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Lui & Lei

Con l'amica in campagna


di Amotuttodime
01.05.2020    |    9.272    |    2 9.7
"Non per modestia, ma sono una bella donna: trentenne, corpo da modella nonostantele due gravidanze, due tette giuste e sode, mora con occhi azzurri, e..."
Stiamo insieme ormai da vent'anni; con Carlo abbiamo messo su famiglia con amore e rispetto reciproco, crescendo due figli, e non facendoci mancare mai niente.
Mio marito ha un'azienda agricola, produciamo per la grande distribuzione, agrumi; nel suo complesso ha una decina di operai effettivi, e nel momento della raccolta ne vengono altri, che rimangono solo per quel periodo, poi se ne vanno. Il posto è magnifico, ettari ed ettari di terra, che si estendono a perdita d'occhio, e che nel tempo, con fatica e duro lavoro, ci ha permesso di fare una vita agiata, levandoci molte soddisfazioni. A dire il vero, io mi sono occupata principalmente della casa, della cucina, di far crescere i nostri due figli maschi, che probabilmente saranno il futuro dell'azienda; Carlo invece, si è dedicato completamente alla nascita e alla crescita dell'impresa agricola, lavorando duramente dalla mattina alla sera, per far sì che potessimo vivere egregiamente. Purtroppo, come succede nelle migliori famiglie, mi mancava qualcosa; lui si è dimostrato un ottimo padre, attaccato alla famiglia, ma che tornando tardi la sera e stanco da morire, cominciava a trascurarmi. E come ben sapete, quando una donna non si sente desiderata, comincia a guardarsi intorno.
Ho sempre avuto un caratterino, e se una cosa non mi va a genio, elaboro una via di fuga. Non per modestia, ma sono una bella donna: trentenne, corpo da modella nonostantele due gravidanze, due tette giuste e sode, mora con occhi azzurri, e poi, il mio pezzo forte, un culo da urlo. Tutte le mattine, dopo avere accompagnato i nostri figli a scuola, vado in palestra per fare qualsiasi tipo di ginnastica: mi piace avere un corpo tonico. Qui conobbi Lucia, ad oggi la mia migliore amica. Iniziammo, come si fa abitualmente, a parlare e conoscerci; ci siamo trovate subito in sintonia, l'un l'altra, e nel tempo siamo diventate sempre più intime. Siamo persino arrivate a parlare del sesso con i mariti reciproci, e del fatto che, chi per una cosa, chi per un'altra, non eravamo soddisfatte. Invitavo spesso Lucia a casa, tanto che nel tempo siamo diventate inseparabili, due sorelle acquisite.

Il fatto, che vi voglio raccontare, risale a qualche anno fa. Allora io e Lucia, cominciavano già a paventare l'idea di provare qualcosa di nuovo, eccitante: a dirla breve avevamo intenzione di tradire i nostri mariti. Entrambe abbiamo un carattere birichino, ed è forse per questo che ci siamo legate così profondamente. Quando siamo insieme, sembriamo veramente sorelle: lei come me è mora, occhi marroni, longilinea e della mia stessa altezza, un fondo schiena niente male e una terza di seno.
Quella mattina, il vecchio che comandava gli operai e che lavorava da anni per mio marito, andò in pensione; era necessario un valido rimpiazzo e la scelta di Carlo ricadde su un tipo sui quarant'anni, uno che era nato e vissuto sempre fra le campagne. Vi potete immaginare che tipo: gretto e schivo, ma ad essere sincera un bell'uomo; la sua carnagione era scura, perché sempre sotto il sole, moro, molto alto e robusto, e se volete saperlo, con un bel culo!!
Di tanto in tanto, aiuto mio marito in amministrazione, e un giorno mi chiamò perché gli portassi dei documenti che gli servivano in azienda. Quel giorno, Lucia era con me a casa, ed io la invitai ad andarci assieme e e con l'occasione gli avrei anche fatto vedere la nostra attività. In effetti ci conoscevamo da anni ma non avevo mai avuto modo e tempo di portarcela. Lei fu entusiasta della mia proposta e nell'arco di venti minuti, eravamo già la'.

