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Ed io che pensavo di essere l'unica troia


di Amotuttodime
05.12.2020    |    23.830    |    5 9.6
"Vista la sua insistenza, accettai l'invito e fissammo per una sera della settimana seguente..."
Beh che dire, a volte si incontrano per caso persone che non ti aspetti, capaci di stravolgere la tua vita, capaci di far rinascere in te sensazioni ed emozioni che mancavano ormai da anni. Ciao!, mi presento, mi chiamo Chiara e sono sulla quarantina. È già vent'anni che sono sposata con Enzo, e mi ritengo una buona moglie, madre, amante e troia. In gioventù sono stata una ribelle, tutto quello che volevo fare l'ho fatto, senza che nessuno mi potesse fermare; e questo Enzo lo sa! Lui mi ha voluto così e mi ha sempre assecondata. Se ci riferiamo al sesso, sono sempre stata aperta a qualsiasi situazione, sia con mio marito che insieme ad altri; credo che la vita sia una e che ogni lasciata sia persa. Quando ho voluto provare lo scambismo Enzo non si è opposto, ha capito i miei bisogni, e mi ha accontentata. Forse è stato proprio questo suo modo di sapermi gestire che mi ha fatto rimanere con lui. Il sesso per me è come una droga! Enzo è più grande di me di dieci anni, ed ancora riesce a soddisfare in parte le mie voglie, ma ci sono momenti che non mi basta, e sento il bisogno di andare in cerca di qualcosa di nuovo. Lui questo lo sa, ma non mi ferma, piuttosto vuole sapere, vuole essere a conoscenza delle mie scappatelle. Devo dire che col passare del tempo però mi sono calmata da sola, anche se quella focosita' che è la mia indole in realtà è solo ferma in un cassetto e basta poco per farla tornare.

Vi dicevo appunto che a volte si incontrano persone che ti fanno rinascere quelle sensazioni, che ti trascinano in ciò che eri e ti fanno rivivere emozioni ormai sopite. Un anno fa, conobbi dall'estetista, Maria, anche lei quarantenne e molto sveglia; mora, occhi chiari, un bel decolté, forse una terza abbondante, e fisicamente ben tenuta. Nel parlare ci siamo subito trovate in sintonia, ci siamo accorte di avere molte cose in comune, e, quello che più mi interessa, che abbiamo le stesse necessità: scopare ed essere scopate...bene!!. Maria è sposata da dieci anni, con prole, e che, a detta sua, il marito non l'appaga e quindi lei cerca rapporti extraconiugali. Col tempo siamo diventate molto amiche, più volte mi ha invitato a prendere un caffè, un modo per trovarsi a raccontare e confidarci ciò che abbiamo fatto, lasciandoci sempre con l'idea di cercare insieme qualche situazione piccante. Lei mi adora, mi dice che ho una personalità unica e che sono bellissima; in effetti ho un fisico mozzafiato: bionda naturale, occhi verdi, molti pensano sia russa; molto alta, un seno abbondante e soprattutto un sedere sodo e ritto, niente da invidiare alle ventenni.

Quel giorno Maria mi propose un'aperitivo insieme alla sua cognata Silvia che avevo conosciuto una volta in palestra dove ci eravamo iscritte. Maria mi parlava spesso di lei, della sua esuberanza e delle sue scappatelle; si prendeva gioco del fatto che i loro mariti erano fratelli e cornuti!. Vista la sua insistenza, accettai l'invito e fissammo per una sera della settimana seguente. Per carattere sono una persona complessa; mi piace andare agli appuntamenti, che siano donne o uomini, ben curata: capelli fatti, manicure a posto, e vestita elegantemente. Per quella sera scelsi un tailleur rosso ed un tacco molto alto. Vi svelo un mio segreto: credo di essere una esibizionista, adoro farmi guardare, e godo nel vedere gli uomini che fantasticano su di me; mi accorgo come mi spogliano con gli occhi e vedo i loro sguardi affamati, e come mi sbavano dietro. Maria mi passò a prendere a casa, ed anche lei era molto intrigante: una gonna corta, che faceva appena intravedere il pizzo delle autoreggenti, una camicetta bianca, sbottonata fino al décolleté, e un rossetto rosso fuoco. Ci facemmo i complimenti a vicenda, eravamo proprio due belle fiche in cerca di qualcosa! Poi passammo a prendere anche Silvia, e devo dire che non è niente male; trentacinquenne, ben fatta, un culo da sballo e una bocca famelica, credo si faccia il botulino alle labbra, troppo pronunciate per essere naturali.

