. Poi calzò dei sandali estivi con tacco.
“Che te ne pare?” chiese.
“Oh... Stai divinamente!... Con l’abito bianco risalta la tua abbronzatura... Sei una meraviglia!” risposte Alberto, davvero estasiato a quella vista, ed aggiunse:
“Un ultimo tocco... Ecco, indossa questa...” Prese da un cofanetto un collier d’oro con pietre preziose e glielo posò sul collo.
Angelica rimase sorpresa, non aveva mai portato un gioiello di quel livello. Si guardò allo specchio e toccandosi quel monile che le esaltava il decolleté, disse:
“Ohhh.... è stupendo!... Con questo collier mi sento davvero una donna importante...”
“E lo sei...Un pensiero per questa occasione... Me lo ha prestato quel mio amico gioielliere... ma poi lo devo restituire...”
“Già... comunque sono contenta di poterlo indossare almeno per una sera... Grazie di questo pensiero!” e lo baciò in segno di ringraziamento.
Lui si rivestì velocemente, con un blazer blu sportivo, camicia bianca e pantaloni grigio perla.
“Anche tu stai molto bene... Proprio un bel maritino!” disse Angelica
“Grazie, cara... è ora di andare!” rispose lui.
“Al porto andiamo con la tua macchina?” chiese la dama.
“Oh no, ci verrà a prendere l’autista dell’ingegnere...”
Così quella coppia di una sera scese a braccetto all’ingresso del Grand Hotel, dove all’ora stabilita
arrivò la maestosa Rolls Royce Phantom con targa svizzera. L’autista in livrea e guanti bianchi, fece un inchino ed aprì la portiera posteriore ai due ospiti. Angelica era tutta elettrizzata, colpita da quell’abitacolo rivestito in pelle Connolly, boiserie pregiate, illuminazione scenografica e altri accessori.
“Uaooo!... Non sono mai stata in una Rolls...che lusso...”
In pochi minuti arrivarono al porto, dove era ormeggiato il super-yacht dell’Ingegner Queller, un vero e proprio panfilo da oltre 40 metri di lunghezza chiamato “Voyager”, e battente naturalmente bandiera liberiana.
Salirono a bordo e Alberto disse:
“Angelica, scusa, dovresti toglierti le scarpe con il tacco... in battello non si portano...”
“Oh sì, scusa...lo sapevo ma me n’ero scordata... poco male, mi piace camminare a piedi nudi su un pavimento di legno...” In effetti il ponte era rivestito di legno pregiato tirato a lucido; poi aggiunse: “E tu non le togli?”
“Ecco, io porto degli appositi mocassini da yacht...”
“Ah, ecco...”
Ad attenderli sul ponte principale c’era il proprietario, l’ingegnere Richard Queller, un uomo distinto sulla sessantina o poco più ma giovanile con capelli brizzolati e una barba curata; aveva l’aspetto di un “dandy” londinese, vestito elegantemente.
Ad una prima occhiata, ad Angelica parve un uomo interessante e notò anche che aveva un orecchino, forse un’usanza marinaresca, pensò.
Queller li accolse calorosamente: “Buonasera dottor Nardi, benvenuti!... e Madame, enchanté!” disse con un baciamano a sfioramento ad Angelica, che rimase colpita dalla galanteria dell’uomo.
“Piacere mio, ingegnere... mio... ehm... marito... mi ha tanto parlato di lei...”
“Spero bene Madame... e mi chiami pure Richard...” disse lui con uno sguardo talmente penetrante ad Angelica che le parve di essere radiografata.
“Bene Richard... io mi chiamo Angelica...”
“E’ veramente affascinante, Madame Angelica...” disse ancora lui.

