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La nuova capoufficio


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
30.10.2023    |    8.310    |    4 9.8
"Ma lasciami ancora il plug, mi piace tenerlo lì che mi stimola tanto..."
INTRODUZIONE – In questo racconto di fantasia ritorna il personaggio di Mauro, già apparso nella storia in due parti “Fare di necessità virtù” (genere trio) e in vari episodi (cap. 4-5-7-8-12-13) della serie “Angelica, il ritorno: vocazione escort”.
* * * * *

Mauro era un uomo poco più che cinquantenne, alto, di una certa prestanza fisica, brizzolato, con gli occhiali che gli davano un’aria di serietà. Non era sposato né in quel momento fidanzato, ed era sempre alla ricerca di partner “free” o “pay”, con le quali dedicarsi a giochi erotici di ogni tipo.
Da una decina d’anni lavorava come impiegato in una grande azienda di servizi operante a livello regionale. Era inserito in un ufficio avente contatti con il pubblico e per la sue capacità ed esperienza in azienda era ben voluto e rispettato, anche con una certa considerazione da parte dei superiori.
Nel suo reparto, era circondato da donne e per un amante del sesso come lui poteva essere l’ambiente ideale per trovare compagne di giochi, ma in realtà non era così immediato.

Quasi tutte le colleghe potevano rientrare nella categoria delle “milf”, che era il tipo di donna che lui preferiva, nella fascia di età da circa 40 ai 50 anni o poco più, alcune anche carucce ma ognuna aveva “le sue cose” che rendevano impraticabile qualsiasi fantasia su di loro.
Infatti, nella varietà d diversi “tipi” femminili, c’erano: la mammina perfetta che a poco più di 35 anni aveva già 3 figli dall’unico uomo della sua vita; la donna-fragile che, rimasta traumatizzata dal tradimento dell’ex-marito e conseguente divorzio, era in analisi e si definiva “asessuata”; una decisamente “curvy” che non nascondeva il suo bisogno di un uomo ma dal carattere troppo esuberante e un po’ invadente; la “principessa sul pisello” curata nel trucco e nell’abbigliamento ma sempre un po’ troppo perfettina ed a volte un po’ scontrosa; la separata da poco, donna elegante e longilinea, che non ne voleva più sapere degli uomini dedicandosi solo ai figli; la milf con un bel fisico ma che lo nascondeva sotto vestiti troppo castigati e sempre nervosa a causa delle figlie adolescenti e per chissà quali altri problemi, e così via.
Oltretutto, Mauro finora aveva una sua regola: “mai sul lavoro” con colleghe a stretto contatto, per evitare complicazioni e mantenere un buon rapporto lavorativo e personale, come in effetti aveva con loro.
Inoltre, in un ambiente di lavoro a maggioranza femminile, il “chiacchiericcio” inutile era onnipresente a cui lui si sottraeva volutamente; infatti spesso quando una di loro non c’era, le altre di lei ne dicevano peste e corna, e poi quando era presente tutte baci e abbracci...

E allora dato che l’azienda aveva una sede piuttosto grande, aveva allargato i suoi orizzonti verso colleghe di altri reparti, con le quali collaborava solo saltuariamente e quindi il rapporto lavorativo era meno stretto e non quotidiano.
In tal modo era riuscito a combinare incontri e in qualche occasione fare liberamente sesso, senza complicazioni sentimentali o lavorative, con alcune altre milf: Antonellina, la dolce biondina, gentile ed espansiva; Nadia, che pur non particolarmente bella di viso, aveva un corpo notevole e che sarebbe piaciuta a Tinto Brass, sia per le ascelle e la passera non depilate sia soprattutto per il grandissimo culo che Mauro, da buon “cul-tore”, esplorò a fondo; ed ancora Samantha, che per l’aspetto un po’ androgino e la voce bassa e roca qualche collega invidiosa aveva avanzato il dubbio che fosse una transessuale, dubbio fugato da Mauro (che pure apprezzava e frequentava le trans) che appurò che ora era 100% donna, e che donna.
Così, Mauro ogni tanto si consolava con queste altre colleghe indirette, continuando parallelamente a fare incontri con altre donne, trans o coppie, tramite siti di incontri o anche con professioniste del settore.

In ambito lavorativo gli rimaneva un cruccio: non essere riuscito a combinare mai nulla con colei che più lo attizzava: la milf della reception, Marianna, con grandi tette e un bel culo, alla quale da sette anni faceva una corte silenziosa (come Fantozzi con la signorina Silvani...), sia perché dopo il divorzio era libera “sul mercato”, sia forse perché nell’aspetto e in alcune movenze gli ricordava un po’ la escort Angelica, della quale da qualche tempo era un frequentatore abituale (come narrato nei racconti indicati nell’Introduzione, N.d.A.). Ma alle sue avances discrete, lei, donna piuttosto egocentrica e capricciosa, aveva sempre risposto con un due di picche e così lui si mise in disparte in buon’ordine, pur non demordendo nel perseguire l’obiettivo a lungo termine.
Comunque, l’ambiente di lavoro era piacevole e informale (si dava del tu anche ai superiori), in cui Mauro si trovava bene e dove svolgeva le sue mansioni con impegno e dedizione.

Finché un giorno, il dirigente di settore, persona seria e corretta che lasciava autonomia operativa ai suoi dipendenti ma che entro qualche tempo sarebbe andato in pensione, convocò una riunione del personale in cui annunciò un cambiamento organizzativo, con l’inserimento di una responsabile di settore, sua vice, con compiti di sovraintendere sull’intero reparto.
Già da qualche tempo correvano voci di corridoio in merito e giravano alcuni nomi, alcuni auspicati, altri temuti, ed il “chiacchiericcio” in merito si era fatto sempre più insistente.
Così, il dirigente al termine del discorso, annunciò il nome della nuova responsabile, con una certa enfasi e suspense:
“... La nuova responsabile settore e vostra capoufficio sarà... sarà... la dottoressa ingegner... Ginevra Pallavicini Sforza!”
Si levarono dei “nooo...” di disappunto soffocati, sguardi smarriti, volti dei dipendenti disperati: di tutti quello della Pallavicini Sforza, era il nome più temuto. Discendente da una famiglia nobile, e per questo soprannominata “la marchesa”, aveva lavorato in altri reparti aziendali che aveva ristrutturato pesantemente, acquisendo una fama di vice-dirigente molto esigente, rigida e senza cuore.
Il dirigente non aggiunse molto altro, se non un: “...voi continuate a fare il vostro lavoro e vedrete che andrà tutto bene anche con lei...”, che però non suonava molto tranquillizzante.
Dopo la riunione, le dipendenti parlando tra loro, si mostravano, chi più chi meno, assai preoccupati, forse perché alcune erano abituate a prendersi ampie pause durante la giornata o perdere tempo in chiacchiere inutili. Mauro invece non si disperò prima del tempo; nella sua esperienza lavorativa, in questa o altre aziende, aveva visto susseguirsi molti superiori, ognuno con il suo modo di fare, trovando con tutti il giusto modus-operandi.

La settimana successiva, la Pallavicini Sforza si insediò nel suo nuovo incarico, riunì i suoi nuovi collaboratori e senza tanti giri di parole rimarcò le sue esperienze e conoscenze, le due lauree, il suo ruolo di superiore incaricata di ristrutturare il reparto, avendo carta bianca dal C.d.A. e lasciando presagire tempi duri per tutti.
In effetti, i primi tempi furono assai difficili e impegnativi; la marchesa impose un ritmo di lavoro molto intenso, introducendo nuove procedure e programmi informatici, e-mail interne a raffica, riunioni settimanali, frequenti corsi di aggiornamento, richieste immediate di feedback e riscontri sul lavoro di ognuno, e così via.
Non mancarono moniti e rimproveri un po’ a tutti se non rispettavano alla lettera quanto a loro richiesto, ed anche Mauro ebbe un cazziatone per un nonnulla, facendolo sentire lì per lì lo un po’ bistrattato e anche sorpreso perché si dedicava al lavoro sempre con il massimo impegno.

