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Lui & Lei

A fare jogging con Maria ep.2


di Amotuttodime
12.05.2020    |    3.798    |    1 9.9
"Avevo voglia del suo pene, Maria mi aveva incuriosita..."
Quando Maria mi raccontò come l'aveva scopata il bancario, io riconobbi in lui il mio ideale di maschio: uno che ti fa veramente sentire femmina, usando un po' di virilita', che ti trasmette il suo istinto animale e dominatore. Per me il sesso è tutto, è l'unico modo per sentirmi veramente viva, è adrenalina e libidine coniugate assieme in un mix esplosivo. Adoro quando il mio lui di turno mi prende con forza la testa e mi scopa in bocca, oppure quando mi afferra con energia i fianchi e me lo infila fino a sentirlo in pancia. Sono queste le forti emozioni che voglio provare in un rapporto. Mentre mi raccontava ero quasi eccitata, e in accordo con lei, decidemmo di scambiarci i partner alla prossima partita di sesso.
Cosi, dal momento che oramai con loro il ghiaccio era rotto, non fu difficile lo scambio. L'indomani, infatti, quando ci incontrammo di nuovo al parco con loro per la corsetta mattutina, io mi avvicinai subito al bancario, e lui fece lo stesso con me; probabilmente anche loro avevano pensato la stessa cosa!.
A dire il vero, lui mi aveva intrigato dal primo momento che lo avevo visto, ma con il fatto che l'amicizia con Maria era più importante, avevo lasciato a lei la prima scelta, e avevo ripiegato sull'avvocato, rendendomi conto ben presto che fosse un po' moscetto. Il bancario invece mi guardava con profondità, leggevo nei suoi occhi la voglia di fottere, e poi Maria mi aveva detto che aveva una notevole dotazione.

Ci mettemmo in movimento, Maria e l'avvocato erano un po' più avanti di noi, perché io e il bancario eravamo più propensi a chiacchierare che a mantenere l'andatura. Con Maria ci eravamo messe d'accordo che ci saremmo separate nel parco, così ognuna poteva agire senza problemi. Parlavamo liberamente, lui mi diceva che ieri aveva trascorso un bel pomeriggio con noi, che siamo due donne fantastiche, che sappiamo il fatto nostro, e che gli dispiaceva perché avrebbe voluto scopare con me. Lui ora non aveva più peli sulla lingua, non era più timido come le altre volte, poi aggiunse:" l'avvocato mi ha raccontato che te hai ingoiato! che lo hai fatto godere da morire". Quelle parole mi fecero capire che anche lui voleva provare quello che avevo fatto all'altro, così lo interruppi e gli dissi:" mi stai facendo venire voglia!" e aggiunsi:" fammi vedere il posto, in mezzo agli alberi, dove vi siete fermati l'altro gorno te e Maria". Lui, senza pensarci due volte per non perdere quell'occasione, mi fece cenno di seguirlo, e ci infilammo fra gli alberi. Quel punto del parco era fatto di tanti piccoli piazzali e viottoli che si snodavano nella vegetazione; non appena entrai tra i cespugli, notai che a terra c'erano tanti presrvativi usati e fazzoletti. La cosa era eccitante, quelli erano i resti di scopate clandestine, di forti emozioni provate in segretezza, lontane dalla vista di sconosciuti.

Ad un tratto lui mi disse:" ecco! questo è il punto dove Maria mi ha pompato l'uccello!". Mi girai di spalle perché avevo sentito un rumore tra le piante, e d'un tratto mi sentii afferrare da dietro, e poi stringermi e baciarmi sul collo. Poi udii la sua voce, che vicino all'orecchio mi disse:" vuoi vedere pure te cosa ho fatto a Maria?!". Senza dire niente, mi girai e ci baciammo in bocca; lui non perse tempo, mentre mi baciava, mi infilò la mano sotto il pantaloncino e mi toccò la fica, infilando un dito dentro. Io da quando eravamo entrati tra i cespugli ero già eccitata, e lui sentì che ero bagnata. Non aspettavo altro! Non persi tempo, vista la pressione che faceva sulla mia pancia, ed io sul suo cazzo, mi inginocchiai, gli abbassai il pantalone e le mutande; mi svetto' in faccia un bel membro, piu grosso di quello dell'avvocato, già bello duro e dritto. Non usai nemmeno le mani per afferrarlo: prima gli detti una bella leccata, cominciando dai coglioni, poi appoggiai le mie labbra sulla grossa cappella, e lo feci scivolare tutto in bocca. Avevo voglia del suo pene, Maria mi aveva incuriosita. Il primo imbocco fu lungo, lo tenni li un po' per gustarmi quella mazza fino in gola, poi iniziai un saliscendi da vera maestra. Lui apprezzo' subito, mugolava di piacere, poi disse:" sei veramente brava, aveva ragione l'avvocato! lo succhi da grande troia!". A sentire quelle parole, la mia eccitazione cresceva, e il mio pompare diventava sempre più intenso.

