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Lui & Lei

Quel superdotato alla spa


di Amotuttodime
22.06.2020    |    27.832    |    3 9.0
""Che gran pezzo di figa che sei! come sei bona!!” mi disse..."
È proprio vero, raccontare mi fa rivivere attimo per attimo ciò che il mio corpo e la mia mente hanno provato anni addietro. Ci sono alcune situazioni vissute così intensamente, che non si possono scordare, e che ricordate ti trasportano incredibilmente in quel momento. Mi chiamo Giulia, sono una quarantenne brillante, e vi voglio raccontare uno di quei fatti a me tanto cari. La storia risale ad una decina di anni fa; ero in vacanza per un paio di settimane in Trentino, in un lussuoso Hotel Resort in compagnia del mio fidanzato e di una gradevole coppia di amici. In quel periodo mi rilassavo e godevo la dolce vita al massimo, in quanto il mio fidanzato, fortunatamente conosciuto all’ultimo anno del mio corso di Laurea in economia, oltre a essere un bell'esemplare di maschio, era il primogenito e unico figlio di una ricca e benestante famiglia milanese, con capostipite un famoso e illustre avvocato, con alte aspettative ereditarie e di prestigio nel suo unico pargolo. Dal mio punto di vista, era la famosa occasione che la mia esistenza mi aveva dato per emanciparmi da una vita piatta e difficile, a una vita agiata e piena di lusso e di sorprese: una giusta ricompensa, sia alle fatiche scolastiche fatte da me ed economiche affrontate dalla mia umile famiglia di origine, sia alla mia cultura personale e al fatto che ero una donna (lo sono tutt’ora) molto bella o come la definivo io una giustizia divina. In realtà, andando al di là di una semplice e mera questione economica, per lui provavo dei forti e sinceri sentimenti. Giacomo, questo è il suo nome, già mi amava immensamente e stavamo programmando il nostro futuro e luminoso matrimonio.

Fu proprio in quell’Hotel, durante un momento di relax pomeridiano, mentre ero seduta con la mia amica nella vasca idromassaggio esterna della Spa, dopo una splendida passeggiata tra le Dolomiti, che vidi lui o più precisamente una parte del suo corpo. Esattamente vidi un pezzo di carne impressionante contenuto a stento nei box aderenti del costume che fasciava perfettamente il fisico di uno splendido uomo, maturo, sulla quarantina, che galante ed elegante nei modi, ci chiese gentilmente ad entrambe se poteva entrare a rilassarsi nella vasca idromassaggio. Dovete sapere che in vita mia non avevo mai valutato un uomo in base a ciò che ha tra le gambe, alle sue diciamo particolari dimensioni, ma rimasi colpita, quasi esterrefatta da quel rigonfiamento poderoso: poteva essere tranquillamente, il triplo della misura del pene in erezione del mio fidanzato. Lo seguii con lo sguardo quando entrò in acqua, quasi ipnotizzata, scrutandolo attentamente e cercando di valutarne in centimetri le dimensioni: un brivido di eccitazione mi prese per la prima volta alla base del collo, scese velocemente tra i miei seni e culminò come una scossa elettrica nel mio basso ventre. Fortunatamente l’acqua agitata e le bolle dell’idromassaggio celarono al suo sguardo la reazione del mio corpo e soprattutto dei miei capezzoli, che si erano prepotentemente induriti per l'eccitazione. Tuttavia la mia espressione non era di certo sfuggita alla curiosità femminile della mia amica e al suo sguardo sornione; fu per questo che arrossii violentemente.