Dopo i convenevoli, il proprietario fece accomodare i suoi ospiti a poppa, dove era preparato il tavolo per l’aperitivo e ove li attendeva anche il segretario di Queller, monsieur Blondeau.
Il gruppo iniziò a sorseggiare l’aperitivo e gustare i vari stuzzichini e gli uomini iniziarono a parlare di affari, così Angelica rimase un po’ in disparte. Dopo qualche minuto, Queller le si avvicinò e disse:
“Madame Angelica... vedo che si annoia... lasciamo suo marito e il mio segretario a parlare di lavoro... intanto, se vuole le faccio visitare il battello...”
“Oh sì, mi piacerebbe...”
Così Queller le fece fare il giro dello yacht, dal ponte principale a quello superiore di comando. Per raggiungerlo era da salire su una scaletta, con gli scalini piuttosto stretti. Angelica era davanti e si immaginava che da dietro l’ingegnere le stesse ammirando il lato-B che lei evidenziava sculettando appositamente e presumendo che lui si fosse già accorto che lei non portava il perizoma, finché senti una mano che le premeva proprio sul culo. Sorrise fra sé e sé, ma disse:
“Che fa ingegnere?...”
“Oh nulla cara... dato che la salita sulla scaletta è impervia e rischia di inciampare, la volevo solo sospingere per aiutarla... ma se lei non vuole...”
“No...non c’è problema... mi sospinga pure... che in effetti la scala è un po’ ripida...”
Raggiunta la cabina di comando, Queller illustrò alla sua ospite il timone e tutti gli strumenti per la navigazione, lei ne rimase realmente interessata.
“Ora Angelica... le faccio accendere i motori che tra poco partiamo!”
Così Angelica ebbe l’onore di spingere il doppio pulsante “Start” sotto gli occhi del comandante, e i potenti motori marini si misero in funzione, con un certo contraccolpo che Angelica pensò bene di sfruttare per far finta di scivolare proprio tra le braccia di Queller, che la sorresse ma facendo scorrere la mano sui suoi fianchi, quasi ad esplorarli.
“Oh mi scusi... sono scivolata... che maldestra... per fortuna che c’è lei, Richard!”
“E’ un onore sorreggerla Madame.. e magari fare altre cose con lei...”
“Quali altre cose?”
“Beh, ad esempio... una crociera in sua compagnia... tra poco salpiamo per un giro al largo, con cena in mare...”
“Ah, bene!”
Dopo qualche altra chiacchiera tra di loro, in cui Angelica si rese conto che l’uomo le stava già facendo la corte, i due raggiunsero gli altri a poppa.
“Ora il mio segretario ci lascerà perché deve seguire altri affari a terra... mentre noi leviamo l’ancora e andremo a cena...” disse Queller.
“Ma... mi scusi... ingegnere... non potremo completare adesso la pratica del contratto... sa, è tutto pronto, abbiamo definito tutti i dettagli con il suo segretario...” chiese il “marito” di Angelica.
“Dottor Nardi... non abbia fretta...del contratto ne parleremo dopo... c’è ancora qualche piccola formalità da espletare...” rispose serafico Queller lanciando una occhiata significativa ad Angelica.

Così mentre Nardi salutava il segretario, egli gli sussurrò: “Nardi, lo sa che l’ingegnere apprezza molto le belle mogli dei suoi ospiti... e non solo...”
“Ecco...ehm... sì, ho sentito delle voci... ma io e mia moglie siamo disposti a tutto pur di concludere questo affare... ma poi si combina, vero?!”
“Si combina... si combina... ma vedrete che l’ingegnere è molto esigente...”
E con quelle parole sibilline il segretario scese a terra, salutandoli.

La grande imbarcazione prese il mare e da poppa Angelica e Nardi guardavano la costa allontanarsi nella luce rossastra del tramonto.
“Che bello questo panorama...” disse Angelica, con lo sguardo perso nell’orizzonte.
Poco dopo Queller fece accomodare i suoi ospiti nel salotto sottocoperta, dove era prevista la cena..
Dato che era un tavolo quadrato, Queller fece sedere Angelica tra lui e Nardi, “così mi può approcciare meglio...” pensò lei, e allora per rendere le cose più facili, come sua abitudine nell’accomodarsi sollevò il vestito sedendosi con le terga nude a contatto con la sedia imbottita.
E lo fece in modo che lui non potesse non accorgersi; infatti l’ingegnere la guardò con un’occhiata penetrante, inarcando il sopracciglio con un leggero movimento del capo come fosse un segno di approvazione.