Appena arrivammo al pub, vidi Silvia dirigersi ad un tavolo dove erano seduti due ragazzi sui trent'anni. Si salutarono col bacio, e ci invitò a seguirla per presentarceli; fin qui tutto regolare. Ci chiesero di sedere e unirsi a loro per fare due chiacchiere. Notai che c'era ancora un posto libero, probabilmente aspettavano ancora qualcuno. I ragazzi ci fecero i complimenti ed iniziammo ad entrare in confidenza quando arrivò il terzo giovane; un bel moro, sulla quarantina, e con molto charme. Adesso eravamo tutti!, mentre parlavamo infatti capii che era una cosa combinata. Sottovoce, appena me ne resi conto, dissi a Maria che era vicino a me:"mi potevi avvisare mi sarei preparata meglio!!", come se non lo fossi. Lei rise e mi disse:" sei una gran gnocca anche se ti metti stracci vecchi!". Tra una chiacchiera e l'altra arrivammo alle 22, ed uno dei tre giovani propose di andare a finire a casa sua che era lì vicino. Silvia, la cognata di Maria, si dimostrò subito entusiasta dell'idea, e noi per assecondarla decidemmo di seguirla. Mi sono subito accorta che tra lei e quel giovane c'era molto feeling, e ho pensato che fosse quello che si scopava in questo periodo.

Quando arrivammo a casa del ragazzo, loro due avevano gia' cominciato a baciarsi, e la mia amica mi disse:" Silvia e' proprio una troia! Aveva organizzato tutto per farsi una scopata con lui!!". Nei suoi occhi lessi un po' di invidia, e pensai:" la serata non è finita e poi ci sono altri due bei ragazzi con noi!". Ci accomodammo in salotto, e con qualche bicchierino di troppo l'atmosfera iniziò a scaldarsi. Silvia e il giovane dopo una decina di minutii ci lasciarono e andarono in camera, la vidi, mentre usciva dal salotto, farmi l'occhiolino, con lui che le infilava le mani sotto la gonna. "È veramente una troia Silvia", pensai tra me e me, " ed io che pensavo di essere l'unica!". Il giovane che mi sedeva accanto, il bel moro che ci aveva raggiunto per ultimo al pub per capirsi, mi chiese se lo aiutavo ad andare a preparare qualcosa da bere in cucina. Accettai, vedendo la mia amica Maria che già si strusciava con l'altro. Quando arrivammo in cucina questo mi confidò che era una scusa, perché non gli andava di fare il guardone. Io lo guardai, e con la tenerezza di una mamma per il suo piccolo mi misi a ridere. Senza peli sulla lingua gli chiesi:" ma perché ci hanno invitato, se già avevano preparato tutto, visto che noi nemmeno ci conosciamo?". Lui non aspettava altro, e a quella mia domanda, avvicinò la sua bocca alla mia dicendomi:"conosciamoci adesso!". Non mi tirai indietro e ci baciammo.

Dal primo momento che lo vidi arrivare al pub mi intrigo' e se volete saperlo, speravo in questa situazione. Mi sono sempre piaciuti i mori, e soprattutto chi sa prendere le occasioni al volo, e sa quello che vuole.  Mentre ci baciavamo, lui iniziò a stringermi a se, voleva farmi sentire la sua virilità. Io mi lasciai andare e devo dire che percepii un bel malloppo che mi premeva sul ventre. Lui portò le sue mani sul mio sedere, iniziando a palparlo; io allungai una mano e gli toccai il membro da sopra i pantaloni. Ad un tratto si avvicino' al mio orecchio e mi disse:"tranquilla! non viene nessuno, sono impegnati di là". Ma lui non poteva sapere la troia che sono, e che quando mi scateno non c'è pene che tenga.
Presi l'iniziativa del gioco e mi abbassai in ginocchio; slacciai la sua cintura, e gli feci cadere prima i pantaloni, poi le mutande. Mi sbatte in faccia un grosso pene, una ventina di centimetri di marmo, duro e già scappellato, tanta era la sua eccitazione. Lo presi in mano, prima lo strinsi dicendogli:" è bello grosso!", poi con tutta la mia arte, lo cominciai a leccare. La mia lingua iniziò dalla grossa cappella lucida, poi giù giù per tutta la sua lunghezza fino ai testicoli, dove iniziai a ciucciarli ad uno ad uno. Poi di nuovo su su per quella magnifica asta, fino alla cappella, ma stavolta me la infilai in bocca.