Passata la bufera dei primi mesi, le cose cominciarono ad andare un po’ meglio, la capoufficio cominciò a rendersi conto che il settore aveva le sue specificità normative e operative, creando lacci e lacciuoli di cui tener conto e che non era tutto così automatico come poteva pensare all’inizio, ed allentò in parte la morsa.
E così i vari dipendenti poterono tirare un po’ il fiato ed essere meno stressati, ed anche Mauro “prese le misure” con la Pallavicini Sforza, sia per rapportarsi a lei sul lavoro, sia cominciando a conoscerla meglio come persona.
La capoufficio era sicuramente una funzionaria “tutta d’un pezzo”, assai capace ed esperta, molto determinata ed attenta ai dettagli, forse anche più del dirigente di cui era vice, sempre aggiornata su tutto, dando disposizioni precise ai vari addetti, da cui peraltro si aspettava che fossero correttamente eseguite nei tempi e nei modi indicati. Per queste sue caratteristiche e modo di fare, Mauro la paragonava alla dottoressa Longhi, personaggio della serie tv “L’ispettore Coliandro”, sostituto procuratore dura e rigida che spesso aveva contrasti con Coliandro, poliziotto d’azione, poco rispettoso delle regole ma alla fine risolutivo, e che in un episodio finirono comunque a letto insieme.
Ma per questo lui ne apprezzava la sua capacità e determinazione, eseguendo prontamente quanto richiestogli e rientrante nelle sue mansioni (o anche oltre) e si creò un clima di collaborazione e stima reciproca. Infatti anche la Pallavicini Sforza valutava positivamente il lavoro del suo collaboratore, rendendosi conto della sua esperienza e conoscenza del suo ambito operativo, affidandogli spesso nuovi compiti, comportanti attivazione di nuove procedure, relazioni, report, elaborazioni in excel, ecc., che Mauro eseguiva diligentemente e anche con una certa soddisfazione per essere ben considerato dalla sua superiore.

Così divennero sempre più frequenti i briefing quasi quotidiani e le riunioni ristrette tra i due per gli aggiornamenti per le varie pratiche e situazioni in corso, instaurandosi un clima gradualmente sempre più cordiale e amichevole.
In questi incontri ravvicinati lavorativi, Mauro, oltre ad ammirarla per la sua risolutezza e competenza professionale, cominciò a considerare e osservare maggiormente la sua capoufficio anche come donna. In effetti, Ginevra era una donna che aveva un suo fascino, tra il sexy e l’austero, senza essere una “strafiga” (né voleva esserlo). Aveva corporatura piuttosto minuta, una figura snella ma ben proporzionata, viso intrigante con capelli lunghi castani e occhiali da lettura che ne aumentavano l’espressione di seriosità, un seno di dimensioni contenute (una seconda o al massimo una terza ridotta) ma gradevole e in armonia con il suo fisico e con una caratteristica che aveva ipnotizzato Mauro sin dall’inizio: i capezzoli che spesso apparivano ben in rilievo sotto i vestiti. Inoltre Ginevra usava sempre profumi delicati ma inebrianti, che permeavano l’atmosfera dell’ufficio, stimolando l’olfatto di chi si trovava con lei.
Aumentando la confidenza tra i due, alle volte la capoufficio si lasciava andare a parlare di cose non lavorative, con accenni alla sua vita privata (sposata con due figli studenti universitari) ed ai suoi interessi personali, a cui Mauro replicava volentieri, rallegrandole il viso serioso e procurandole qualche sorriso.

Poi, con l’arrivo della primavera e dei primi caldi, Mauro notò che in ufficio, Ginevra. già abbronzata, indossava spesso abiti, sempre curati, ma più scollati o anche prendisole e gonne più corte. Anzi, alle volte in occasione dei loro briefing lei accavallava le gambe nude mostrando senza remore le cosce snelle ma ben tornite e, chinandosi di fronte a lui, lasciava ben in vista le rotondità dei seni; inoltre sotto gonne o pantaloni aderenti si intravedevano, neanche poco, perizomi piuttosto ridotti evidenziando le toniche forme dei glutei. Spesso, di fronte a lui, lei si toccava i capelli ed alzava le braccia, mostrando le ascelle perfettamente depilate che per lui erano una irresistibile attrazione fetish. Tutti dettagli del suo aspetto e portamento su cui Mauro prestava sempre più attenzione, suscitando in lui dei pensieri e degli interrogativi sulla capoufficio, pensando ad esempio che lingerie indossasse, magari sexy o ricamata.
Così, qualche volta, parlando con lei e osservandola nei suoi atteggiamenti, il nostro uomo immaginava il lato erotico della sua capoufficio, galoppando con la fantasia.
In occasione di uno di questi incontri, Mauro andando nel suo ufficio, la ritrovò china di spalle che cercava qualcosa nell’armadio; indossava dei pantaloni di pelle nera attillatissimi in cui dietro risaltava il filo sottile del perizoma tra le “ciapet” e, appena si girò, davanti erano addirittura evidenti le labbra vaginali sporgenti ai lati della cucitura stretta dei pantaloni. Quella visione fece effetto su Mauro che si ritrovò con un principio di erezione, e quando poco dopo Ginevra gli chiese di mettersi in piedi vicino a lei per guardare insieme dei dati nello schermo, si ritrovò con il suo “pacco” visibilmente rigonfio sotto gli occhi: lei rimase un attimo in silenzio poi alzò lo sguardo verso il suo sottoposto, accennando a un mezzo sorriso e quello che parve un ammiccamento.
Mauro non era certo insensibile a questo diverso atteggiamento della sua capoufficio e cominciò a chiedersi se fosse solo un caso o dei segnali ben precisi.

Il dubbio trovò risposta poco tempo dopo.
Ginevra aveva affidato a Mauro dei lavori di estrazione-dati ed elaborazioni dettagliate per una relazione sull’andamento del settore che lei doveva predisporre, compito che lui eseguì prontamente.
Ma un sabato mattina, dopo aver esaminato insieme tali dati, la capoufficio disse:
“Mauro, io devo completare questa relazione, piuttosto complessa, per il Consiglio di Amministrazione entro lunedì ed oggi non riesco a finirla. Ho ancora bisogno del tuo aiuto per verificare alcune elaborazioni e predisporre dei report con i dati che tu hai estratto, ma oggi pomeriggio qui in sede non possiamo stare, perché fuori orario è inserito l’allarme....” fece una pausa e poi, guardandolo negli occhi con un’espressione inedita, quasi invitante, aggiunse:
“... Senti, ci verresti domani mattina, anche se è domenica, a casa mia diciamo alle dieci, per finire questo lavoro?”
Mauro, preso alla sprovvista, non si immaginava una tale richiesta, ma non potendo dire di no alla sua capoufficio, le rispose con un sorriso:
“Certo, Ginevra... vengo volentieri... per te sono sempre a disposizione...”
“Oh, bene, grazie... Vedrai che così noi due finiamo il lavoro senza essere disturbati... Ecco, questo è l’indirizzo...”
“Ok, allora domani mattina alle dieci sarò da te...”
“Grazie per la tua disponibilità, Mauro... per me è importante poter contare sul tuo lavoro e la tua esperienza.... A domani”.
Così i due si salutarono cordialmente, ma Mauro si chiese perché lo avesse invitato a casa sua per finire il lavoro, che gli pareva già pressoché completo e non necessitante di altri approfondimenti da parte sua; e poi quel “noi due... senza essere disturbati...” lasciava presagire qualche altro fine? Ritenne che ipotesi diverse da quella lavorativa sarebbero state da fantascienza, e quindi pensò solo agli aspetti professionali, anche se nel suo inconscio qualche pensierino diverso stava affiorando.

