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Io la preferisco schiava 2 !


di Amotuttodime
22.08.2020    |    3.249    |    2 9.2
"Nel vialetto e soprattutto nella strada che riconduceva alla macchina, qualcuno si accorse delle tracce di sborra nella faccia e nei capelli, e mi ha chiese..."
Sofia si interrogava su cosa fosse questo oggetto misterioso ma non fece in tempo a fare delle ipotesi perché io e Michele, volevamo iniziare nuovi giochi. Per introdurre l’argomento dissi senza mezzi termini, a Costanza::“Racconta a Sofia, che sei lstata la schiava mia e adesso lo sei di Michele!!!”. Costanza, nonostante fosse abituata a certe situazioni, diventò tutta rossa e mostrò evidente imbarazzo, ma consapevole del suo ruolo disse “Sì, sono sottomessa sia a Michele che a Luca ed eseguo sempre, senza esitare i loro ordini o le cose che mi fanno fare. Luca mi ha fatto scoprire il mio ruolo di schiava, e a dire il vero, provo forti emozioni nell'eseguire i loro comandi, anche i più perversi!”. Io allora, in modo imperativo le dissi:"Racconta a Sofia l’episodio del footing ai giardini ”. Costanza, mi guardò, ed ebbe un attimo di esitazione, deglutì, e poi si girò verso Sofia, ed iniziò.

“Luca e Michele, per farmi umiliare, mi hanno spesso costretta ad andare a fare footing al parco con una tuta molto aderente in modo che correndo si potessero vedere ballonzolare le mie tettone. Gli sguardi dei maschi e spesso anche le loro parole volgari verso di me erano una vera umiliazione. Un giorno d’estate, però, a Luca venne l’idea di mandarmi a correre in maglietta e pantaloncini senza reggiseno, e senza mutandine. Inoltre, mi ordinò di andarci verso la fine del pomeriggio, e in un tratto del parco che ha molti angoli poco raccomandabili. Il vialetto che porta nel parco fu tremendo; i maschi mi guardavano e molti di loro mi dicevano frasi tipo ‘tettona, me le fai toccare le boccè ma il peggio doveva ancora venire. Luca e Michele che mi seguivano senza farsi vedere, mi fecero cenno di imboccare una stradina secondaria di questo vialetto, che va dentro un piccolo bosco. Io obbedì, e dopo un po’ che correvo, vidi che si stavano affiancando a me alcuni ragazzi di colore, mal vestiti. Uno di loro mi superò e mi fece lo sgambetto. Io, ovviamente, caddi nell’erba del prato e questi uomini di colore si misero intorno a me, ridendo. Parlavano bene l'italiano, e la' uno di loro mi disse che ero fortunata perché con quelle tettone ero atterrata sul morbido. Gli altri si misero a ridere e uno di loro mi dette una mano per rialzarmi. Ben presto capii che la loro intenzione, non era aiutarmi ma prendermi e portarmi in una baracca li vicino. Io tentai di divincolarmi, ma inutilmente; in realtà la mia non fu una grande opposizione, ero eccitata dal fatto di poter avere un rapporto occasionale con loro. Mi presero in tre e mi trascinarono nella baracca. Lì, in un ambiente sudicio e squallido mi fecero sedere su un materasso, e in un'attimo, una serie di mani, iniziarono a palparmi senza nessun garbo o gentilezza. Mi spogliarono, o meglio, mi strappavano i vestiti di dosso. Iniziarono a strizzare i capezzoli e le tette in modo rude e volgare e poi...."

