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Le mie avventure: incontro a tre con Michela e Larysa


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
14.02.2022    |    8.208    |    1 8.6
"Michela sorridendo, mi fece distendere e preso il mio cazzo vi si impalò a smorzacandela infilandoselo prima in figa e poi nel culo, sempre accogliente ed..."
Dopo aver narrato in altre storie alcune mie avventure con singole donne, trans e coppie, questa volta vorrei raccontare la mia esperienza di un incontro a tre con due donne, avvenuto tempo fa (pre-Covid), non l’unico di questo tipo che ho fatto ma uno dei più piacevoli. E’ una storia personale reale, con solo un piccolo margine di “licenza letteraria” per adattamento narrativo.

Tra le mie partner abituali c’è Michela (nome di fantasia, per privacy) che conosco e frequento da tempo. Tipica milf romagnola, nel senso migliore del termine, intorno alla cinquantina (ma l’età conta poco date le sue qualità), ben portati, altezza media, viso sorridente non da playmate ma da piacente donna “normale”, capelli biondi mossi un po’ ricci, fisico proporzionato e piuttosto tonico, seno di taglia contenuta ma con due magnifici capezzoli sempre eretti, ed un lato-B.bello e sodo (appare anche in alcune fotine nella mia pagina).
Lei ha l’attrattiva di una donna normale, vera e non costruita (come alle volte accade), e per questo a mio avviso è probabilmente ancor più intrigante e stimolante, a cui le piace il sesso in tutte le sue forme, offrendo tutto il suo corpo e la mente, e dimostrandosi adeguatamente porcellina.
Pur avendo una situazione familiare un po’ complicata (separata, con figli, un compagno ufficiale, ecc.) e i problemi di tutti i giorni da “casalinga disperata”, quando riusciamo a combinare le cose gli incontri con lei sono stati sempre piuttosto prolungati e intensi, in cui si può dar corso a un’ampia gamma di giochi e fantasie erotiche, per il piacere reciproco e con un suo completo coinvolgimento.
Oltre agli ampi preliminari (abilissima nel lavoro orale molto ben fatto e gustoso, daty, 69, baci profondi e bagnati, ecc.) ed alla penetrazione vera e propria in varie posizioni (compreso il lato-B disponibilissimo, ça va sans dire), si possono ad esempio esplorare ginecologicamente le sue intimità in entrambi i pertugi (inizialmente strettini, ma poi subito accoglienti) sia con le dita che con vibratori, con i quali alle volte concede anche una doppia penetrazione e ne ricambia volentieri l’uso su di me, sapendo che mi piace essere posseduto dalla partner.
E poi si può continuare lungamente con altre varianti, compreso pissing e altri giochi bagnati.
Infine, quando durante la scopata si arriva all’apice del piacere, i suoi orgasmi sono sicuramente reali, intensi e bagnati, con grida e fremiti che la scuotono in tutto il corpo, e se, ancora avessi resistito, si può concludere degnamente con un gioco di bocca per la venuta finale.

Dato che a lei piace anche la patata e si dedica volentieri a giochi con donne, una volta parlando di possibili nuove fantasie le ho chiesto se avesse un’amica con la quale fare un incontro a tre.
Dopo averci pensato un attimo, disse che aveva un’amica che ogni tanto passava in zona a trovare dei parenti e con la quale aveva già avuto esperienze di questo tipo.
Si chiamava Larysa (anche questo nome di fantasia), era originaria di un paese dell’est ma residente in Italia da molto tempo; mi fece vedere qualche fotina, da cui rimasi subito attratto, cominciando a pensare a come poter organizzare le cose.
In generale, dalle esperienze vissute, credo che negli incontri a tre con due donne, sia fondamentale che le due partner si conoscano e siano tra loro affiatate e abituate a certi situazioni, per creare il giusto feeling ed il coinvolgimento collettivo.