Così il giorno dopo, ben vestito e rasato di fresco, si recò in auto a casa della capoufficio. Aveva pensato di portarle come presente un vaso con una pianta di ciclamino, dato che lei amava fiori e piante che le riempivano l’ufficio.
Ginevra abitava in una località distante poche decine di chilometri e durante il viaggio Mauro continuava a pensare a lei sempre più come donna con un’attrattiva particolare, che non solo come sua capoufficio.
Arrivò puntuale all’indirizzo, una bella villetta dove lei viveva con il marito, un noto architetto di qualche anno più grande di lei.
Quando Ginevra gli aprì la porta, Mauro rimase senza fiato dal suo abbigliamento: un toppino prendisole attillato bianco, senza spalline, con due bottoni slacciati che lasciavano vedere chiaramente il profilo del seno e, ovviamente, con i capezzoli e l’areola prominenti dal tessuto; inoltre una gonna piuttosto corta con un lungo spacco laterale che risaliva sul fianco, sandali estivi con fibbie dorate che lasciavano in bella mostra i piedini curati con smalto bianco sulle unghie, risaltando sulla carnagione abbronzata, ed anche una braccialetto nella caviglia destra, che qualche significa doveva avere.
Dopo un attimo di silenzio, Ginevra, che ovviamente aveva capito la sorpresa del suo ospite, cercò di scuoterlo dicendo:
“Buongiorno Mauro... benvenuto, entra pure!” dandogli addirittura un bacio inatteso sulla guancia. Mauro cercò di riprendersi da quella inaspettata visione e disse:
“Grazie Ginevra... permesso... ecco, questo è un piccolo pensiero per te che ami le piante...”
“Oh, grazie Mauro... che gentile... sì, adoro piante e fiori... questo ciclamino è proprio carino... domani lo porto in ufficio... Ora accomodati, faccio strada...”
Nel stare dietro a lei nell’ingresso, Mauro vide con altrettanta sorpresa che il toppino lasciava tutta la schiena nuda fino quasi al solco dei glutei; al che pensò tra sé e sé:
“Ma che intenzioni ha ? Perché si è vestita così?... E se con la scusa del lavoro da finire, lei invece avesse voglia di fare altro?... Non è che la capa in realtà è un po’ troia?... No, non è possibile... non farti troppe fantasie... ricorda che è il tuo superiore!”
Però, se la mente gli diceva questo, il suo compagno di merende sotto la cintura aveva recepito ben altri stimoli e cominciava già a muoversi qualcosa.

Nel salone venne loro incontro il marito di lei, Guidobaldo, uomo dall’aspetto distinto, con barba curata, che indossava una giacca da camera ed aveva una pipa in bocca, pur se spenta.
Mauro lo aveva conosciuto in una cena aziendale, e lo salutò:
“Buongiorno architetto, piacere di rivederla!” e l’altro rispose cordialmente, dandogli la mano: “Buongiorno Mauro, piacere mio... accomodati con Ginevra nello studio...fate pure come se io non ci fossi...” e anche questa frase gli suonò strana, ma non ci diede troppa importanza.
Nel lussuoso salone sopra il caminetto c’era un grande scudo con un emblema; Mauro lo guardò incuriosito e senza neanche chiederlo, Ginevra gli spiegò:
“E’ lo stemma nobiliare della mia famiglia ... io sono davvero marchesa: tre bisanti, che sono palle, con una spada che fuoriesce da un calice dorato... Sai, la spada e il calice in araldica sono simboli sessuali, l’uno maschile l’altro femminile... e il motto di famiglia è: ‘ad officium et voluptatem’, cioè ‘per il dovere e per il piacere’... E nelle famiglie nobili a livello di sesso sin dal medioevo accadeva di tutto: perversioni di ogni tipo, sado-masochismo, torture, orge, incesti... chissà forse qualcosa è rimasto in famiglia anche al giorno d’oggi...” concludendo con un sorriso ammiccante.
Mauro rimase sconcertato, non tanto dalla spiegazione quanto dal perché di quelle parole riferite al sesso. Cosa aveva voluto dirgli la marchesa con quell’ultima frase e quel sorriso?
Cercò di scuotersi mentre si accomodava sul divano per un caffè e un pasticcino, parlando del più e del meno.
Poi Ginevra fece entrare Mauro nello studio dove c’era una scrivania e un tavolo circolare, da riunione, nel quale si sistemarono.
Già c’era il pc portatile acceso ed alcuni fogli, così Mauro appoggiò sul tavolo i propri appunti e stampe che si era portato, pronto a cominciare il lavoro.

Ma, d’emblée, Ginevra nel sedersi a fianco al suo ospite fece ruotare frontalmente la sedia girevole e, con studiata lentezza, accavallò le gambe con un sorriso invitante, attirando ovviamente lo sguardo di Mauro. Per un attimo, in quell’accavallamento degno della migliore Sharon Stone di “Basic Instinct”, Mauro vide, o gli parve di vedere, che sotto quella gonna corta affiorava la vulva lasciata all’aria senza traccia di mutandine. Subito pensò:
“Nooo...non è possibile...ma ho visto bene o me lo sono immaginato... ma sotto è nuda?...E vuole farmela vedere?”
Con questo pensiero, che gli diede una simultanea stimolazione, cercò di darsi un contegno e parlare di lavoro. Ma subito Ginevra si avvicinò a lui per guardare insieme un prospetto sul computer e, da quella distanza ravvicinata, i suoi occhi non poterono non indugiare sulle tette appena parzialmente coperte dallo striminzito toppino. E stando così vicini, Mauro era inebriato dal suo profumo, diverso da quelli che usava abitualmente, ma decisamente attraente.
Ginevra parlava come suo solito, ma in realtà erano discorsi evanescenti, senza dire cose rilevanti per il lavoro da fare, ma miranti ad attirare l’attenzione del suo collaboratore.

Finché, dopo pochi minuti. Ginevra fece cadere, apparentemente inavvertitamente, una penna proprio sotto la sedia di Mauro, con un “Opps... mi è caduta la penna...”
Mauro, prontamente, disse: “Te la raccolgo io...”.
Ma nel mentre lui si chinava, lei girò la sedia ed aprì bene le gambe, con la gonna già tirata su.
Questa volta non era una visione effimera o dubbia, gli stava proprio mostrando la figa nuda bella in evidenza!
A quella visione inaspettata, Mauro reagì d’istinto con un: “Eh, la Madonaaa....!” come diceva Renato Pozzetto nei suoi film, rimanendo fermo e chinato ad ammirare quell’oggetto del desiderio.
Ginevra non si scompose e chiese, sorniona: “Hai visto qualcosa di interessante?”
E lui, altrettanto sornione: “Direi proprio di sì!”
“E allora, cosa aspetti a leccarmela?”