Oltre alla dotazione di natura, grazie a quattro amabili chiacchere civettuole e alla complicità della mia amica, scoprii che aveva 45 anni ed era vedovo, con due figli maschi di nove e sei che lo accompagnavano in questa vacanza. Era proprio uno splendido quarantenne, colto, dai modi affabili e galanti, con un bel fisico e uno sguardo profondo e malinconico da uomo vissuto, che avrebbre fatto impallidire al confronto ogni maschio che avevo conosciuto nella mia giovane vita. Tutto di lui mi attraeva, quasi fosse una calamita. Non si intrattiene molto con noi, una ventina di minuti, uscii per primo dalla vasca salutandoci cordialmente, ed io non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Seguivo imbambolata la sua andatura e fissavo incantata quella parte anatomica del suo corpo, finché non fu celata a mio malincuore dall’accappatoio. Lo stupore si disegnò sulle mie labbra e per la prima volta mi trovai a fantasticare e pensare fra me e me tanto da esclamare nella mia mente: che gran membro deve avere sto manzo!!! A voi lo posso dire, mi bagnai solo con l'eccitazione creatami dal pensiero di essere posseduta da lui. Un nuovo brivido percorse inarrestabile il mio corpo; avrei voluto toccarmi ma non potevo perché l'amica mi avrebbe visto, così mi girai verso i getti dell'idromassaggio in modo che uno di quelli andasse dritto verso la mia fessa: la mia vagina ebbe alcune contrazioni, e incredibilmente ebbi un orgasmo.

Nei giorni seguenti questo mio stato euforico e incontrollato persisteva; mi sentivo quasi imbarazzata quando percepivo la sua presenza fisica, sia da sola che in compagnia del mio fidanzato e dei miei amici. Ogni occasione la sfruttavo anche per una semplice conversazione: il timbro della sua voce faceva vibrare ogni cellula del mio corpo. I miei sguardi nei suoi confronti, sia furtivi che ricambiati, continuavano e aumentavano: ogni scusa era buona per scrutare il suo viso, il suo corpo, e devo ammettere le dimensioni del suo pene. Non riuscivo a smettere di immaginarlo; la notte quando mi concedevo alla giovanile focosità del mio fidanzato rimanevo docile, passiva e quasi indifferente: l’unica cosa che riaccendeva in me il fuoco e la passione era il pensiero osceno di essere posseduta carnalmente da quell'uomo e dal suo magico uccello. Questa continua ossessione mi perseguitava, così inconsciamente per farmi perdonare di questo pseudo tradimento psicologico, mi concedevo al massimo delle mie possibilità fisiche al mio partner, aprendo alla sua continua giovane vogliosità la mia vagina, e concedendo anche il mio fondo schiena, e ricevendo il suo sperma nella mia bocca. Per questo non giudicatemi una zoccola, sentivo che era arrivato il momento e la maturità di godere appieno del mio corpo di donna in questa splendida vacanza.

Nei giorni che seguirono, il mio desiderio e la mia lussuria continuarono nonostante la continua attività con il mio fidanzato e ormai erano al culmine: non resistevo più alla mia voglia e curiosità e visto che mancavano quattro giorni alla fine della vacanza, decisi di agire e di spingermi oltre, volevo dare sfogo alle mie fantasie erotiche. Il pomeriggio fingendo un notevole mal di testa, con la complicità tacita della mia amica, rimasi in Hotel e lasciai andare loro tre a fare un giro con delle bici elettriche a noleggio. Quasi disperata, in continuo affanno, lo cercai dappertutto: ora o mai più dissi tra di me. Ero angosciata e tremendamente eccitata, quando, finalmente lo incrociai nel corridoio della hall. Sembravo impazzita, assetata com'ero di lui, mi sentivo la fessa completamente bagnata dalla voglia. Non servirono molte parole o moine, i nostri sguardi d’intesa si incrociarono e in un attimo ci appartammo e le nostre bocche si unirono. Le lingue fameliche si assaggiavano vigorosamente, e, spinta da una tremenda curiosità, abbassai la mia mano destra all’altezza del suo pube: toccai qualcosa di mostruoso, che mi mandò in estasi e mi fece girare la testa. "Come è grosso, duro e caldo!" pensai, mentre lui mi disse con un sorrisetto malizioso:“Porto i ragazzi all’animazione, tu prendi il pass della mia camera e aspettami”. La virilità della sua voce non ammetteva repliche; ci lasciammo e tremendamente eccitata, raggiunsi ed entrai furtivamente nella sua camera, ignara su quello che sarebbe successo, ma sicura che lui mi avrebbe scopata.