Così qualche tempo dopo, Michela mi avvisò che la sua amica sarebbe venuta in zona per un breve soggiorno estivo dai parenti e che quindi si poteva combinare il tanto atteso incontro a tre.
La sera convenuta, mi recai da Michela che avevo reso disponibile e libero il suo appartamento: lei e Larysa mi accolsero già in abbigliamento sexy: calze a rete, mini-perizoma, top trasparente senza reggiseno, trucco leggero ma accattivante.
Larysa mi apparve così come una bella ragazza, di poco più di trent’anni, snella, mora, capelli abbastanza corti, un bel seno di una terza abbondante ma a differenza di Michela con capezzoli poco sviluppati che si perdevano nell’areola rosa.
Le due erano sorridenti, con uno sguardo complice che faceva presagire qualcosa di buono; le salutai con un primo bacio profondo, come d’abitudine, prima a Michela e quindi mi rivolsi a Larysa per un bacino più casto ma subito lei si attaccò alle labbra offrendomi la lingua, che ricambiai con piacere.
Dopo aver continuato a baciarle entrambe, dissi loro che avrei lasciato spazio volentieri ai loro giochi e piaceri tra donne. Le due furono ben liete di dedicarsi l’una all’altra con una serie di giochi-lesbo: lunghe leccate di figa reciproche, baci, ditalini, e altro, in un groviglio di tette, culi e vagine depilate e bagnate che era certamente molto piacevole ed eccitante vedere. Ed era interessante notare come ognuna fosse attratta dal seno dell’altra, pur differenti: l’uno più piccolo e con capezzoli duri e turgidi come due chiodi e l’altra di un paio di taglie più grande ma pressoché liscio. Accarezzandole, stringendole e leccandole io apprezzavo entrambe le tipologie di tette, tutte naturali.
Prima era Larysa che leccava Michela, quindi si scambiarono le posizioni per poi continuare in un 69 appassionato: ognuna affondava con decisione la lingua nella passerina dell’altra, stimolando nel contempo il clitoride, ed infilando anche un ditino nell’altrui culo.
Michela aveva preso dal cassetto un paio di dildo non troppo grossi, me ne porse uno da infilare nel suo culetto mentre leccava la sua amica, penetrandola contemporaneamente con l’altro dildo.
Alle due quell’assaggio di penetrazione parve piacere, come a me che adoro usare e far usare quei toys, anticipando quello che sarebbe stato il fuck vero e proprio.

Dopo aver ammirato questo delizioso quadretto, ogni tanto intervenivo leccando e sditalinando qualche pertugio libero ed altre parti dei loro corpi caldi, distribuendo baci quali e là e offrendo la mia virilità alle loro bocche vogliose per pompini alternati prima dell’una poi dell’altra, ed infine insieme per un bel lavoro a due bocche: mentre l’una succhiava la cappella in modo lento, gustoso e salivoso, l’altra leccale le palle e risaliva l’asta fino a cercare la bocca dell’amica, fino ad unire le lingue al sapore di cazzo.
Certo che con due bocche, due fighe, due culi a disposizione ma un solo pistolino, ci si trova un po’ in difficoltà nel cercare di distribuire il più possibile equamente il proprio apporto maschile, e il risultato potrebbe essere più dispersivo e meno intenso per ognuna che in un normale rapporto a due. Ma in questa occasione le cose si svilupparono per il meglio per l’appagamento e la soddisfazione di tutti.

Dopo questa lunga prima fase, era ora di scoparle ma aspettavo che mi dessero il via, finché Larysa disse:
“Perché non scopi Michela a pecorina mentre lei mi lecca?”.
Detto fatto, prima diedi una lunga leccata a quella passera bagnata, quindi mi ricoprii l’attrezzo (Nota: preciso qui, senza ripeterlo in ogni fase, che il profilattico poi è stato cambiato ogni volta che passavo dall’una all’altra) e cominciai a scopare da dietro Michela, subito a buon ritmo; lei incassava i miei colpi sospirando ma non so cosa apprezzasse di più tra la figa bagnata di Larysa e la mia penetrazione da tergo.
Dopo una scopata prolungata in quella posizione, baciai Michela che aveva la bocca impregnata dei succhi vaginali dell’amica, alla quale ora volevo dedicarmi. Mi avvicinai a Larysa, cercando prima la sua lingua poi scendendo verso la sua fighetta: Michela aveva fatto un ottimo lavoro di lingua, lasciando quella parte bagnata e lubrificata a dovere. Vi infilai quindi il cazzo senza particolari difficoltà: pur essendo una giovane vulva apparentemente strettina, cedette quasi subito al mio uccello che si ritrovò in un ambiente nuovo ma molto accogliente.
Non conoscendola, inizialmente andai cauto ma ben presto mi incitò a scoparla più forte, sotto gli occhi compiaciuti di Michela, la quale poi si mise su di lei porgendole la figa in faccia per farsi leccare.