Ormai il gioco era scoperto e le vere intenzioni di Ginevra rivelate, voleva proprio fare sesso con Mauro. Il quale, pur con un’eccitazione crescente ed in realtà abituato a incontri di ogni tipo, aveva ancora qualche remora, trattandosi della sua capoufficio e con il marito nell’altra stanza, e fece:
“Certo che... ehm... lo farei... ma tu sei il mio capo... e di là c’è tuo marito!”
“Oh, di mio marito non ti preoccupare, è voyeur e cuckold ed è diventato pure un po’ frocio....E, sì è vero io sono il tuo capo... e allora prendilo come un ordine!... Forza, leccami la figa!” disse lei con tono deciso.
A quel punto Mauro ruppe gli indugi: quando una bella donna seminuda, in una situazione inaspettata e per questo eccitante, gliela sbatte in faccia e dice di leccarla, per lui è un invito a nozze.
Così, inginocchiato davanti a lei, si avvicinò a quella passerina che emanava un aroma di donna in calore ed era pervasa già da qualche gocciolina di piacere. Quindi, affondò il viso tra le cosce di Ginevra, che ora non era più la sua capoufficio ma una donna vogliosa da soddisfare, e cominciò a fare il vero lavoro per il quale evidentemente lei lo aveva chiamato.
Dapprima iniziò a passare la lingua delicatamente tutto intorno, dalle grandi labbra carnose fino al clitoride ben pronunciato e già turgido; poi aumentò il ritmo della leccata, concentrandosi intorno a quell’organo del piacere, senza ancora succhiarlo.
Ginevra evidentemente gradiva quelle attenzioni, emettendo sospiri sempre più prolungati e distendendosi ancora di più a gambe aperte sulla sedia reclinabile per favorire l’operazione.
In quella posizione, oltre alla vulva era in bella evidenza anche il buchino posteriore da cui spuntava un bel plug con gioiello, che lasciò Mauro in ammirazione per qualche istante, lui che adorava vedere culi adornati da tali accessori, facendole i complimenti:
“Ohhh. hai anche un plug... bellissimo, lo adoro!”
Poi Ginevra. con le gambe cinse le spalle di Mauro per tirarlo ancora di più verso di sé, e lo incitava:
“Ti piace il plug, eh?... Anche a me, tanto... alle volte me lo tengo anche quando sono in ufficio... per ora lascialo lì e continua a leccarmi davanti...sì, così... mmm, sei proprio bravo.... dai!”
Così spronato, Mauro continuò a leccare la vulva infilando la lingua e poi un dito il più a fondo possibile, ritraendone un crogiolo di deliziosi sapori di fregna eccitata e sempre più bagnata. Quindi, si dedicò al clitoride, leccandolo intensamente e succhiandolo con decisione.
Quel trattamento, di risucchio e sditalinamento ebbe i suoi effetti, perché Ginevra, evidentemente assai sensibile a quell’approccio, smaniava sempre più, finché dopo qualche minuto ebbe un sussulto e con un rantolo, gridò: “Oh, sììì... vengoooo !” accompagnato da uno spruzzo di squirt che inondò il viso di Mauro, il quale ne fu felice di gustare gli aromi intimi del piacere di lei.

Nel mentre svolgeva quel servizio orale, Mauro ovviamente si era eccitato ed aveva l’uccello duro,
ancora costretto nei pantaloni.
Ginevra ovviamente se ne era accorta e gli disse con tono invitante:
“Ora tocca a me prendermi cura di te... e del tuo amichetto che sta per scoppiare lì dentro, vero?...
Andiamo in camera che stiamo più comodi...”
Così la padrona di casa prese per mano il suo partner e lo portò nella camera da letto comunicante.
Ginevra era rimasta vestita con quel poco che aveva addosso, si sedette sul letto, accarezzò la patta rigonfia di Mauro e gli sbottonò i pantaloni, fino ad estrargli il membro, già duro e pronto per essere usato. Lei rimase ferma e in silenzio qualche attimo, per rimirare quel grosso randello già scappellato, finché disse:
“Mmm... sei proprio ben dotato... un grosso volatile come piace a me!” e così dicendo prese subito in bocca il cazzo di Mauro, che era un uccello di rispettabili dimensioni, leggermente ricurvo, con una grossa cappella e di diametro consistente, iniziando a pompare con decisione.
Lui la lasciò fare, quasi incredulo che la sua capoufficio le stesse praticando un pompino davvero ben fatto, evidentemente era un’esperta nell’arte orale ed un’abile pompineuse.
Infatti Ginevra continuò a dedicarsi al suo membro, leccando tutta l’asta dalla base alla cappella, che poi risucchiò come un’idrovora; nel mentre Mauro, in piedi davanti a lei, le accarezzava i capelli e le spalle. Quindi, lui le cacciò il cazzo fino in fondo alla gola, mentre Ginevra lo guardava languidamente negli occhi; poi, preso dalla frenesia, prese a scoparla in bocca con foga, con lei che riceveva i colpi senza fare storie, emettendo solo borborigmi di gola nel seguire il movimento.

Mauro le fece continuare il lavoro orale ancora per qualche minuti, finché lei disse:
“Dai, adesso spogliati del tutto che vorrei che mi facessi altro...”
“Certo Ginevra...” fece lui rimanendo nudo e aggiungendo sornione: “... però vorrei toglierti io il tuo vestitino e svelare un piccolo mistero...”
“Quale mistero?” chiese lei incuriosita.
“Quello dei tuoi capezzoli che, anche in ufficio, sono sempre ben in vista sotto i tuoi abiti e mi stuzzicano assai la fantasia...”
“Ah, ecco... allora controlla pure come sono fatta lì...” rispose Ginevra sorridendo e offrendo il petto alle cure del suo compagno di giochi.
Quindi Mauro si chinò verso di lei, le aprì gli ultimo bottoni del toppino, togliendolo, e scoprendo finalmente il suo bel seno: due tette non grandi, ma ben proporzionate e di forma perfetta, abbronzate come il resto del corpo (quindi la marchesa era abituata a stare in topless).
E soprattutto Mauro poté ammirare quei capezzoli che tanto lo attiravano: molto sviluppati, scuri ma circondata da un’areola rosa proporzionata, ben eretti e soprattutto trapassati da due grossi piercing a barrette che li rendevano proprio irresistibili.
Così lui rimase un attimo in ammirazione e poi disse: “Ah, che meraviglia... ecco il tuo segreto!... Oltre che un bel seno hai anche degli stupendi capezzoli duri con i piercing che io adoro!... Posso giocarci un po’?”
“Certo, caro... sono tutti tuoi... sono contenta che ti attirino.... Sai, i piercing mi piacciono molto e li uso apposta per attirare l’attenzione di chi mi circonda... e devo dire che funziona!”

Lei si stese sul letto, togliendosi anche la gonna e rimanendo così completamente nuda, lasciando Mauro in ammirazione per qualche istante. Poi, lui si dedicò a quella sua mistica attrattiva: prima accarezzò delicatamente le tette, morbide e naturali, poi titillò i capezzoli con le dita, quindi iniziò a leccarli e succhiarli in modo sempre più intenso. A lui piaceva sentire quelle protuberanze di carne in bocca con il metallo che le attraversava ed altrettanto anche lei gradiva quelle attenzioni mugolando:
“Mmm... sì, bravo... succhiameli... mi piace molto...”
Mauro nel mentre si dedicava ai capezzoli, allungò una mano fino alla sua fighetta bagnata, infilandoci due dita e muovendole ritmicamente.
Quindi Mauro spostò la sua attenzione ad altre parti di quel corpo caldo e tonico, a partire dalla ascelle, lisce, depilate e profumate leccandole lungamente, per poi arrivare ai piedini curati e adorabili, che prese interamente bocca, succhiando l’alluce come fosse un piccolo cazzo.
La sua amante, così stimolata in ogni dove, sospirava sempre più, finché sussurrò:
“Mmm... sei bravo a leccare, anche ascelle e piedi che mi piace assai.... Ma lasciami ancora il plug, mi piace tenerlo lì che mi stimola tanto... Ora che mi hai preparata a puntino, ho una gran voglia di qualcosa grosso e duro... Dai, scopami!”