Avevo una gran voglia di succhiare quel grosso membro, ed iniziai a pompare, e succhiare, e leccare; ma non riuscivo a prenderlo tutto, anche se lo facevo arrivare in gola un pezzetto rimaneva fuori.
Lui godeva, portò le sue mani sui miei capelli, ed iniziò ad accompagnare la mia testa. Mi mise una mano sul collo, l'altra sulla nuca, ed iniziò a scoparmi in bocca. Che sensazione magnifica quando all'improvviso mi infilò tutto il cazzo fino in gola, e lì lo lasciò per qualche istante quasi a farmi affogare. Ebbi un rigurgito di vomito misto a saliva; lui sfilò il pene ma io lo ripresi famelicamente a succhiare. Era già un po' di tempo che non mi capitava un bel cazzo da succhiare. Vi voglio svelare un mio segreto: mi eccito da morire quando vedo un maschio che gode con la mia pompa, e se quel cazzo è di mio gradimento è facile che raggiunga anche l'orgasmo. E così fu: dopo quel rigurgito, iniziai a sentire un forte calore alla fica, così con la mano sinistra iniziai a stropicciare il clitoride e le labbra della vagina, e un'attimo dopo eccolo forte e duraturo che mi fece bloccare per un'istante. Lui mi disse:" vedo che il mio uccello ti piace, vieni che te lo faccio sentire meglio!"

Ed infatti mi fece alzare, si avvicinò al tavolo, e mi ci fece appoggiare con la pancia; si levò mutande e pantaloni, e poi tirò su la mia gonna. Con stupore vide che avevo le autoreggenti e che non portavo le mutandine. Iniziò a giocare un po' con la mia fica, con la sua lingua passava da un labbro all'altro, e poi si concentrava sul clitoride, di nuovo bello turgido per l'eccitazione. Finalmente all'improvviso sentii un bastone penetrarmi, era duro e massiccio, e si dovette fare strada per aprirmi la vagina. Iniziò un lento movimento che mi fece godere da morire. Quegli andirivieni, che prima erano lenti, piano piano divennero sempre più forti e veloci, sino ad arrivare al punto che ad ogni colpo spostava il tavolo. Mi sentivo il suo uccello arrivare fino in pancia.
Sentivo arrivare dalle altre stanze delle grida di piacere, erano quelle di Maria e di Silvia che si godevano i loro uccelli. Anche a me scappava qualche lamento per le spinte del giovane. Ma non aveva ancora finito! mi tirò su, si sedette sulla sedia e mi fece montare a cavalcioni sulle sue gambe, davantia lui. Io presi il suo uccello con la mano e lo indirizzai alla vagina, ma prima lo spennellai un po' sulle labbra, poi lo feci scivolare dentro. Iniziai un su e giù fantastico, regolando i miei saliscendi con il piacere che mi dava, finché non raggiunsi un secondo forte orgasmo. Fu abbondante il mio sesso che iniziò a colare lungo la sua asta instancabile.

Ma il giovane ci sapeva fare, e così mi fece cambiare di posizione: lui sempre seduto, io stavolta a cavalcarlo dandogli la schiena. Mi disse:" hai un culo da dio, voglio vederlo mentre si mangia il mio uccello!", e con le mani iniziò a strizzarmi le tette. Non ho mai avuto problemi a farmi scopare in culo, così lo sfilai dalla fica e lo appoggiai all'ano; un piccolo movimento ed ora era già dentro. Appoggiai le mie mani sulle sue ginocchia ed iniziai a andare su e giù; sentivo il suo uccello sempre più gonfio, lo eccitava davvero molto questo mio modo di scopare. Mentre ero intenta in questo mio movimento, vidi passare la mia amica sensa gonna e nemmeno mutande, solo con le autoreggenti, si dirigeva in bagno, ed aveva una mano nella fica come se non volesse fare gocciolare a terra. Il giovane era quasi arrivato, infatti ad un tratto mi disse:" dove vuoi che venga?". Io non dissi niente, mi alzai, e lasciandolo seduto mi inginocchiai davanti a lui. Presi il suo uccello in bocca ed iniziai a succhiare e menare sempre più velocemente. Lui ebbe il tempo di dire:" sei veramente troia!", che i primi fiotti di sperma mi arrivarono in viso e i restanti me li feci andare dritti in gola. Lo leccai e ripulii tutto senza farne cadere nemmeno una goccia. Lui mi fece salire verso il suo petto e mi dette un bacio in bocca dicendomi:" sei unica!".

Ci ricomponemmo e dopo un po' eravamo di nuovo tutti in salotto. Si era fatto tardi dovevamo rientrare.
Soddisfatte della serata, salutammo i ragazzi e ce ne andammo. Sulla via del ritorno, ci raccontammo l'un l'altra cosa avevamo fatto. Scherzosamente Maria mi disse che mi aveva vista pulire il tavolo con le tette, mentre io gli dissi che l'avevo vista mentre correva saltellando come un canguro, che si reggeva sotto per non perdere qualcosa. Silvia allora ci propose di rifarlo il venerdì sucessivo, e di ritrovarsi direttamente a casa loro, con l'idea però di scambiarci i partner. Ma questa è un'altra storia.....
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