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La mia prima avventura trans


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
07.05.2020    |    30.698    |    20 9.7
"Faiga” (come diceva Jerry Calà nel film “Vacanze in America”, 1984)..."
Storia personale vera del mio primo incontro completo con una trans.


Correva l’anno 2006. In quel tempo non avevo una compagna fissa, ma mi consolavo con alcune partner abituali con le quali mi dedicavo anche a tutta la gamma dei giochi anali, compreso l’uso reciproco di dildo e vibratori o l’inversione di ruoli mediante strap-on (come ancora oggi).
Questa mia predilezione per il sesso anale mi ha portato ad interessarmi sempre più verso l’affascinante mondo delle transessuali, che ammiro come creature femminili con quel qualcosa in più e quel tocco di ambiguità che crea un’attrazione fatale e irresistibile.
Avendo un’adeguata apertura mentale e propenso a sperimentare ogni forma di gioco e fantasia erotica per il piacere reciproco e nel rispetto della partner, decisi di provare anche questo tipo di esperienza sessuale.

Andando in quel periodo spesso a Rimini per lavoro, era facile trovare trans on the road in zona-Gros. Un primo approccio fu – diciamo – solo sperimentale, risoltosi con un semplice rapporto orale reciproco e senza penetrazione, e quindi poco appagante. Ma mi servì come prima valutazione sul da farsi e per capire che mi ci voleva un rapporto ben più completo e approfondito.
E così, da un sito di annunci allora molto in voga, trovai una trans che mi attirava parecchio.
Al telefono parve subito molto gentile e cordiale, che è una premessa importante per poi trovarsi bene di persona, e stabilimmo un appuntamento per una serata di inizio agosto.
Mi recai da lei, preparato di tutto punto, con un pizzico di emozione per questa mia prima esperienza verso un nuovo genere di piacere.
Riceveva in un condominio estivo vista-mare a Portoverde, presso Misano Adriatico (RN).

Appena mi aprì, rimasi un attimo ad ammirarla: una bella creatura, alta, fisico atletico, capelli neri, un viso con lineamenti un po’ decisi ma con due occhi verdi che la rendevano intrigante, una bella terza di seno e un culo idealmente rotondo.
Mi fece accomodare per le presentazioni e due chiacchiere iniziali. Mi disse che il suo nome era Susan, 28 anni, brasiliana ma con nonni italiani (per questo parlava bene la nostra lingua), era stata a lungo in Francia dove aveva studiato alla Sorbona di Parigi fino a laurearsi in psicologia, e dove aveva avuto una relazione terminata da poco.
Subito un abbraccio e baci con lingua in bocca; stando così stretti sentivo che sotto il ridotto perizoma c’era qualcosa di grosso che si stava gonfiando.
E anch’io a quel contatto mi ero già eccitato.
Ci spogliammo e lei mi invitò a tirarle fuori il suo sesso. Con un pizzico di emozione le tolsi il perizoma liberando così quel grosso oggetto del desiderio: un bel cazzo di dimensioni notevoli, circa 22 cm. per 6 di diametro, con una grossa cappella sporgente, perfettamente depilato e già bello duro.
Lei sorridendo mi chiese: “Ti piace?” e me lo spinse subito in bocca, rimanendo in piedi davanti a me.
Non potei fare a meno di accoglierlo il più possibile in bocca, pur con qualche difficoltà iniziale di prenderlo tutto date le dimensioni. Quindi, cominciai a leccarlo delicatamente, scoprendone gradualmente il buon sapore di cazzo fresco e pulito. Passai la lingua su e giù dalla base alla punta, alternando risucchi decisi di quella cappella grossa come un fungo e così golosa da assaggiare.
Evidentemente stavo riuscendo bene in questo lavorio di bocca, perché lei mi disse:
“Sei proprio bravo! Si vede che ti piace succhiare il cazzo!”
Risposi con un mugolio ed un cenno affermativo, continuando a gustare quel grosso cannolo alla crema.
Quindi, lei così stimolata prese letteralmente a scoparmi in bocca, spingendomi il suo cazzo fino in gola, ed io cercai di assecondare il movimento il più a fondo possibile.