A quella richiesta, che pareva più un ordine che un desiderio, Mauro fu bel lieto di eseguirla::
“Certo Ginevra... ti accontento subito!” disse, mettendosi davanti a lei già a gambe aperte.
Avvicinò l’uccello duro a quella passerina vogliosa che emanava feromoni eccitanti. Le strusciò più volte il cazzo sulle labbra e sul clitoride e infine lo infilò nel pertugio umido in un sol colpo deciso,
che fece trasalire la donna:
“Oh, che cazzone!... Fammelo sentire tutto!”
Mauro cominciò a scoparla seguendo il suo ritmo abituale: dapprima più dolce per saggiare l’ambiente, che peraltro riceveva i colpi senza difficoltà; quindi gradualmente più intenso, facendo dei dentro-fuori per ammirare la fighetta aperta, darle dei colpi sul clitoride per poi ricacciarlo dentro a forza.
Nel mentre si faceva scopare a gambe larghe, Ginevra smaniava dal piacere, sfregandosi il clitoride e mugolando sempre più forte.
Nel mentre era così impegnato, Mauro era quasi incredulo che stesse scopando la sua capoufficio,
il suo superiore così decisa e tutta di un pezzo sul lavoro quanto ora una gattina mansueta e donna vogliosa di farsi sbattere a dovere.

A un certo punto della scopata, si sentì una voce maschile che esclamò:
“Bravo, Mauro... scopala a fondo che le piace!”
Era Guidobaldo, il marito, che da qualche minuto stava assistendo alla scena, senza pantaloni ma solo con la giacca da camera e con il cazzo duro in mano.
Mauro, preso dalla foga della passione, si era proprio dimenticato che in casa c’era anche il marito di lei. Pur senza essere imbarazzato, cercò di giustificarsi dicendo:
“Uh... oh... scusi, architetto... ma la sua signora... mi ha invitato a...”
“Non ti preoccupare caro... Ginevra è così e va soddisfatta... e io sono contento se lei è felice....non ti dà fastidio se io rimango qui, vero?”
“Hai sentito Mauro?... Mio marito è consenziente, quindi non ti preoccupare e continua... che sto per godere ancora!”
“Ehm... se per voi va bene... io non ho problemi... ho esperienza di giochi a tre con le coppie, quindi non mi formalizzo!”

Mauro riprese a scopare con forza la donna, ora sotto gli occhi del marito che si era avvicinato accanto a loro. In un momento in cui aveva estratto l’uccello, Guidobaldo lo afferrò e scambiò un’occhiata con Ginevra, la quale disse:
“Non ti dispiace vero se mio marito te lo succhia un pochino?”
Lui la guardò un po’ stupito, ma rispose tranquillamente: “Se vuole, architetto, faccia pure...”
In effetti negli incontri con coppie lasciava fare questo e altro. Così Guidobaldo prese in bocca l’attrezzo duro di Mauro, leccandolo e succhiandolo avidamente, mentre con una mano continuava a segarsi, e fece:
“Mmm... hai ragione Ginevra... è proprio un bel cazzo... e adesso è impregnato del sapore della tua figa ed è proprio buono!”
Dopo averlo spompinato per bene, l’architetto reinserì il cazzo nella figa della moglie, dicendo:
“Forza Mauro... sbattila forte fino a farla venire!”
“Sììì, dai Mauro... che voglio godere!”
Il buon Mauro, così incitato, si mise di impegno e riprese il suo ritmo scopatorio, in fondo eccitato che il marito li stesse guardando. Mentre era tutto preso, sentì qualcosa che si stava inserendo nel suo ano. Era Guidobaldo che gli stava infilando un dito nel culo.
“Che fa architetto?” chiese con nonchalance.
“Oh, niente caro... sto solo esplorando il tuo bel buchino... che devo dire non mi pare stretto...”
“Ehm... no... in effetti mi piace il sesso anale e farmi possedere da donne e trans....”
“Hai capito il nostro Mauro... mi sa che dopo facciamo anche questi giochi... ma prima fammi godere, quasi ci siamo” sussurrò Ginevra tra un gemito e l’altro.
Mauro aumentò l’intensità dei colpi e dopo un ulteriore martellamento, Ginevra parve in preda alle convulsioni, finché raggiunse un intenso orgasmo, accompagnato da una cospicua squirtata:
“Mmm.... sììì... sììì.... godo... godooo... gghh... vengooo!.”
Mauro si ritrovò inondato dalla venuta della sua capoufficio; si chinò a baciarla, cercando la sua lingua in un intreccio salivoso. Ma lei che ancora smaniava dal piacere, gli sussurrò:
“Dai, non ti fermare... continua a scoparmi e godi anche tu in me...”
“Come?...Vuoi che ti venga dentro? “ chiese lui un po’ stupito.
“Sììì... ho voglia di farmi riempire dalla tua crema... comunque, tranquillo, uso la spirale e mi controllo spesso... immagino anche tu...”
“Ehm... sì... per questo mi controllo anch’io... e frequento partner fidate...”
“Allora cosa aspetti?... Dai, scopala ancora e riempila di sborra!” intervenne il marito, sempre stuzzicando il culo di Mauro ora con due dita, cosa che in effetti a lui non dava affatto fastidio.

Così incitato dai due coniugi, Mauro che aveva lasciato il cazzo dentro, riprese a martellare quella vagina zuppa di umori. Cercò di tenere il ritmo più alto possibile per giungere a compimento.
E in effetti, tra l’eccitazione al pensiero di fare un creampie alla sua capa e gli stimoli che gli procuravano la scopata al naturale e le dita in culo, era vicino a giungere a compimento.
Continuò ancora per qualche minuto a scoparla a forza e, dopo una serie di colpi finali, Mauro arrivò finalmente all’apice del piacere:
“Ecco... sto per venire.... sììì... oh Ginevra, ti riempio di sborraaa!”
Il suo cazzo eruttò una abbondante colata di sperma che si riversò nella natura intima della sua capoufficio, la quale si sentì corroborata nell’avvertire quel fiume di liquido caldo e denso che la stava inondando.
“Mmm.... oh sì, caro... la sento tutta.... la tua sborra fluire in me... è una sensazione stupenda... ho fatto anch’io un’altra godutina... Sei davvero un bravo scopatore!... Ora ci pensa mio marito a ripulire tutto, vero Guidobaldo?”
“Certo cara!....E’ compito mio raccogliere la crema dei tuoi amanti che ti cola fuori!”

Così, mentre Mauro aveva appena estratto il cazzo ancora semiduro e gocciolante, il marito si avventò sulla vagina colante e leccò avidamente lo sperma che colava fuori.
Mauro guardò un po’ sorpreso, ma non più di tanto perché piaceva molto anche a lui leccare fighe e culi sborrati.
Mentre il marito le leccava la figa per ripulirla a dovere, Ginevra disse a Mauro, che le si era avvicinato per baciarla: “Il tuo cazzo ora te lo ripulisco io!”, afferrandogli l’uccello e prendendolo in bocca, gustandolo ancora un po’, impregnato com’era dai propri umori vaginali e carpendo le ultime gocce di sperma.