Mi raggiunse in breve tempo, e quando bussò alla porta della camera, il ritmo del mio cuore aumentò vertiginosamente come l’affanno del mio respiro. Dopo essere entrato, in un attimo mi sollevò vigorosamente da terra e mi baciò oscenamente con la lingua in bocca. Un piacere immenso mi prese quando sentii un palo tra me e lui, a contatto con il mio ventre; andai letteralmente in estasi. Mi sdraiò sul letto e mentre continuava a baciarmi e leccarmi, cominciò a spogliarmi. Sentivo le sue calde mani su tutto il mio corpo. Prese in mano i miei seni, strizzandoli vigorosamente, ma senza farmi male, e leccò e mordicchiò avidamente i miei capezzoli, facendomi gemere. Continuava a leccarmi tutta, non sembrava mai stanco; ogni centimetro della mia pelle vibrava sotto la sua lingua e la leggera peluria delle mie braccia era elettrizzata dai brividi che mi faceva provare. Si spostò lentamente, prima sul mio ventre, poi giù sino al linguine; ero letteralmente impietrita sotto di lui, ma i miei mugolii di piacere lo stimolavano a continuare. Poi, con le sue mani forti, prese le mie cosce, allargandole; raggiunse finalmente la mia fica. Sentii la sua lingua, dapprima, leccare avidamente le mie grandi labbra, poi immergersi e penetrare la mia fessa, mai così oscenamente aperta e dilatata da nessuno. Il mio corpo e la mia carne non erano stata mai violate e prese in quel modo. Ci sapeva fare, eccome! Poteva fare di me ciò che voleva in quel momento. L’apice del piacere lo sentii quando la sua lingua si spostò più giù, nell'ano; iniziò ad alternare leccate all'una e all'altro, senza mai stancarsi. "Che gran pezzo di figa che sei! come sei bona!!” mi disse. Nessuno mi aveva mai parlato in quel modo, eppure dal piacere, pendevo completamente dalle sue labbra. Gli tolsi la maglietta e gli aprii i pantaloni, finalmente ero davanti a quell'uccello; lo tenevo con tutte e due le mie mani, che non riuscivano a chiudersi tra pollice e indice, e un bel pezzo del suo membro fuoriusciva, terminando in una grossa e rossa cappella. Rimasi un attimo ferma ad osservarla, vista la grandiosità; poi avvicinai le mie labbra a quella grossa cappella. Ma non potevo imboccato, anche a allargare le mie labbra non sarei mai riuscita ad infilarlo in bocca. Decisi allora di portarlo dritto alla mia fica, incitandolo a possederlo con queste parole:“Dai ti prego scopami, non ne posso più!!”. Non mi ero mai comportata a letto in quel modo con un uomo, ma ora lo posso dire:" mai dire mai!".