Lì, abbiamo una piccola casetta, una di quelle case rurali che si usano come rimessa agricola, che noi utiliziamo anche per qualche scampagnata con figli e suoceri. Lucia aveva indosso un jeanz elasticizato a vita bassa, una fascia che copriva il seno lasciando scoperte le spalle e l'ombelico, e tacchi alti. Io gli feci presente che stavamo andando in campagna in mezzo agli uomini, che forse era il caso di cambiarsi abbigliamento e vestirsi più casual; lei mi rispose ridendo ovviamente:" magari se c'è qualche contadinotto ben messo....!!".
Appena arrivammo là, intorno alle due del pomeriggio, erano tutti seduti a cerchio nell'aia della cascina che mangiavano e si riposavano per il duro lavoro. Non appena scendemmo dalla macchina, ci piombarono addosso una trentina di occhi, e vista la nostra procacita', sembrava che ci stessero spogliando e scopando con lo sguardo. In effetti, io e Lucia, siamo due belle fiche, quando siamo insieme attiriamo sempre le attenzioni dei maschietti, e da parte nostra ci piace stuzzicare la loro mascolinità. Lucia non si era cambiata, sembrava andasse al privé, io portavo un vestitino di jeans, sopra il ginocchio, abbottonato davanti senza maniche; del resto era un gran caldo, eravamo in luglio e all'ombra non c'erano meno di trenta gradi. Devo dire che fu molto eccitante vedere i loro occhi su di noi ed immaginare le loro mani sui nostri corpi; fin da piccola ho sempre avuto un debole per il maschio di campagna, sudato, puzzolente e rozzo, ma nello stesso tempo: vero uomo, animale da riproduzione, maschio!!

Da quel cumulo di corpi, ad un tratto, si alzò quel tizio, quel nuovo assunto; ci venne incontro salutandoci e dicendoci che mio marito si era assentato per fare alcune commissioni e che potevo lasciare a lui i documenti che mi aveva chiesto di portare. Eravamo appena arrivate, ed io mi volevo godere quel mucchio di tori; presi tempo, e gli dissi che non faceva niente e che avremmo comunque aspettato mio marito, non avevamo fretta. Io e Lucia entrammo in casa e Lucia mi confessò subito che quel tipo gli piaceva: provava, così a prima vista, una forte attrazione sessuale, e devo dire che non aveva tutti i torti, aveva uno sguardo penetrante e sensuale. Lucia mi guardò e mi disse:"fammelo scopare!, lo voglio scopare!", io risposi:"ma sei scema come facciamo?!". Passo' qualche minuto e sentii gli operai che ritornavano fra le campagne a lavorare; lui si avvicinò, mi chiese se avevamo bisogno di qualcosa, prima che anche lui se ne andasse, ma io gli risposi che era tutto a posto e poteva pure andare.
Non passò neppure una mezz'oretta che mio marito ritornò, gli detti i documenti e con Lucia ce ne andammo via. Tornammo a casa e Lucia, che ora si sentiva libera di parlare, iniziò a dirmi che quel tipo lo intrigava da morire, al semplice suono della sua voce un brivido scuoteva il suo corpo e una voglia matta di sentirsi posseduta da lui, lo tormentava. Si immaginava le sue grandi mani, ora tra le cosce, ora che le allargavano le natiche, ora le stringevano i fianchi; mi confidò che solo a parlarne si stava bagnando. Io la guardai dicendo:" hai proprio voglia di uccello!! farò di tutto per accontentarti, ma deve capitare l'occasione". Passò un'oretta da quando eravamo a casa, cercando di pianificare una strategia perché lei rimanesse da solo con quel tipo, ma non era una cosa che si poteva fare dall'oggi al domani.