Dopo quella degna conclusione della scopata, Mauro e Ginevra rimasero nudi e stesi sul letto per riprendersi dagli orgasmi, accarezzandosi l’un l’altra in silenzio, mentre Guidobaldo era andato nel salone a fumare la pipa.
Quindi, iniziarono una conversazione sulla loro intimità, con Mauro che riprese il dialogo, dicendo:
“Sai Ginevra, se posso parlare liberamente, sei tanto seria, integerrima e ligia al dovere sul lavoro quanto passionale, disinibita e vogliosa come donna....”
“In effetti è così... immagino che questo ti abbia sorpreso...”
“Eh, inevitabilmente... ma è una gran bella sorpresa....”
“Vedì, io ho sempre amato il sesso... una volta lo vivevo solo privatamente con mio marito, poi ci siamo riscoperti coppia aperta, libertina e anche scambista... lui è diventato prevalentemente gay e io con l’età sono diventata bisessuale e quasi ninfomane.... invitiamo qui i nostri amanti reciproci e così mi faccio anch’io i maschioni che mio marito si porta a casa.... abbiamo insegnato come vivere liberamente il sesso anche ai nostri figli, un maschio e una femmina che ora studiano all’università, che alle volte partecipano ai nostri giochi...”
“... Allora complimenti a te per vivere così liberamente la tua natura ed essere una donna sessualmente aperta.... Ma vorrei chiederti: e sul lavoro? Come può convivere questa tua vera essenza di donna con il ruolo di responsabile aziendale e la tua brillante carriera?”
“Beh, devo dirti che alle volte la carriera dipende anche dal letto in cui finisci... Io nel corso del tempo mi sono fatta tutti i presidenti e direttori generali dell’azienda, sia che fossero uomini che donne... così come diversi dei miei sottoposti, collaboratori e collaboratrici... Alcuni mi hanno soddisfatta pienamente ma altri sono stati una delusione: uomini impacciati o che hanno fatto cilecca, donne frigide o che non sanno dare piacere ad un’altra donna... A me ci vuole una persona fidata, che mi soddisfi adeguatamente sia sul lavoro sia nel sesso... diciamo uno come te!”
“Oh, grazie per la considerazione... ma tra i tanti, com’è che hai scelto me?”
“Ecco, oltre che sei serio e competente sul lavoro e diciamo pure che sei un uomo interessante... e decisamente scopabile... ho avuto referenze molto positive su di te come bravo amatore da alcune mie collaboratrici nei precedenti reparti in cui ero, come Nadia, che come sai ha un culo favoloso, e anche Samantha, che tu ti sei scopato ora da donna, ma io l’avevo conosciuta vari anni fa quando ancora era una trans, anche ben dotata...”
“Ah, ecco... certo che le voci di corridoio corrono...”
“Già, non ti immagini cosa dicono le donne tra di loro quando credono di non essere ascoltate...
Comunque, tutto quello che abbiamo detto e fatto tra noi, naturalmente resterà strettamente riservato e tu sei tenuto al massimo segreto... altrimenti saranno guai.... Invece se mi darai pienamente soddisfazione vedrai che ci saranno benefici e sviluppi di carriera...”
“Oh, certo... stai tranquilla...sono la discrezione fatta persona...rimarrà tutto tra noi... “
“Ma dimmi, Mauro... so che non sei sposato, ma neanche compagne fisse?... E dire che ci sai fare...”
“Oh no, sono un single irriducibile!... Non sono né sposato, né attualmente fidanzato, pur avendo avuto in passato alcune storie... Ciò ha qualche svantaggio ma anche il grande vantaggio di consentirmi di avere campo libero per avventure erotiche, senza implicazioni sentimentali. con donne, ma anche trans e coppie, sia incontri “free” che “pay”...”
“Ah, però... certo che hai un’ampia esperienza con donne e non solo... e si vede... Ma per incontri “pay” intendi con prostitute?”
“Beh, si...incontri a pagamento ma certo non con le stradali o con chi capita, bensì con escort di livello, soprattutto milf che adoro, con le quali si possono realizzare molti giochi e fantasie che magari donne “normali” non fanno... c’è tutta una filosofia nella ricerca e frequentazione di escort o trans in questo settore...”
“Mmm... interessante... quello delle escort, come dici tu “pay”, è un mondo che non conosco, ma mi piacerebbe approfondire, vedere come sono, come lavorano, cosa fanno... Dì, mi ci porti da una escort?... L’idea di un incontro a tre con una professionista del settore già mi eccita...”
“Ah, se dici sul serio... ti ci porto molto volentieri... da qualcuna fidata, di classe... ad esempio una milf che si chiama Angelica e riceve a Riccione... è una persona davvero fuori dall’ordinario per molti aspetti...penso che ti piacerebbe fare giochi a tre con lei...”
“Bene!... Certo che dico sul serio... Combiniamo pure un incontro con lei... mi piacerebbe davvero conoscerla... poi mi racconterai qualcos’altro su di lei... Ma, intanto, che ne dici se continuiamo i nostri giochi?”
“Oh certo, Ginevra, con piacere... Dammi solo ancora qualche minuto per ritornare... diciamo... pronto per l’uso...”
“Ci penso io... prima hai detto che ti piace farti possedere da una donna... sarai servito!”

Così dicendo, Ginevra si alzò dal letto ed aprì l’anta di un armadio, rivelando una dotazione di sex-toys ed accessori erotici piuttosto completa: dildo, vibratori, cinture falliche, fruste, manette, ecc.
Mauro rimase stupito, non immaginava che una persona così seria sul lavoro nascondesse una tale propensione verso fantasie sessuali e giochi particolari.
“Ti piacciono i miei giocattoli?... Li uso sia quando sono sola che con mio marito o con i nostri amanti del momento... Ora ne proverò qualcuno su di te, vedrai che ti stimoleranno assai...”
“Beh, non nego che piace anche a me usare questi toys e farli usare dalle mie partner su di me... quindi sono piuttosto allenato e anche sempre pulito per farmi possedere tranquillamente...”
“Molto bene... se ti piace farti possedere, ti accontento subito!... Forza, mettiti a pecora!” disse infine Ginevra con tono deciso e che non ammetteva dinieghi.

Mauro accolse di buon grado l’invito, un po’ perentorio, di Ginevra. Appena messo in posizione, sentì subito la lingua della donna che si stava dedicando al suo orifizio anale in un rimming salivoso e profondo, a cui seguì subito l’introduzione di un paio di dita.
“Mmm... Hai proprio un bel culetto aperto... si vede che sei abituato a questi giochi... Mi piace molto esplorare il culo, maschile o femminile che sia, prima di possederlo....”
Ginevra continuò ad infilare le dita con una goccia di lubrificante. Era arrivata a quattro e le muoveva agevolmente dentro, mentre Mauro non batteva ciglio.
“Ehi, ho quattro dita e non ti fa nessun effetto?”
“Oh sì, mi piace molto... le dita femminili mi stimolano e mi rilassano... Anzi, per dirla tutta, alle volte mi faccio infilare anche tutta la mano per un fisting completo!”
Ginevra rimase stupita: “Ti fai fistare?... Ma guarda un po’... anche a me piace farlo con mio marito o tra donne... a un altro uomo non l’ho mai fatto.... Se vuoi, faremo anche il fisting, ma prima ti voglio penetrare... con questo!”