Mentre continuavo a scopare Larysa alla missionaria, Michela si spostò dietro di me e mi infilò prima un dito e poi un altro nel culetto, sapendo che gradisco tale tocco.
Dopo qualche minuto Michela indossò il suo strap-on (che in realtà le avevo regalato io e che usiamo abitualmente nei nostri incontri) e senza dirmi nulla si è diretta verso il mio culetto iniziando quindi a cavalcarmi alla pecorina mentre io continuavo con Larysa per un “triello” ben sincronizzato e stimolante. In effetti, come già avvenuto in altri incontri con coppie o con due trans, mi piace assai scopare ed essere scopato, la trovo una piccola perversione molto stimolante.
Abbiamo continuato così per diversi minuti, finché venne il momento di prendere una pausa per non concludere subito il divertimento e lasciare spazio alle due gattine in calore.
Dato che Michela aveva ancora la cintura fallica, fece girare Larysa per prenderla da dietro mentre io mi misi davanti a lei offrendogli il mio cazzo che prese a succhiare con impegno e delicata intensità.

Mentre Michela scopava la sua amica con lo strap-on, infilò anche a lei un dito nel culetto, muovendolo delicatamente per esplorare quella cavità e prepararla alla fase successiva. Infatti, mi disse: “Mi piacerebbe vedere mentre glielo metti nel culo...”
A quelle parole Larysa si drizzò, interrompendo il pompino, dicendo: “Ehi, ma cosa dici!... Lo sai che lì non lo prendo spesso... e poi lui ha un uccello mica da poco...”
Le dissi: “Su Larysa, se Michela dice così dobbiamo accontentarla... Sarò delicato... prima ti lecchiamo ben benino e ti lubrifichiamo...”
Così, prima Michela e poi io ci dedicammo a leccare e insalivare quel pertugio che in effetti pareva voler rimanere chiuso alle intrusioni. Ma una volta sparso un po’ di gel lubrificante diventò subito più elastico.
Michela prese il mio membro, ricoperto e altrettanto lubrificato, e lo guidò sul buchino dell’amica. Appoggiai la cappella, di diametro molto maggiore che quell’oscuro orifizio anale, e cominciai a spingere delicatamente. Lei ebbe un sussulto, sentiva l’intruso entrare in lei, ma non si lamentò. Io continuavo a guadagnare millimetro dopo millimetro finché con una spinta più decisa la cappella entrò interamente. A quel punto, andai avanti superando la parte più stretta dello sfintere penetrandola interamente. Ero avvolto dalle sue pareti anali che stringevano sul mio membro.
Michela osservò compiaciuta, dicendo: “Ecco Larysa, è tutto dentro!... “
“Sììì... lo sento... è grosso... ma mi sto abituando....” disse sottovoce la ragazza.
In effetti sentivo che la parte si stava rilassando, diventando più elastica e accogliente. E Michela, rivolta a me, aggiunse: “Su, dai, adesso scopala in culo come si deve!”
Iniziai a fotterla dapprima delicatamente, ma sentendo che riceveva bene i miei colpi, aumentai gradualmente il ritmo con lei che cominciava a gemere.
Intanto, Michela si mise davanti all’amica, dicendole: “Ora mentre lui ti incula, mi leccheresti la mia fighetta bagnata?” Larysa non si oppose all’idea, affondando il viso e la lingua nella vagina calda e umida di Michela, succhiandole il clitoride e infilandole anche due dita dentro.
Andammo avanti per vari minuti, ogni tanto estraevo l’uccello per ammirare quel buchino che si era parecchio dilatato, e a quel punto era evidente che piaceva anche a lei, vista anche la vagina sempre più bagnata. Finché Larysa disse sospirando: “Ora scopami in figa che sto per venire!”
Detto fatto, estrassi l’uccello duro dal culo martoriato e lo indirizzai sulla vulva pulsante e presi a stantuffarla forte, finché poco dopo Larysa arrivò all’orgasmo con un grido soffocato.
Mi sfilai delicatamente, mentre lei si distese sul letto quasi inanimata. Prima Michela e poi io la baciammo a fondo, contenti che avesse goduto.