L'occasione si presentò dopo qualche settimana, mio marito doveva partire per una fiera, fuori provincia per una settimana, e mi lasciò l'incarico di seguire l'attività in campagna, almeno una volta al giorno, dovevo controllare quanti operai venivano e se lavoravamo;. Feci presente a Lucia dell'opportunità che si stava presentando per organizzare un'incontro casuale con quell'uomo. Lei ne fu entusiasta, le si alzarono le antenne: già pregustava quel toro su di lei.
Non appena mio marito se ne andò, aveva l'aereo la domenica, pianificammo il tutto: il giorno seguente verso le dieci sarebbe venuta da me per raggiungere la casetta in campagna.
Lucia fu puntualissima, indossa una minigonna in jeanz, un top che metteva bene in evidenza la sua terza abbondante di seno, e un perizoma a filo; la mini era a vita bassa e non appena si abbassava, le si vedeva il triangolino del perizoma spuntare dal fondo schiena. Quando la vidi arrivare, gli dissi che era molto bella e sexy e aggiunsi:"cosi lo fai nero oggi!". La conosco da tempo, e so che quando si mette in testa una cosa, non la può fermare nessuno, e utilizza qualsiasi mezzo per raggiungere il suo scopo. Lucia era eccitatissima, non vedeva l'ora di farsi chiavare da lui, magari su un cumulo di fieno; noi avevamo studiato l'incontro, ma non il resto, quello sarebbe stato a sorpresa.

Partimmo e in poco tempo arrivammo alla casa; non passarono dieci minuti che lui arrivò per dirmi quanti erano gli operai che stavano lavorando e che se avevo bisogno di qualcosa lui era nel magazzino dei trattori. Lucia, accanto a me, era vistosamente emozionata, non batteva ciglio: lo fissava, quasi a bocca aperta come se fosse una visione celestiale. Io gli dissi che ero a posto, ma che la mia amica era curiosa di vedere un po' la tenuta, e gli chiesi se piu tardi non gli dispiacesse farle fare un giro. Lui la guardo'e rispose:"quando vuole lei!". Appena lui andò via, spiegai a Lucia cosa dovesse fare:"la nostra proprietà è abbastanza grande, ma alla fine della tenuta, c'è una casetta abbandonata sensa porta. Accanto ci sono alcuni alberi da frutta, ed essendo il periodo, le nespole sono mature. Prendi la mia auto, va da lui, che si trova nel capanno qui dietro, e gli dici che ti accompagni a raccorglierle; ah! non dimenticare di prendere il secchiello!". Lei annuiva, ascoltandomi silenziosa, era eccitata da quella pazzia, ma la voglia di uccello era di gran lunga più forte della vergogna. Afferrò le chiavi dell'auto che gli allungai, e rapidamente usci; non passarono neanche dieci minuti, che la vidi passare in macchina con lui, e dirigersi verso la casetta diroccata. Mi fece un saluto con la mano e notai quel sorrisetto malizioso sul suo viso, che faceva presagire qualcosa di eccitante.
Io, nell'attesa, mi misi a fare un po' di pulizie nella casetta; il tempo passava, ma di loro nessuna traccia. Dopo due orette li sentii arrivare; guardai attraverso la finestra lui sembrava uno zombi, scese della macchina e ando' dritto verso il capanno; Lucia, invece, venne da me ed entrò in casa. Notai subito il suo viso, disteso, rilassato ma stanco; mi guardò e mi disse:"operazione conclusa!!". Io ero visibilmente curiosa, gli dissi:" raccontami!!", lei mi rispose:"aspetta vado in bagno e poi ti racconto!". Ma io non potevo aspettare che tornasse e la seguii in bagno:
si alzò la mini gonna, non aveva più il perizoma, si sedette sul bidet e apri l'acqua, nel mentre si mise a pisciare. Io la guardavo e gli domandai con insistenza cosa fosse successo, lei iniziò a raccontare tutto, nei minimi particolari.