Così dicendo, prese un dildo piuttosto grosso tra quelli che aveva nella sua collezione, e dopo averlo lubrificato ne appoggiò la cappella sullo sfintere del suo sottoposto e comincio a spingere.
Senza troppo sforzo il fallo entrò agevolmente.
“Uaooo!.... Come l’hai preso subito!...Adesso lo muovo un po’...”. Iniziò così a muoverlo avanti e indietro in modo deciso, con Mauro che emetteva dei sospiri di gradimento.
“A penetrarti così mi eccito anch’io... sono di nuovo tutta bagnata... Adesso mi preparò per scoparti!... Faccio continuare a mio marito... Guidobaldo, vieni qui!”
Il consorte rientrò in camera, si spogliò nuovamente eccitato alla vista di quella scena; la moglie gli passò il dildo che l’uomo riprese a manovrare nel culo di Mauro.
Intanto Ginevra indossò la cintura fallica e si avvicinò da dietro a Mauro, rimasto alla pecorina con il dildo nel culo. A un cenno, il marito estrasse il fallo e la consorte appoggiò la punta del suo attrezzo, dando quindi un colpo secco per inserirlo interamente che fece trasalire il suo sottoposto con un grido soffocato.
“Caspita, Mauro.... l’hai preso tutto in un sol colpo!... Sei proprio ben allenato a questo gioco!... Adesso ti scopo a dovere!”
Così Ginevra prese a fotterlo con forza, tenendolo per i fianchi. Le piaceva il ruolo da attiva che faceva spesso con il marito e con le sue partner femminili. Ma il culo di Mauro la attraeva in modo particolare, così aperto e disponibile a ricevere i suoi colpi.
Intanto, il marito si era messo sotto il loro ospite, prendendogli il cazzo in bocca mentre continuava a menarselo.
Dopo qualche minuto di questo trattamento, padrona-Ginevra ordinò al suo succube:
“Ora girati e alza il bacino, che ti voglio inculare da davanti!”
“Certo, volentieri... così mi metto più comodo...” rispose Mauro che si stava gustando quel trattamento.
Così la donna si mise davanti a lui alla missionaria e lo penetrò senza indugio, riprendendo a fotterlo, mentre Guidobaldo si rimpossessò del cazzo duro di Mauro, riprendendo a spompinarlo.

Dopo oltre venti minuti di movimento scopatorio, Ginevra cominciò ad essere un po’ affaticata
e rallentò il ritmo. Mauro se ne accorse e disse sornione:
“Eh, vedi che alla lunga è stancante fare l’uomo...”
“Beh, in effetti è vero... ma vediamo come te la cavi tu a scopare... mio marito!”
Mauro rimase un attimo interdetto, negli incontri con le coppie di solito non si dedicava all’uomo da attivo. Tentò di evitarlo, dicendo: “Come, tuo marito?....Se vuoi continuo con te, che ci sarebbe qualche altro buchino da esplorare... ma...”
“Niente ma!... Ho piacere che inculi mio marito, per condividere il nostro piacere di coppia... Poi, se sarai bravo come premio ti darò il mio culo!”
“E va bene... visto il premio in palio, mi dedicherò a tuo marito...”
Quindi, Guidobaldo si mise a sua volta in posizione supino, con le gambe alzate e Mauro davanti a lui con l’uccello duro in mano, pronto ad agire ma un po’ titubante. Intervenne Ginevra;
“Forza... Cosa aspetti.... Non mi dirai che nelle tue esperienze non hai mai scopato un uomo.... Un culo è un culo, maschile o femminile che sia... Sta tranquillo, lui è depilato, sempre pulito e molto elastico, come te.... vedi, gli infilo tre dita comodamente...Dai, ora inculalo che non vede l’ora di prenderlo!”

Mauro fece un sospiro; pur non facendo incontri solo con uomini, aveva esperienze con coppie per giochi a tre e gli venne in mente quell’evento con Angelica, che doveva essere una gang-bang ma poi era diventata un’orgetta con anche giochi bisex (Cap. 12-13: “La gang-bang” della serie: “Angelica, io ritorno: vocazione escort”).
Così, rotti gli indugi, si mise in posizione con il glande sull’orifizio dell’uomo già lubrificato quando Ginevra gli prese il cazzo in mano e lo cacciò di forza nel culo del marito. A quel punto a Mauro non gli rimase che completare l’opera, infilando tutta l’asta e iniziando a fotterlo. In effetti, non era poi così male, un ano accogliente e navigato, come quello di alcune trans o trav con cui scopava ogni tanto; socchiuse gli occhi mentre lo scopava, pensando invece al culo di Ginevra promesso come premio.
Intanto, Guidobaldo gemeva di piacere, con l’uccello in piena erezione, un membro di dimensioni normali non certo da superdotato. La moglie glielo prese amorevolmente in bocca, succhiandoglielo dolcemente e sussurandogli:
“Ti piace caro?.... E’ un bel cazzo quello di Mauro, vero?.... Adesso mentre lui ti scopa io mi dedico al tuo uccello, così tra poco sborrerai come tuo solito...”
“Mmm... si, amore... è proprio bello farsi inculare da un bel cazzo così, mentre tu me lo prendi in bocca.... Dai, continuate che sono già ai massimi e tra poco vengo....”

Il terzetto continuò in questo modo per diversi minuti con Ginevra che guidava le operazioni, spompinando il marito e controllando che fosse adeguatamente sodomizzato da Mauro, al quale disse:
“Bravo Mauro... continua così ancora un po’, ma non venire... Ogni tanto tira fuori il cazzo che voglio vedere il buco aperto e succhiartelo... ecco così!”
Mauro aveva in effetti estratto il suo attrezzo, lasciando l’ano dell’architetto piuttosto dilatato, con Ginevra che si era avventata sul cazzo, prendendolo avidamente in bocca e continuando a menare con la mano quello del marito, e dicendo:
“Mmm....che buono il cazzo appena uscito dal culo... ha un sapore così eccitante!”
Mauro sorrise compiaciuto, mai avrebbe immaginato che la sua capoufficio fosse in realtà una troia così porca, che gli ricordava in alcune perversioni la sua amica Angelica, escort e donna fuori dall’ordinario.

Poi, Ginevra impartì un nuovo ordine: “Ora riprendi a incularlo... dagli qualche colpo forte mentre io lo spompino come si deve fino a farlo venire!”
Guidobaldo si gustava quel doppio trattamento, sospirando a occhi socchiusi, e riprendendo a menarsi l’asta dell’uccello mentre la cappella era risucchiata voracemente dalla moglie, finché sentì lo sperma risalire ed esplodere in bocca a Ginevra che accolse soddisfatta la sborrata liberatoria fino all’ultima goccia.
Quindi si rialzò di fronte ai due uomini, aprì la bocca per far vedere che era piena di sperma ed iniziò ad ingoiarla lentamente, dicendo:
“Mmm... buona, adoro la sborra...” che eccitò ancor di più Mauro.
Però, ne trattenne una piccola parte in bocca, si avvicinò a Mauro e fece:
“Ora ti bacio e ti passo qualche goccia di sperma di mio marito, vuoi assaggiarla?”
Mauro, ancora una volta stupido dalla sfrontatezza di quella donna, non poté fare altro che annuire; del resto era abituato a ingoiare sborra di trans che non gli dispiaceva affatto:.
Così accostò le labbra a quelle di Ginevra, ritrovandosi con la sua lingua in bocca dalla quale colavano gli ultimi residui di sperma. In effetti non era neanche male, di sapore gradevole..
Superato quel primo momento, i due continuarono a limonare con le lingue avvinghiate, mentre lei aveva ripreso in mano il cazzo duro di lui, il quale allungando la mano le sditalinava la fighetta bagnata.
“Ora vuoi continuare e riprendere a scoparmi?”
“Certo!... Mi avevi promesso un premio...”
“Oh sì!... Ora ti offrirò il mio culo!.... Ecco, è tutto tuo!... Toglimi pure il plug...”
Così dicendo Ginevra si distese sul letto alzando le gambe e mostrando la sua invitante rosellina anale con ancora inserito il plug.
Mauro si avvicinò a quella parte, leccò tutto intorno alla zona anale insalivandola; quindi afferrò con i denti i bordi del plug e tirò gradualmente. Così l’oggetto, che non era affatto piccolo, si sfilò da solo con un “ploff!”, mostrando l’orifizio rimasto leggermente aperto in tutta la sua eccitante attrattiva. Pur se metallico, il plug era rimasto impregnato dal sapore del culo di colei che lo indossava e Mauro non poté resistere dal leccarlo ben benino, per poi infilare la lingua direttamente nel buchino, ancor più saporito.
Ginevra, apprezzando quelle attenzioni, disse: “
“Mmm... sei bravo anche a leccare il culo...Ti piace, eh?”
Al che Mauro annuì mentre continuava a dedicarsi all’anilingus, poi cospargendo un po’ di lubrificante per renderla pronta all’uso.
Guidobaldo, che doveva recuperare le forze dopo il godimento, si era spostato per lasciar spazio a loro due e godersi lo spettacolo.
Mauro si mise ancora una volta in posizione, strofinò la cappella prima sul clitoride e sulle labbra vaginali, dando qualche colpetto con la sua mazza per eccitare ancor di più Ginevra, la quale gridò la sua voglia:
“Cosa aspetti?... Ora sbattimelo nel culo e fammi godere ancora!”