La cena di pesce, preparata e servita dal personale di bordo, era squisita e nel durante, i discorsi prima rimasti generici poi si spostarono maggiormente sulla sfera privata.
Prima fu Angelica a cercare di carpire qualche altra informazione dallo stesso Queller:
“Ingegnere... mio marito mi ha detto alcune cose su di lei, sulla sua attività... mentre io vorrei conoscerla di più come persona... la sua storia... le sue esperienze...”
Il “marito” rimase sorpreso da quell’ardire, ma Queller fu lieto di rispondere:
“E’ presto detto, Madame: nato in Svizzera da madre francese e padre tedesco, ho 3 passaporti...... Poiché i miei genitori erano sempre in giro per il mondo, sono stato cresciuto da 5 nurse di 5 nazionalità diverse... 5 ninfomani scatenate che mi hanno iniziato al sesso ed ad ogni perversione erotica sin da adolescente e che mi hanno anche insegnato le loro lingue... Data questa conoscenza delle lingue ho lavorato nei servizi segreti militari sotto diverse bandiere... Poi, mi sono dedicato agli affari, creando e perdendo fortune notevoli e gestendo un piccolo impero finanziario... Il mio ufficio è il mondo, oggi qua... domani là...”
“Ohh!...La sua è proprio una gran bella vita... molto intensa e appagante...” commentò Angelica.
“Mah, in fondo è solo una vita frenetica e mi sono reso conto che siamo costretti a vivere.... La vita è un enorme penitenziario che ha in noi mortali i suoi reclusi... L’egoismo ci domina e ci allontana dal prossimo, costringendoci a contare sulle sole nostre possibilità... L’uomo è solo nell’arido deserto dell’esistenza, dove la pianta della speranza può germogliare solo se irrorata da un ideale...”
A quelle parole con cui Queller concluse mestamente la sua riflessione, Angelica e Alberto rimasero a bocca aperta; da un uomo d’affari come lui, ricco e famoso, non si aspettavano certo un tale pensiero filosofico intriso di pessimismo e tristezza.
Ma non ebbero modo di tornare su quel discorso, perché Queller cambiò drasticamente argomento:
“Ora vorrei chiedervi io qualcosa, se permettete... ad esempio, è molto che siete sposati signori Nardi?” chiese l’industriale svizzero.
“Ehm... circa tre anni” disse lui.
“E avete figli?” chiese ancora l’ingegnere-
“No” disse Nardi.
“Sì” fece contemporaneamente Angelica, che poi allo sguardo interrogativo di Queller, precisò:
“Nel senso che io ho due figli dal precedente matrimonio...eh... eh...”
“Ah ecco... Lei Madame lavora con suo marito?
“No... io sono... diciamo... una libera professionista...”
“Ah, e in quale ambito?”
“Ecco... servizi e cure alla persona... sono una specie di terapeuta...” disse Angelica rimanendo sul vago.
“Interessante....E come vi siete conosciuti?” incalzò ancora l’ingegnere.
“Beh ecco... presso amici comuni....” disse Nardi in modo generico.
Ma Angelica volle rompere gli indugi e calò l’asso:
“Caro, possiamo dire all’ingegnere che è una persona riservata che in effetti ci siamo conosciuti... in un club privé!”