Mentre ero concentrata a succhiare quell'uccello, sentii alcuni rumori vicino a noi, e dietro un'albero vidi un ragazzo che ci guardava e si nascondeva. Io mi impaurii e stavo per mollare il membro del bancario, ma lui capì e mi disse, mettendomi la mano sulla testa:" continua non preoccuparti e' un guardone che non fa niente di male!!". Questa situazione per me era nuova e a dirla tutta mi stava facendo eccitare ancora di più. Mi alzai, mi girai e mi abbassai il pantaloncino, mettendomi a novanta gradi con le mani appoggiate ad un albero. Poi girai lo sguardo verso il bancario e gli dissi:"scopami, lo voglio dentro ora! ma prima di sborrare avvisami!!". Lui in preda ad un'attacco di libidine, vedendo il mio fondo schiena in quella posizione, e che io ondeggiavo sensualmente, non aspettò un secondo di più e appoggio' l'uccello alla mia fessa. Non lo infilò subito però, voleva far crescere ancora di più la mia fame, e probabilmente aspettava che il guardone si posizionasse meglio, per non perdersi lo spettacolo. Con la cappella mi spennellata le labbra della fica, poi saliva al mio ano, e di nuovo giu', fino a che non mi penetrò. Sentii quel grosso pene allargare la mia vagina; entrò dolcemente, tutto fino alle palle: che godimento stavo provando, per di più insolito perché era con spettatore. Poi iniziò il suo andirivieni, mi afferrò bene un fianco con una mano, mentre con l'altra mi prese sotto il mento, portando la mia schiena verso di lui. Mi sentivo domata e dominata. I suoi colpi ora erano sempre più forti, sentivo riecheggiare nel silenzio della natura lo sbattere dei suoi coglioni nelle labbra della vagina; ma la forte eccitazione lo stava portando ad esplodere.
Mi scopo' così per una quindicina di minuti, poi mi disse di girarmi. Non mi ero accorta, intenta come ero a farmi chiavare, che il ragazzo guardone, si era avvicinato a non più di cinque metri da noi, e teneva il cazzo in mano, segandosi.

Il ragazzo aveva una venticinquina di anni e non era niente male; aveva un discreto arnese, e se lo menava con forza. Vi voglio svelare un segreto: mi sarebbe piaciuto prendere anche il suo in bocca, e farlo venire insieme a quello del bancario, ma non feci niente, non potevo sapere la reazione del mio partner. Quindi mi inginocchiai e ripresi l'uccello del bancario in bocca. Lui, come me, si accorse del giovane così vicino, ma non se ne preoccupo', anzi la sua libidine arrivò al culmine. Il suo membro divenne gonfio e duro come il marmo; mi prese la testa con le mani e mi cominciò a tirare quattro o cinque spinte in bocca, fino in gola. Io glielo succhiavo, e dopo qualche pompata, di quelle che so fare io, lui mi sborro' in bocca; una gran sborrata, feci tre sorsate per ingoiarla tutta. Mentre il bancario mi veniva in bocca, ed io con le labbra gli tenevo la cappella, notai con la coda dell'occhio, che anche il ragazzo stava schizzando in aria. Fu un momento unico, così rimasi qualche secondo con l'uccello del bancario in gola per spremerlo fino all'ultima goccia, poi lo pulii per bene con la lingua e mi alzai. Nel frattempo il giovane si era dileguato tra i cespugli. Ci riasettammo e uscimmo dal bosco, poi prendemmo la strada per ritornare alla macchina. Li, trovammo Maria e l'avvocato ad aspettarci; quando ci videro, ci dissero:" vi siete persi?!", e scoppiammo tutti a ridere.
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