Poi Susan si stese sul letto ed io su di lei cosicché, dopo aver continuato per un po’ il lavoro orale,
mi dedicai ad esplorare il suo corpo tonico a cominciare dalle belle tette, davvero ben (ri)fatte quasi come fossero naturali, morbide e proporzionate, stringendole, leccandole e succhiando i magnifici capezzoli turgidi. Il tutto alternato a frequenti baci salivosi con le nostre lingue che si cercavano e si intrecciavano reciprocamente.
Mi dedicai anche, come mia piccola passione fetish, a parti spesso poco considerate ma per me attraenti ed erogene, come le ascelle e i piedi; una piccola attenzione non abituale che lei apprezzò molto.
Quindi, alzò le lunghe gambe mettendo in evidenza il suo bel buchino posteriore: un delicato fiorellino rosa, ben depilato, che leccai subito avidamente gustandone il buon sapore di culo, per poi infilarle due dita, ispezionandone l’interno morbido e accogliente.
Poi, fu Susan a dedicarsi a sua volta a me e al mio uccello duro, prendendolo in bocca per un pompino lungo e delicato, alternando leccate e risucchi; proprio ben fatto e godurioso.
Passò quindi al mio culetto, ugualmente pulito e depilato, che leccò lungamente e penetrandomi con le dita. Si accorse subito che non era stretto e disse:
“Vedo che hai il culo già ben aperto, tra poco ci penso io a riempirtelo!”
Le dissi che con qualche partner ero abituato ad usare strap-on e vibratori, e allora gliene porsi uno “da viaggio” che avevo portato con me, invitandola a usarlo per prepararmi a ricevere il suo cazzone di dimensioni ben maggiori.
Così fece, lo lubrificò e me lo infilò senza difficoltà. Vide con piacere che entrava bene e lo muoveva con decisione, stimolandomi ulteriormente.

Dopo questa preparazione, arrivò il momento decisivo.
Mi fece mettere alla pecorina, ricoprì e lubrificò il suo uccello, lo appoggiò sul mio buchino e spinse con risolutezza. Lei si stupì di come fosse entrato subito e così agevolmente.
Si assestò nella posizione giusta e cominciò a pompare subito con forza.
Sentivo finalmente il suo cazzo dentro di me, ilprimo cazzo che prendevo in culo.
Il timore reverenziale di sentire dolore venne ben presto fugato, lasciando posto ad una sensazione molto piacevole di essere riempito completamente fino in fondo, con quello stantuffo che si muoveva così potentemente.
Se farmi possedere da una donna con dildo e strap-on è già un piacere, un cazzo vero è certamente molto meglio. Le dissi:
“Oh sì... dai... continua così... inculami forte che mi piace... Non credevo fosse così bello prendere un cazzo vero in culo!”
“Certo che ti inculo...... si vede che ti piace proprio prendere il cazzo in culo!... Sei una troia!
Mi piace il tuo culo... è già molto aperto ...”
Poi mi fece girare, stendendomi sul letto e alzando le gambe. Mi succhiò un po’ il cazzo duro e quindi riprese a scoparmi da davanti, così la vedevo in azione con le tette ballonzolare nel movimento (a conferma della loro morbidezza quasi reale) mentre mi menavo l’uccello.
Infine, le proposi io di stendersi per poi impalarmi sul suo cazzo, che presi veramente tutto fino in fondo. La cavalcai per un po’, chinandomi ogni tanto per baciarla e stringerle le tette, finché sentii che lei stava dando dei colpi con il bacino dicendomi di aumentare il ritmo perché stava per venire.
E così Susan arrivò all’orgasmo, sentendo il suo cazzo sussultare dentro di me mentre riempiva di sborra il profilattico. Mi sorrise e ci baciammo ancora con dolcezza.
Dopo qualche attimo per farla riprendere, mi sfilai dal culo il suo uccello e dissi:
“Mmm... è ancora duro!”
Allora le tolsi il profilattico, succhiai con avidità il cazzo sborrato e versai lo sperma del condom sulle tette, spalmandolo e poi leccandolo con gusto. La sua crema aveva davvero un buon sapore, dolce e invitante. La ripulì per bene e lei, apprezzando il gesto, disse:
“Non solo ti piace il cazzo in culo, ma anche la sborra! Sei proprio bravo, dopo te ne do ancora!”

Il suo cazzo aveva subito ripreso la piena erezione. Dopo averglielo sbocchinato ancora un po’, si ricoprì nuovamente e volle ricominciare a scoparmi.
“Adesso ti aprirò ancora il culo!”
“Certo, fai pure... Poi dopo vorrei scoparti un po’ anch’io!”
Mi fece rimettere carponi e me lo infilò in un sol colpo e riprese a fottermi con vigore.
Oramai il mio culetto, già elastico di suo, si era allargato e abituato a ricevere quella poderosa mazza che evidentemente si trovava ugualmente a proprio agio in quell’ambiente.
Quindi, mi fece girare e mi penetrò da davanti; ci aveva proprio preso gusto.
Durante la sua lunga e intensa scopata, il mio cazzo rimase sempre bello duro, ai massimi. Me lo menavo lentamente: da una parte mi sarebbe piaciuto venire mentre lei mi inculava, dall’altra avrei prima voluto scoparla anch’io. Avendo una certa resistenza e superato il “punto di non ritorno” della venuta, prevalse il ruolo da attivo. Glielo dissi:
“Susan, prendere il tuo cazzo è stupendo. Ma vorrei anche assaggiare il tuo culetto!”
“Oh certo, anch’io voglio provare il tuo cazzo. Così mi riposo un po’...Sai, il tuo culo mi ha fatto stancare... Hai più resistenza tu a prenderlo che io a dartelo...”. Lo presi come un complimento.