A questo punto Costanza si interruppe, il suo fiato divertito' corto, probabilmente iniziò a rivivere quelle emozioni forti che aveva provato, e, inconsciamente, portandosi una mano sulla gonna, all'altezza della fica, continuò:"Loro tre, si tirarono giù i pantaloni, due di loro, avevano un uccello molto grosso, ed io in preda all'eccitazione, li presi senza ritegno, ed iniziai a leccare le loro cappelle, succhiando con vigore. Uno di loro, con le mani mi prese la testa e mi infilò la sua asta tutta in gola, ebbi un rigurgito di vomito, e la cosa fu devastante in me. Capii quanto fosse per me eccitante essere sottomessa, mi faceva sentire donna. Anche loro adesso, non vedevano l'ora di scoparmi; uno di loro si distese sul letto, io allargai le gambe e iniziai a cavalcarlo, un'altro, ritto in piedi, portò il suo membro all'altezza della mia bocca, ed iniziò a scoparmela, il terzo mi mise una mano sulla schiena per spingermi in avanti, e mi penetrò l'ano senza pietà facendomi male, anche se il mio buchetto è allenato. Quanta goduria e che sensazione, scopata da una gang assatanata di sesso. Dopo essere stata presa in tutti modi, credo che mi abbiano chiavato per un'oretta, mi riempirono la faccia e le tette di sborra, e poi, per lavarmi, come mi dissero sarcasticamente, mi pisciarono addosso. Uno di loro, il capo probabilmente, per finire mi disse che mi avrebbe lasciato un ricordino; mi fece mettere alla pecorina, e mi dette un morso su una chiappa, così forte la lasciare il segno di tutti i suoi denti. Tutti si misero a ridere, poi, dopo avermi sputato in faccia tutti quanti, scapparono, lasciandomi lì sola, con un bruciore terribile al sedere, coperta di sputi e di sborra, oltre che maleodorante di piscio. Mi rimisi addosso i vestiti, e sperando che Luca e Michele mi venissero a prendere, ma loro volevano completare la mia umiliazione e mi fecero tornare alla macchina in quel modo, con tracce di sborra in faccia e sui capelli, maleodorante di piscio. Nel vialetto e soprattutto nella strada che riconduceva alla macchina, qualcuno si accorse delle tracce di sborra nella faccia e nei capelli, e mi ha chiese in modo sarcastico, se mi avevano dato una sistematina. Una volta in macchina partii via e andai a casa a fare un bagno. Il segno del morso mi è andato via dopo mesi. ”

Sofia nel sentire Costanza raccontare, rimase a bocca aperta, ma si intuiva bene anche la sua eccitazione, dato che ormai era cosciente ed era entrata sempre più ne mondo del piacere estremo e perverso. Io dissi a Costanza “Devi però aggiungere un’altra cosa, vero?". Di nuovo
Costanza arrossi e sommessamente aggiunse:“Beh, quando tornai a casa, nella vasca da bagno ho ripensato a quello che mi era successo e mi sono eccitata. Mi sono accarezzata e sono venuta con un orgasmo devastante". Io aggiunsi:“Hai capito ora che razza di troia è Costanza? ”, e Sofia aggiunse:“Proprio una bella troia con le tettone” rincarsndo, e sentendosi a suo agio nell’apostrofare con parole volgari la ragazza. Ma subito io iniziai un nuovo discorso: “è ora di riprendere a giocare un po’ dopo tante chiacchere, che ne dite!! Ora Costanza ti insegnerà una cosa, Sofia. Se tu la farai, allora potrai usare Costanza a tuo piacimento per un po’, ovviamente sotto il nostro controllo. ”
Sofia era preoccupata, e timidamente chiese, rivolgendosi a me e a Michele:“Di cosa si tratta ? ”

