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L'amica birichina e il ghiaccio


di Amotuttodime
14.04.2020    |    10.375    |    1 9.2
"A quella vista non capii più niente, lo afferrai con la mano, ma non riuscivo ad impugnarlo tanto era spesso, e lui mi fece pressione sulla testa per farmi..."
Mi hanno dato il nome della prima donna, Eva, e devo dire che ne sono fiera. Per vent'anni sono stata moglie devota, lavoro, casa e due figli da crescere, poi però qualcosa in me è cambiato. Da quando, mio marito, insistentemente, mi confidava le sue fantasie erotiche. Mi diceva che anche se mi amava da impazzire, godeva nel pensarmi a scopare con altri uomini. il suo piacere sessuale era cambiato. Negli ultimi tempi, vista la mia riluttanza ad assecondare il suo sogno, si era creato tra di noi un po' di distacco. Scopavamo sempre meno, però in me cresceva il desiderio di provare, di evadere. Spesso mi guardavo allo specchio, cercavo di vedere in me una donna sempre attraente. Non è che non mi tenessi, piuttosto avevo perso la voglia di suscitare negli altri desideri nascosti. Sono una donna di quarant'anni, mora, occhi verdi, con qualche chiletto in più, ma nei punti giusti, con due gravidanze era inevitabile. Certamente a vent'anni il mio fisico era tutt'altro, infatti come uscivo in città ne avevo intorno di ragazzi, come mosche. In realtà non ho frequentato molti uomini, tre o quattro per l'esattezza, poi ho incontrato Piero, il mio attuale marito.
I primi anni sono stati molto passionali e focosi, non c'era luogo e momento, in cui lui non mi volesse scopare. Piero, per natura è un sagittario segno di fuoco, e la sua mascolinità, oltre che appagante sessualmente, mi dava anche sicurezza. Non avevo bisogno di cercare altro, lui mi dava tutto. Però quello che era un bellissimo sogno, purtroppo si trasformò in un tormento.

Accadde una sera, durante una scopata, mentre il suo pene mi trapanava alla pecorina,, lui mi prese con una mano i capelli, tirandomi la testa indietro e cominciò ad insultarmi:" sei una troia, una puttana, e tuo marito un cornuto!!". Rimasi allibita da quelle parole, che però dette con quel tono e in quel momento mi fecero eccitare di più. Lo stesso effetto fu anche per lui, i suoi colpi diventano più violenti, le sue mani mi stringevano con più forza i fianchi, il suo ansimare era diverso. Mi stava letteralmente spaccando la fica, sentivo il suo membro gonfio e pronto ed esplose dentro di me. Così fu: lui venne riempiendomi la fica del suo sesso, ed io lo seguì a ruota.
Poi, rimanenno abbracciati nel letto e cominciammo a parlare di quello che era accaduto. Iniziò lui:" amore ti è piaciuto? mi sembra sia stato diverso anche per te l'orgasmo!!". Io risposi:" si, ma perché mi hai detto quelle porcherie?"". Ci fu un attimo di silenzio tra noi, poi lui mi spiegò quanto lo eccitasse sapermi chiavata da un altro uomo; per lui era un'eccitazione indescrivibile vederla sottomessa e penetrata da uomini che non fossero lui. Mi disse che ad essere spettatore in prima fila le sue masturbazioni gli arrecavano più piacere che la scopata in sé. Poi mi cominciò a descrivere come mi avrebbe immaginata e i grossi calibri che mi avrebbero penetrato, ma soprattutto le mie espressioni di godimento: la bocca semichiusa, il fiato corto, lo sguardo assente. Vi dirò, mentre mi faceva partecipe delle sue fantasie, mi eccitai, ma non potevo dirgli subito che l'avrei accontentato, così feci l'offesa, e me ne andai in cucina. Lui mi seguì di lì a poco per chiedermi scusa, e al momento la cosa finì lì. Passarono alcune settimane, e lui ricominciò con insistenza a spingermi a provare, ma io non lo volevo fare, pensavo che se lo avessi accontentato, lo avrei perduto.

Una mattina, a pranzo, i bambini erano da mia madre, lo affrontai dicendogli che se lo avessi fatto, lui avrebbe dovuto poi accettarne le conseguenze, e che non avrebbe dovuto mettere bocca su niente. Lui non mi disse nulla, mi si avvicinò, mi abbracciò dicendomi che mi amava da morire e che in quel modo il nostro amore sarebbe diventato più solido. Piero poi aggiunse che comunque io avrei dovuto raccontargli tutto, nei minimi particolari, anche quando non fosse stato spettatore. Lo vedevo, soltanto a parlarne i suoi occhi erano pieni di luce, ed io, benché riluttante, mi convinsi a farlo.
Adesso dovevo soltanto trovare il modo e la persona giusta con cui tradirlo e, come lui voleva, farlo cornuto!! Piero mi propose alcune sue amicizie, ma io non trovavo alcun interesse in loro. Quello che volevo, era trovare un uomo che mi suscitare un desiderio erotico, che prima che scopare la mia fica, intrigasse la mia testa. Volevo trasgredire non col primo che passa, ma con chi era capace di corteggiarmi, una persona galante fuori e dentro il letto.
Qualche mese dopo feci amicizia con una ragazza, siamo entrambe quarantenni, madre di un compagno di scuola di mio figlio; una bella donna, capelli neri, alta e snella, ma con un bel seno e un culetto abbastanza tondo, caratterialmente un peperino.
Piano piano diventammo amiche sempre piu intime. Ci incontravamo per fare compere insieme, parlavamo di tutto, anche dei nostri mariti e dei nostri rapporti con loro. E fin qui niente di strano.