 "Appena sono arrivata al capanno, lui mi è venuto incontro, tutto sudato e sporco di unto, stava riparando un trattore; gli ho chiesto se mi accompagnava a prendere delle nespole. Disponibilissimo, ho aspettato che si ripulisse un po' ed è salito in macchina. Io intanto, per provocarlo, mi ero alzata la mini fino al limite, di modo che ogni movimento che facevo con le gambe per usare i pedali, si vedesse un po' il perizoma. La cosa funzionava, lui non mollava gli occhi dalle mie cosce, ed io gli dico:" se continui a guardarmi le gambe in questo modo, non arriviamo a raccogliere le nespole!".
Lui mi risponde:"scusami ma sei uno spettacolo vietato ai minori, sei molto sexy, ed io non vedo spesso una come te!". Nel mentre arriviamo al rudere, e non appena scendiamo, vedo subito una nespola a terra: io mi abbasso per raccoglierla. In quell'istante me lo sento dietro e con le braccia mi cinge la vita. Presa alla sprovvista gli dico:" ma che fai! qui possono vederci!". Lui lo prende subito come un'invito e mi fa segnale di andare dentro la casetta; lo seguo e quando entro dopo di lui, mi abbraccia da dietro con quelle manone. Mi accorgo che ha la fede al dito e gli dico:" ma che fai! tradisci tua moglie!", ma lui mi risponde:" con una come te la tradirei per sempre!". Non finisce di parlare che mi gira, mi stringe e mi bacia. A parte il fatto che era un po' rude, ci sapeva fare. Infila la sua grossa mano fra le mie cosce e mettr la mia sopra il suo pacco, e al tocco devo dirti che e' messo molto bene. Inizio a tastarlo, diventa subito un pezzo di ferro. Mi sto eccitando; mi inginocchio, non ci vedo più dalla voglia di tirarlo fuori; mi abbasso, tiro giù la lampo, infilo la mano nelle sue mutande e tiro fuori un bel membro, grosso e lungo una ventina di centimetri. Con la lingua comincio a leccarlo, poi appoggio le mie labbra sulla grossa cappella, e lo succhio. Lui accompagna i mie risucchi, afferrandomi la testa, e spingendo il suo uccello nella mia bocca. Stupendo! mi stava scopando lì, fra i denti; sentivo entrare ed uscire quel coso, duro come il marmo, lo spingeva quasi fino in gola, a volte lasciandolo lì un attimo per non farmi respirare: che sensazione!! Ero in estasi, mi sentivo posseduta. Io pompavo e lui spingeva.
Poi mi fa alzare, mi gira e mi avvicina alla parete, facendomi mettere le mani al muro. Allarga le mie gambe, sposta il perizoma e si china: inizia a leccarmi la fica, prima stuzzicando il clitoride, poi entrando e uscendo con la lingua. Mi stavo già bagnando, i miei umori scendevano, e lui si accorge che sono pronta; si alza, e dopo aver messo le sue mani ai miei fianchi, mi penetra. Lo infila delicatamente, poi comincia a fottermi con forza; i suoi colpi mi facevano quasi saltare, e per sentirlo tutto nella vagina, mi sono leggermente spinta verso di lui con il culo, posizionandomi a novanta gradi. Siamo rimasti così per una decina di minuti. Poi ho preso l'iniziativa io, l'ho fatto sdraiare, gli ho tolto i pantaloni e sono montata su di lui; ho iniziato una cavalcata che desideravo da tempo, un saliscendi di godimento che mi ha fatto venire più volte. Poi lui di nuovo mi ha girata, mettendomi sotto, ha messo le mie gambe sulle sue spalle e alla missionaria, ha ripreso a fottermi. Ora mi tirava dei colpi che li sentivo fino alla pancia: era vicino ad esplodere. Gli ho detto che non ero protetta, allora lui mi dice che mi vuole sborrare in faccia. Quindi sfila l'uccello, si alza ed io mi metto in ginocchio; continua a segarsi con la mano, sempre più velocemente, poi un grido di piacere e i suoi schizzi che mi fanno una maschera di sborra.
Lo spreme fino all'ultima goccia, poi me lo struscia sulla faccia. A questo punto ci siamo rivestiti, abbiamo preso le nespole, e siamo tornati".

Vi posso dire che il suo modo di raccontare era così realistico, che mi sembrava a me di essere là con quel tizio a scopare; gli dissi che mi aveva fatto bagnare e che la cosa mi avrebbe allettato, ma questa è un'altra storia....
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