Michele rispose “Ora lo vedrai” e ordinò a Costanza di andare a prendere quella cosa che aveva lasciato in macchina.
Sofia iniziò a pensare a qualche fallo di plastica particolare, oppure a delle attrezzature sadomaso particolari. Ma tutto si chiari quando Costanza entrò nella casa portando al guinzaglio un pastore tedesco. Sofia a quella vista, ebbe il sangue che si gela nella vene, memore del video erotico che aveva poc'anzi visto, e subito disse “Non volete mica che faccia quello che abbiamo visto nel filmato? Non ci penso nemmeno”. La mia replica fu pronta ed immediata: “Come ti ho sempre detto, nessuno ti obbliga. Se vuoi possiamo finirla qua, ma domani te ne vai e tra me e te non esisterà più nessun rapporto di tipo erotico. Inoltre, ti perdi la possibilità di strapazzare un po’ Costanza". Io, dissi queste parole nella consapevolezza che Sofia era ormai entrata in una spirale di giochi erotici di cui non poteva più fare a meno. Il suo silenzioso assenso fece sì che Michele le prendesse la testa e la facesse abbassare e guardare Costanza, dicendole “Guardala, sta menando l'uccello di Buck. Guarda com’è grosso e rosso, dai toccalo". Costanza era veramente disinibita, si avvicinò a Sofia e appoggiò le labbra alle sue. Le due donne iniziarono un lungo lingua in bocca e quando si staccarono Costanza prense la sua mano e la portò sul pene di Buck. “Dai segalo, senti quant’è grosso. ”

Sofia prense in mano l'uccello dell’animale che al tatto era strano, viscido e pulsante. Iniziò a segarlo mentre Costanza teneva fermo l’animale stando in ginocchio. Sofia continuava la sega all’animale quando io, d'un tratto, le presi la testolina e l’abbassai verso il cazzo del cane dicendole “Ora pompa, cagna”. Lei, non si oppose, ed obbedì e iniziò timidamente a leccare la punta del pene al cane, provando all’inizio un po’ di schifo per l’odore animalesco. Ma io la bloccavo da rialzare la testa, anzi le pigiavo la nuca, e così l'uccello di Buck scomparve tra le sue labbra; iniziò a spompinarlo con ritmo regolare, e sembrava trovarci anche gusto, quando all'improvviso si senti penetrare da dietro da Michele che le infilò il suo grosso membro nella fica, e dicendo: “Beh, sei proprio Sofia, stai leccando il cazzo di un cane e sei già tutta bagnata. ” Sì, perché, incredibilmente, lei si era immersa nel vortice del piacere perverso e anche questa nuova ed estrema situazione erotica le faceva provare un immenso piacere.

L'atmosfera ora era molti calda, e nel vedere la scena di Sofia con in bocca l'uccello del cane, a pecorina con Michele che la chiavava da dietro, mi salì il testosterone a mille e mi avvicinai a Costanza. Iniziai a palpare i suoi capezzoli, già duri per l'eccitazione. Mi alzai, presi la testa di Costanza, e portai la sua bocca sulla mia cappella. Lei non perse tempo, mentre con una mano teneva ferma il cane, con l'altra afferrò la mia asta, iniziando a spompinarmi divinamente. Ma io volevo altro da lei, così la feci mettere a pecorina e le misi il mio pene nel culo; devo dire ben allenato e facilmente dilatato. Vedevo gemere Sofia per i colpi che Michele gli sferrava nella vagina , vedevo il cane incontenibile, vedevo Costanza che spingeva forte il suo culo contro il mio uccello, quasi a farsi arrivare il mio pene in pancia. Troppa era l'eccitazione che si era creata. Io e Michele pompammo le due ragazze fino a quando non venimmo rispettivamente nella fica e nel culo. A quel punto anche il cane iniziò a scalpitare, sintomo che stava per venire. Siccome un padrone si deve far rispettare, ordinai a Sofia di ingoiare tutti gli schizzidi Buck, cosa che la ragazza fece con un po’ di disgusto. Poi la presi per la testa e le dissi:“Vale, ora sei proprio una vera grande troia, un puttanone completo. Sputa un po’ della sborra che ti è rimasta in bocca, in quella di Costanza.” Sofia, obbediente, si avvicinò a Costanza che diligentemente aveva già aperto la bocca, e le fece colare dentro un misto di saliva e sborra di cane". Poi le tue donne si baciarono appassionatamente e quando si staccarono Sofia disse “Ora ci riposiamo, ma poi voglio divertirmi un po’ con questa tettona. ”
Io e Michele, ridemmo e demmo il nostro consenso, Costanza nondisse nulla, era timorosa per quello che sarebbeaccaduto, ma comunque sapeca che avrebbe provato un piacere estremo.
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