Ma un giorno, mentre eravamo a fare colazione in un bar, lei ricevette una telefonata:" ciao amore!!" disse, ed io pensavo fosse suo marito, non volli ascoltare la conversazione, ma mi colpì quando ad un tratto disse parlando al telefono:"no Mario, oggi pomeriggio devo andare dall'estetista e non posso!!". Rimasi di pietra:" ma suo marito non si chiama Luca, e poi l'ha chiamato amore!!" pensai e capii che lei aveva una tresca con un altro uomo. Io sfacciata come sono, cominciai a indagare, facendogli alcune domande e lei allora, che ormai si sentiva scoperta e di fidava di me, mi confido' che ha un rapporto extraconiugale con una persona piu grande. Anche io gli confidai, non certamente dicendogli che ero d'accordo con mio marito, che volevo provare qualcosa di nuovo, più eccitante. Volevo sentirmi di nuovo donna, in poche parole, volevo iniziare una relazione extraconiugale.
Entrambe, quando siamo accanto, siamo due belle figone, more con i capelli lunghi, stessa altezza: attiriamo l'attenzione dei maschietti.
Ogni tanto la coprivo dal marito per i suoi incontri, tenendomi il suo bambino o dicendo che dovevamo uscire assieme. Tra noi si creò una perfetta complicità, a tal punto che un giorno mi volle presentare il suo l'amante; un bell'uomo, no c'è che dire, cinquantacinquenne, distinto e molto inteliggente. Si incontravano sempre in un villino vicino al mare di sua proprietà. Prendemmo un caffè assieme in un bar, lui mi fece un sacco di complimenti, parlammo un po', volle indagare sulla mia vita, anche se Sabrina, la mia amica sicuramente gli aveva parlato di me.
Dopo una settimana sabrina mi disse che c'era un amico del suo amante che mi voleva conoscere, anche lui cinquantenne, un rappresentante farmaceutico

La sera stessa lo dissi a mio marito, spiegandogli che poteva essere l'inizio di un lungo percorso, e che lo facevo solo perché lo amo. A lui si accesero gli occhi, era molto tempo che desiderava coronare la sua fantasia erotica. Eravamo nel mese di marzo
La mattina seguente, dopo aver portato i bambini a scuola, insieme a Sabrina ci avviammo all'appuntamento in un locale di città. Quando entrammo, eravamo entrambe bellissime e molto sexy, li trovammo seduti, ci vennero incontro. Il locale è abbastanza riservato, pochi tavolini separati da separé, e ki li ci presentammo e passammo qualche ora insieme. L'amico mi piacque subito, era un bel tipo abbastanza giovanile e molto molto galante, proprio come piace a me.
Prima di separarci scambiammo i numeri di cellulare, ci salutammo col bacio sulla guancia per un arrivederci. Non appena fummo in macchina Sabrina mi chiese se l'amico avesse fatto colpo su di me, io gli feci locchiolino e ridendo gli dissi:" ma vediamo! forse un giro me lo faccio!!". Dopo neanche dieci minuti mi arrivò un messaggio di lui che mi diceva che gli aveva fatto piacere conoscermi, che sono una donna bella e inteliggente, e che voleva rivedermi presto, ma da solo. In quel momento ero sempre con Sabrina così gli feci leggere il messaggio e lei ridendo, disse:"ogni lasciata e persa!!". Su suggerimento di lei, che sicuramente aveva più esperienza di me, risposi al suo messaggio, dicendogli che anche lui era bello e interessante, e che l'avrei incontrato di nuovo volentieri. Ci demmo quindi appuntamento l'indomani per le 10,00 nel parcheggio del centro commerciale.