Io ancora stavo resistendo, anche se cominciavo ad accusare un po’ di stanchezza.
Michela sorridendo, mi fece distendere e preso il mio cazzo vi si impalò a smorzacandela infilandoselo prima in figa e poi nel culo, sempre accogliente ed elastico e più navigato di quello dell’amica. Mi cavalcò per diversi minuti, ma quella posizione, con il peso del suo corpo – per quanto light – gravante sul mio uccello, mi fece avvicinare il momento della venuta. Lei lo sapeva e con un fare sornione disse: “Adesso ci dedichiamo noi al tuo culo e ti facciamo godere come ti piace...”

Così si sfilò, mi fece sollevare ed aprire le gambe ed iniziò un provocante lavoro di rimming anale, infilandoci anche due dita. Larysa recuperò uno dei dildo da loro usati all’inizio e pensò bene di sodomizzarmi con quello, quasi per vendicarsi di averla inculata poco prima. Ma si accorse subito che entrava con una certa facilità, essendo anche un po’ più piccolo dello strap-on usato da Michela, la quale vedendo l’apprezzabile iniziativa di Larysa disse:
“Mia cara, per lui ci vuole ben altro... Ti faccio vedere come penetrarlo...”
Senza bisogno di chiederlo, capii subito le sue intenzioni, essendo in effetti un gioco che facciamo spesso con lei. Mi accomodai meglio disteso, con un cuscino sotto il bacino, sollevando le gambe, mentre Michela aveva già ricoperto la mano con un guanto di lattice e lubrificata la parte.
Iniziò quindi ad infilarmi le dita nel culetto che entrarono agevolmente, avendo la manina snella e le unghie corte.
Giunta alla sporgenza delle nocche, roteando la mano e con una spinta delicata superò l’ultimo ostacolo e la sua abile mano entrò interamente nel mio culo per un fisting completo, iniziando a muoverla dolcemente per uno stimolante massaggio anale che rendeva il mio cazzo ancora più duro.
Larysa osservava la scena stupita e mi disse: “Incredibile!.... Hai tutta la mano nel culo!... Ma non ti fa male?”
La tranquillizzai dicendo: “Non ti preoccupare, non sento alcun dolore... anzi è molto piacevole e stimolante... Poi con Michela sono abituato, è molto brava con la mano e piace anche a lei farlo, e nel mentre può anche succhiarmi il cazzo... vero cara?”
Michela annuì , continuando a fistarmi, prese il mio cazzo duro in bocca succhiandolo avidamente;
poi lo porse a Larysa che volentieri iniziò a spompinarlo anche lei, sincronizzandosi nei movimenti per un abile lavoro orale a due da brave pompineuses.
Questo doppio trattamento mi portò verso l’apice del piacere, sentendo lo stimolo crescere fino ad arrivare ad una intensa sborrata in bocca a Michela che, dopo averla raccolta e trattenuta tutta, la riversò nella boccuccia aperta di Larysa, facendola colare lentamente. Quindi, leccarono ancora il mio uccello per ripulirlo e mi baciarono con le lingue bagnate, passandomi anche un po’ di sborra che avevano ancora in bocca.
Infine, Michela sfilò delicatamente la mano guantata, rimasta pressoché pulita (in previsione di questi possibili giochi mi depuro adeguatamente), e il mio buchino si richiuse gradualmente, quasi come se niente fosse.

Ma non era ancora finita. Andando in bagno per i lavaggi finali, dato che il box doccia era abbastanza ampio, vi entrammo tutti e tre insieme, stretti l’un l’altra, al che, come ultima piccola perversioni chiesi a Michela:
“Non è che hai un po’ di pissing da farmi assaggiare?” “Ma certo!” rispose prontamente.
Così mi accovacciai sotto di lei a pochi centimetri dalla sua vagina, da dove sgorgò un fiotto di pissing caldo che mi colò addosso, gustandone il sapore delicato e per nulla salato. Michela disse quindi all’amica: “Dai, Larysa, falla anche tu!” e così anche da quella giovane fighetta fuoriuscì un getto limpido e leggero come l’acqua, che ugualmente assaggiai con soddisfazione.

Finimmo i lavaggi per poi ricomporci e mangiare insieme il gelato che avevo portato per completare questa bella serata per poi salutarle con prolungati baci di commiato.
Pur avendo fatto con Michela altri incontri a tre con anche altre partecipanti, questo con lei e Larysa è stato certamente il più completo e mi piacerebbe ripeterlo se ci sarà la giusta occasione.

Alla prossima avventura, buon divertimento a tutti.


FINE


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