Così questa volta si mise lei a pecorina, le leccai e lubrificai il buchino, infilai un profilattico e mi posizionai per la penetrazione.
Entrai lentamente nel suo ano, che si dischiuse progressivamente, calzandomi come un guanto.
Ero dentro di lei e cominciai finalmente a scoparla. Non c’era sostanziale differenza tra scopare il culo di una donna o di una trans; anzi il culo unisce proprio uomini, donne e trans nel piacere.
Presi il giusto ritmo, aumentandolo progressivamente. Lei evidentemente gradiva, perché era in preda a sospiri e mugolii; il suo uccello aveva perso leggermente vigore e spuntava in avanti da in mezzo alle gambe.
Incularla così era delizioso, ma sentivo che la pressione del circuito idraulico del mio attrezzo stava aumentando e non sarei durato ancora molto a quel ritmo, quindi rallentai. Poi lei mi disse:
“Adesso mi giro e mi scopi da davanti, così poi sborriamo insieme!”
Detto fatto, vederla distesa con le lunghe gambe alzate mentre la inculavo e lei si menava il cazzo tornato ben duro, era una visione davvero piacevole.
Poco dopo lei aumentò il ritmo della sega, dicendo:
“Sì dai, scopami ancora forte che sto per venire. Poi vieni qui che ti voglio sborrare in bocca!”
Diedi gli ultimi colpi, estrassi l’uccello, tolsi il profilattico e mi avvicinai al suo cazzo proprio nel momento in cui Susan esplose in una copiosa sborrata, che raccolsi tutta in bocca gustandola a fondo. Mi disse:
“Mmm... che bravo... mi hai fatto sborrare e l’hai presa tutta in bocca! Sei un gran porco!
Adesso tocca a te... dai, vienimi in bocca! Voglio anch’io la tua sborra!”
Ero proprio sul punto di venire. Mi avvicinai al suo viso, la guardai negli occhi verdi, le porsi l’uccello a cui lei diede gli ultimi colpi con mano e bocca e finalmente eruttai in una intensa sborrata che Susan raccolse tutta nella sua boccuccia.
Quindi ci baciammo, scambiandoci con le lingue il dolce sapore dello sperma l’uno dell’altra.

Rimanemmo qualche minuto sul letto per recuperare le forze. Quindi passaggio in bagno per i lavaggi, per poi dedicarci ad un piacevole social-time finale, in cui Susan si rivelò davvero una bella persona, sensibile e cordiale, oltre che una gran scopatrice e disponibile a tutti i giochi.

Rientrando a casa in macchina, riflettei a caldo sulla bella serata. Fare sesso in modo così completo ed intenso con una trans mi era piaciuto assai, grazie anche all’ottimo feeling che si era subito creato con Susan. E il tutto si era svolto in modo così dolce e con naturalezza che mi parve una corrispondenza reciproca d’amorosi sensi tra due persone accomunate nella ricerca del piacere, senza morbosità e senza sentirmi improvvisamente o necessariamente gay (che rispetto molto, e poi non ci sarebbe niente di male) o al più parzialmente bisex.
Era solo un diverso modo di godere, come appresi anni dopo dalla filosofia di vita di un’altra trans, perché “il sesso non ha sesso...” (N.d.A.: citazione contenuta nel racconto dello stesso autore
“Le mie avventure con due sorelle trans”).

Dopo quel primo indimenticabile incontro, rividi Susan alcune altre volte, finché ahimè ne persi le tracce (probabilmente era ritornata in Francia). Mi farebbe piacere rivederla oggi, per ritrovare con lei quelle emozioni di allora.

Da quella prima esperienza iniziò per me un lungo periodo-trans di almeno un lustro, in cui mi dedicai prevalentemente a queste splendide creature, con anche nuovi giochi e fantasie, incontri a tre e altro.
Poi, dopo aver conosciuto una Maestra delle arti erotiche (come narrato nel racconto di vita vissuta “Le mie avventure estreme con Fiorella”) ritornai “alla cara e vecchia... faiga” (come diceva Jerry Calà nel film “Vacanze in America”, 1984).
Ma pur frequentando attualmente alcune milf abituali o facendo incontri anche con coppie, ogni tanto mi concedo qualche piacevole “trans-gressione”.

Alla prossima avventura, buon divertimento a tutti.


FINE


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