La mattina misi una gonna al ginocchio con uno spacco di lato, autoreggenti in pizzo nero, uno stivale con tacco nove, una camicetta, un golfino e un giaccone sopra. La mia lingerie fu un perizoma bianco e regiseno abbinato. Appena arrivai al parcheggio, come al solito con dieci minuti di ritardo, scesi dalla mia macchina e salii sulla sua, un suv nero. Partimmo da lì, dopo poco si fermò in un parcheggio vicino la spiaggia, e prendendomi le mani mi disse che mi aveva pensato, che mi desiderava. Si vedeva che non aveva molta esperienza con le donne, era abbastanza impacciato, e poi io non lo aiutavo, anzi facevo un po' la mogliettina titubante perche' era la prima volta che tradivo.
Ma io ero molto sexy, e spinto da una tempesta ormonale si prese un po' di coraggio, e tirandomi a se mi baciò. Io ricambiai con piacere, le nostre lingue si intrecciavano, le sue labbra erano carnose e morbide. Mentre ci baciavamo, lui allugo' una mano sotto la mia gonna fino arrivare al bordo calze; non si immagginava forse che fossero autorregenti, e come arrivò a toccare la mia coscia nuda si caricò di libidine, stringendomi più forte. L'eccitazione di entrambi saliva, ed io aspettavo trepidante le sue mosse. Di li a poco infatti, non appena la sua mano arrivò al perizoma, lo spostò con le dita e due me le infilò nella vagina. I miei umori cominciarono già ad uscire, gli bagnavano la mano, così lui mi propose di metterci di dietro sui sedili posteriori.
Il posto era abbastanza tranquillo e come fummo di dietro riprendemmo a baciarci. Mentre lui riprese il ditalino, io allungai una mano e mi accorsi che il suo uccello era già duro. Lui, vista la mia voglia, si sbottono' e abbassò i pantaloni e le mutande; ne usci un pene abbastanza grosso, con un bel diametro, ed era ricurvo all'insù. A quella vista non capii più niente, lo afferrai con la mano, ma non riuscivo ad impugnarlo tanto era spesso, e lui mi fece pressione sulla testa per farmi abbassare.

Quando ci fui davanti, mi fermai un attimo, lui allora mi mise una mano dietro la nuca invitandomi a poggiare le mie labbra sulla sua cappella. Fu allora che lo imboccai, ma non riuscivo a farmelo entrare tutto in bocca, mi stava slargando le labra, così mi limitai a leccarlo tutto. Lui allora dopo essersi sistemato piu al centro del sedile, mi chiese di salirgli sopra; mi alzo' la gonna sopra il culo, mi fece aprire le gambe portando la mia fica a ridosso della sua asta. Io lo scavalcai, gli presi il membro e, spostato il perizoma con la mano, me lo strusciai un po' sulla fica. I miei umori erano adesso copiosi, così piano piano mi abbassai facendolo entrare, ad ogni centimetro che entrava mi sentivo le pareti della fica che si allargavano, come se stessi partorendo, per fortuna che non era troppo lungo altrimenti mi avrebbe spaccata la vagina.
Ecco, adesso era tutto dentro! mi fermai un attimo per riprendere fiato; lui intanto mi leccava e succhiava le tette, i capezzoli che erano diventati ritti e duri. Cominciai a cavalcarlo, prima un po' lentamente, poi quando la fica si abituo' alla misura, iniziai a gustare la scopata e andai al galoppo verso l'orgasmo. Lui, con le mani appoggiate alle natiche, seguiva il mio ritmo ed iniziò a sbattermi da sotto finché io con un grido venni per prima facendogli la doccia, sia sull'uccello che sulle gambe. Mi accasciai su di lui e gli dissi:" cazzo che goduta!!", lui rise, mi baciò e mi giro' sul sedile mettendomi sotto. Fu in quel momento che mi alzò le gambe e cominciò a fottermi alla missionaria. Mi trapano' una decina di volte, sentii che il suo membro stava per esplodere, ed infatti, senza chiedere lo sfilò e mi sborro' sulla pancia sporcando anche la gonna. Ero contenta, ma gli dissi che l'avrei preferita in bocca!! ci pulimmo alla meglio e andammo via. Quando mi lascio' alla macchina ci salutammo con la promessa di rivederci appena possibile. Nel ritorno a casa chiamai Sabrina e gli raccontai dell'incontro e gli dissi:"ho bisogno del ghiaccio perché me l'ha slabbrata e mi brucia, tanto e' grosso il suo uccello!!". Lei si mise a ridere dicendomi che sono troia una troia.

Quando arrivai a casa, mio marito era li ad'aspettarmi. Mi guardò e mi chiese com'era andata, aggiungendo che i bambini erano nella loro cameretta. Io levai il giaccone e gli feci vedere le macchie di sborra sulla gonna. I suoi occhi brillavano, freneticamente mi chiedeva per sapere nei dettagli, ma gli dissi soltanto:"andiamo in camera ti faccio vedere!!". Appena dentro mi spogliai e lui notò la mia fica rossa come un pomodoro e slargta. Iniziai a raccontare, nei minimi particolari, come si era svolto l'approccio e la chiavata, lui si abbassò i pantaloni, si prese in mano il pene e mi chiese di farlo godere. Lo guardai e dissi:" amore ma hai visto come mi ha rotto la fica!!, e poi mi sento tutta appiccicosa di sborra. Farlo in macchina è scomodo. Fammi fare una doccia, poi ti faccio sfogare!". Mi infilai in bagno e lo lasciai in camera da letto con i vestiti e l'intimo usato. Saranno passati forse una ventina di minuti, quando ritornai in camera con l'accappatoio, con l'idea di fare l'amore con lui, lo trovai seduto sul letto; tracce di sborra sui mie vestiti e sulla lingerie. Mi misi a ridere, e dissi:" hai già fatto da te!!". Lui mi guardò e balbettando, ancora in preda all'eccitazione, mi rispose:" non ho resistito, annusando la tua biancheria fradicia dei tuoi umori e lo sperma dello stallone, mi sono segato!".
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