A quelle parole, ad Alberto andò di traverso il vino che stava bevendo, mentre Queller si mostrò sempre più interessato a lei. Non le toglieva gli occhi di dosso e in un attimo Angelica sentì la mano dell’uomo che da sotto il tavolo le accarezzava la coscia, risalendo fin quasi all’inguine.
“Quindi, mi consenta, la vostra vita di coppia comprende anche esperienze in quell’ambito?”
“Beh sì, siamo una coppia moderna...di mentalità aperta... ognuno ha i propri spazi e può vivere le proprie esperienze...” disse Angelica per rendere l’idea, che poi aggiunse:
“E lei ingegnere... se mi posso permettere, è sposato?”
“Madame, io ho già avuto tre ex-mogli e varie relazioni... ma come dice lei sono portato a esperienze di vario genere, non solo con donne ma anche di altro tipo...”
“Che tipo?”
“Beh... sono stato con le donne... con gli uomini... con le trans... ed anche con le coppie... Credo che il sesso vada vissuto in modo totale, globale... senza tralasciare nulla...”
Angelica ed Alberto si guardarono un attimo; era una dichiarazione esplicita che lasciava presagire inevitabili sviluppi.
“Anche noi concordiamo con quello che dice, ingegnere... vero caro?”
“Ehm... sì, certo tesoro!” confermò Alberto, rendendosi conto che Angelica stava prendendo l’iniziativa per irretire l’ingegnere.
Queller prese la mano di Angelica e le disse:
“Madame, posso chiederle una cosa?... Lei porta dei piercing, vero?... Non ho potuto non notare quegli anelli in rilievo sul suo bel vestito...”
“Ehm... si... ce li ho da qualche tempo, prima di conoscere Alberto... “ e poi aggiunse sibillina: “Per dirla tutta... non solo ai capezzoli!”
“Ah però.... complimenti!... Li apprezzo molto, trovo che valorizzino adeguatamente il corpo femminile... uno splendido corpo nel suo caso, Angelica!” disse Queller che poi aggiunse:
“Per dirla tutta... anch’io ho alcuni piercing, tra cui ai capezzoli... ma non solo due... sapete... ho una caratteristica fisica niente affatto comune... possiedo una terza papilla!”
“Una... cosa?” chiese Alberto, che non aveva capito.
“Un terzo capezzolo!... Che per certe civiltà antiche e orientali viene considerato un segno di virilità e di capacità amatorie... ed in effetti in quell’ambito mi difendo...”
“Ohhh... hai capito caro?... Tre capezzoli con piercing!... Ingegnere, sono molto curiosa, me li farebbe vedere?” chiese Angelica oramai pronta ad entrare in azione ed aggiunse:
“Poi se vuole non ho problemi a mostrarle i miei...”
“Certo!... Ma non qui...se volete, andremo nella mia cabina dove staremo più comodi...”

Ma in quel momento, a Queller squillò il telefono; era il suo segretario che lo doveva aggiornare sugli sviluppi di un affare. Sì alzò un attimo, scusandosi, e lasciò soli Alberto e Angelica, la quale disse:
“Alberto, mi sa che ci siamo... Queller non mi ha tolto gli occhi di dosso e mi ha accarezzato a lungo la coscia...”
“Eh sì, Angelica... credo proprio che tra poco mi tradirai... comunque sei stata molto brava a stimolarlo con le parole...e con il tuo corpo!” rispose Alberto.
“Senti Alberto, me lo daresti un bacio prima di...” chiese Angelica con tono quasi implorante.
“Ma certo Angelica!” rispose lui ben lieto di accontentarla. Così marito e moglie di una sera si baciarono senza finzione, anzi con passione come una vera coppia.
In quel momento rientrò Queller, che guardandoli così impegnati, disse:
“Ecco i due sposini che si amano proprio come piace a me...” e aggiunse rivolto ad Angelica:
“... Suo marito le avrà parlato di quell’affaruccio... quindi... se siamo tutti d’accordo... possiamo andare in cabina dove ci potremo mettere in libertà, ammirare i nostri piercing e completare le formalità...”
“Ehm... sì ingegnere... io la seguo volentieri...” rispose Angelica con tono disponibile, prendendogli la mano.
“Allora cara... ti lascio in buone mani...” fece Alberto, con il tono rassegnato di un marito che sta per essere cornificato.
“Ma come... lei Nardi, non viene?” disse in modo un po’ perentorio Queller rivolto ad Alberto.
“Devo venire anch’io?” fece Alberto, un po’ sorpreso, convinto che l’uomo si volesse appartare solo con Angelica.
“Ma certo!... Vi ho detto che mi piace vedere una coppia che si ama e partecipare al ménage à trois...E prenda anche i documenti del contratto che così poi concludiamo... dopo...”
Questa prospettiva dell’agognata conclusione del contratto fece superare la sorpresa a Nardi, oramai disposto a tutto per quell’affare, e rispose:
“Ah, va bene ingegnere... come vuole!”


10 – CONTINUA DI SEGUITO CON LA PARTE II


Nota: pur se i vari episodi della presente serie riguardano contenuti rientranti in generi diversi, sono inseriti tutti nella sezione “Lui & Lei” avendo una continuity seriale e per una più agevole sequenza di lettura.

Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.


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