A quelle parole, il suo sottoposto inserì di forza la cappella in quel pertugio segreto, che poi tanto segreto non era perché entrò facilmente, evidentemente era un antro allenato a ricevere visite.
Quindi, infilò l’uccello per tutta la lunghezza e cominciò a fotterla con decisione.
Ginevra riceveva i colpi con nonchalance, evidentemente abituata a farsi sodomizzare, accompagnandoli da mugolii di piacere mentre si sfregava il clitoride.
“Sì... sììì... dai, continua a incularmi... è stupendo sentire il tuo cazzo così... mmm...”
Ginevra aveva davvero un culo delizioso: non stretto ma neanche sfondato, molto accogliente ed elastico, con le pareti anali che avviluppavano il suo pene in un caldo abbraccio.
Mentre la scopava, Mauro per qualche istante cercò di fare mente locale: era nel letto della sua capoufficio, disponibile e vogliosa e la stava inculando a forza, sotto gli occhi del marito consenziente! Una situazione incredibile, che faticava a realizzare razionalmente.
Ma, avendo in quel momento la maggior parte del sangue nell’uccello duro più che nel cervello, tornò a concentrarsi sulla scopata, alternando colpi decisi a movimenti dentro-fuori, che fecero andare fuori di testa Ginevra che raggiunse un altro orgasmo:
“Mmm... gghhh.... oh sì, godo di culo!.... vengoooo...!” squirtando il suo piacere con un cospicuo getto di liquidi vaginali, e aggiungendo: “Non ti fermare... continua a incularmi fino a venire anche tu!”
Mauro era contento di averla fatta godere di nuovo, sempre una piccola, grande soddisfazione per un uomo, specie quando la partner è la sua superiore. Dopo aver scopato marito e moglie così lungamente, sentì che si avvicinava il punto di non ritorno e quindi decise di cambiare posizione.
“Ginevra, che ne dici di girarti per il gran finale?”
“Certo, caro... mi metto volentieri alla pecorina, così mi prendi per i fianchi mentre mi monti!”
Lui eseguì, ritrovandosi ingroppato a lei mentre la inculava ancora.
Continuò ancora per alcuni minuti finché sentì lo sperma risalire nei circuito interno, pronto a fuoriuscire:
“Ecco Ginevra... sto per venire... sì, vengooo... ti sborro nel culooo!”
Una cospicua eiaculazione riempì di sperma caldo le profondità anali di Ginevra, che la accolse con un “Sììì.... la sento... mi hai riempito il culo!... Stupendo!”
Mauro rimase dentro la natura anale di Ginevra ancora per un minuto o due, muovendo l’uccello finché era di una certa consistenza. Poi lo sfilò e disse alla sua partner:
“Ora te la passo io la sborra in bocca!”
Affondò il viso tra i morbidi glutei di Ginevra e passò la lingua tutto intorno alla rosellina su cui colava lo sperma che fuoriusciva dall’ano dilatato, che Mauro risucchiò appoggiandovi le labbra. Raccolta una quantità sufficiente del proprio liquido seminale, attaccò le sue labbra a quelle di Ginevra la quale le dischiuse per accogliere quel nettare.
“Mmm... davvero buona la tua sborra... è dolce e sostanziosa... Grazie per avermi leccato dopo la venuta e avermela fatta assaggiare... La prossima volta mi sborri direttamente in bocca che la ingoio tutta!”
“Sono contento che ti piaccia... Sai, anch’io adoro leccare fighe e culi sborrati...”
“Sei proprio un bel porco anche tu, eh!.... Così tra porcellini ci intendiamo a meraviglia!”

Poi, calata la carica di adrenalina dell’amplesso e, un po’ stanchi dopo due ore di sesso, Ginevra e Mauro si stesero sul letto vicini vicini per recuperare le forze, restando in silenzio qualche istante.
Quindi, Ginevra gli prese la mano e disse:
“Mauro, sei un ottimo amatore... Mi hai soddisfatta completamente... Mi considererai una sgualdrina, ma questa è la mia natura...Io ho bisogno di fare sesso il più possibile e di partner abituali, affidabili ed esperti, proprio come te... Continueremo a fare sesso privatamente e a lavorare con la massima serietà in ufficio come se niente fosse...Mi raccomando, riservatezza e devozione...”
Mauro le sorrise, l’abbracciò e rispose: “Certo Ginevra, inizialmente mi hai stupito con il tuo comportamento, poi ho capito che dietro la capoufficio severa e determinata c’è una donna sensibile con i suoi desideri, di mentalità aperta e disinibita... Ti ammiro molto, ti ringrazio della fiducia e considerazione e sono sempre a tua disposizione, obbediente al lavoro e... amatore appassionato a letto......” concludendo con un bacio profondo.
Mentre i due stavano limonando come ragazzini innamorati, rientrò in camera Guidobaldo che era andato a preparare l’aperitivo. Vedendoli così e porgendo loro il drink, sorrise e disse:
“Mauro, ti ringrazio per essere stato così disponibile con noi e per averci soddisfatto entrambi. Tra due giorni parto per un lungo viaggio di lavoro in Qatar e Dubai, dove rimarrò per almeno un mese per un progetto internazionale di grande portata.... Ti lascio Ginevra, con te è in buone mani e mi raccomando... scopala sempre come si deve!”
“Ehm... grazie, architetto... mi prenderò cura di lei... in tutti i sensi!” confermò Mauro.
“Bene, ora concludiamo quella relazione per l’ufficio... che in realtà è pressoché pronta... ‘per il dovere e per il piacere’ come il motto di famiglia....quindi andiamo a pranzo al ristorante... e poi nel pomeriggio...” disse Ginevra, interrotta da Mauro che aggiunse ammiccante:
“... dopo il dovere riprendiamo i nostri giochi di piacere...!”
“Certo, abbiamo ancora tante fantasie erotiche da realizzare!” concluse Ginevra baciandolo.

Così, per il buon Mauro si aprivano nuove prospettive di vita e sul lavoro, grazie a Ginevra, sua esigente capoufficio ed ora anche sua vogliosa amante .


“Dedicato a tutti coloro che hanno sempre desiderato scoparsi la propria capoufficio... e a quelli che ci sono riusciti”


FINE

Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.

P.S. Sono graditi commenti, osservazioni e suggerimenti, anche tramite messaggio privato sul profilo. Grazie per l’attenzione.
.

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