Lui era eccitato al massimo, così, dopo averlo un po' strusciato sulle labbra della fessa, me lo infilò. Sentii ogni centimetro di pelle di quel pene entrare nella mia carne e nella mia intimità, e la mia vagina si apri oscenamente. A dire la verità non avrei mai pensato che sarebbe riuscito a penetrarmi. Ma lui ci sapeva fare: iniziò una lenta penetrazione che, man mano lubrificai con i miei umori, poi aumentò nel ritmo e nella forza. Scopava da dio!, con vigore e con dolcezza: mi sentivo donna come mai ero stata. Non riesco nemmeno a descrivere l’uragano di piacere e l’orgasmo che sconquassarono il mio corpo, e che mi travolse.
Lui accompagnava ogni penetrazione con un volgare incitamento: “Fammi sentire come godi, fammelo sentire, urlami in faccia”, e questo accresceva la mia libidine. I suoi colpi erano così forti che il membro mi arrivava fino in pancia. In breve tempo, urlai il mio piacere e il mio orgasmo di femmina con tutta la forza che avevo dentro. Ma eravamo solo all'inizio, e non ancora paga, lo feci sdraiare di schiena e stavolta salii sopra lui. Afferrai quel grosso uccello con entrambe le mani e lo appoggiai nuovamente la mia fessa. Lentamente, scesi su di lui e lo infilai fino a che riuscivo a contenerlo. Questa volta volevo comandare io il gioco di coppia. Che impressione vedere il suo uccello completamente immerso nella mia morbida e gonfia fica. I miei umori lubrificavano e inondavano completamente la sua asta, ed io incominciai ad andare su e giù. Finalmente ci baciammo delicatamente in un intreccio di lingue. Lui ricominciò ad assaporare i miei seni e a leccare i miei capezzoli. Con la mano destra, cominciò una lenta stimolazione del mio clitoride. Io allungai la mia mano sinistra dietro la mia schiena per toccare i suoi testicoli alla base di quella splendida asta. L’intesa sessuale dei nostri corpi era perfetta e complice, benché fosse la prima volta tra noi; facemmo l’amore con passione e delicatezza, a momenti, con ardore e violenza in altri, tutto comunque in un mix di forte libidine. Completamente a mio agio, cominciai il mio su e giù, aumentando piacevolmente il ritmo del mio corpo e le contrazioni della mia vagina, che ora lo prendeva tutto, sentendolo dentro di me sino ai genitali. Raggiunsi estasiata nuovamente un magnifico orgasmo, accentuando al massimo la femminilità del mio corpo e i gemiti addosso al suo viso.

Inaspettatamente lui ancora nel pieno della sua vigoria, nel letto ormai disfatto, sfilo' il membro e mi fece stendere accanto a lui, dandogli la schiena. Cominciò sempre con il suo modo vigoroso ma delicato, a toccare e palpare avidamente i miei rotondi glutei, tenendoli fermamente tra le mani, aprendomi le natiche per ammirare la fessa e lo sfintere; sentiva che tutto gli era permesso ed io non desideravo altro. Sentii dolce la sua voce: “Mamma mia che fantastico culo che hai”; godevo solamente nel sentirlo parlare. Poi cominciò a mordermi dolcemente le chiappe, e poi il mio buco del culo profanato e penetrato dalla sua lingua, che alternativamente leccava anche la mia fica. Dopo avermi ben salivato e preparato sentii quella grossa cappella appoggiarsi al mio ano. Ero in estasi per il suo modo di fare, e completamente vogliosa, mi allungai al massimo sulla mia schiena come una gattina che fa le fusa, aggrappandomi con le mani e le unghie sulle lenzuola, in attesa della sua penetrazione. Sentii nuovamente ogni centimetro di quell'uccello che entrava dentro di me, sembrava non finire mai. Mi aiutai con una mano a farlo scivolare lentamente, e a bloccare le spinte crescenti del mio impaziente stallone. Adattai il mio corpo e il mio culo a quel grosso membro, sino a farlo entrare il più possibile. Il dolore iniziale cedette pian piano alla mia voglia e alla mia libidine, soggiogandolo al mio piacere di donna. Mi piaceva da morire! spostai la mano sul mio clitoride e cominciai un lento massaggio sentendomi nuovamente bagnata all’inverosimile. Le contrazioni del mio ano aumentarono improvvisamente e mi strinsi come una cavalla impazzita attorno al suo uccello e con un movimento convulso del mio culo ebbi un altro lunghissimo orgasmo sino ad impazzire dal piacere. Preso in controtempo dal mio improvviso impulso, mi disse “Così mi fai impazzire, sto venendo”. Io eccitata al massimo gli risposi:“Si, vienimi dentro, ti prego, fammela sentire la tua calda sborra!". Lui non resistette più ed esplose in un orgasmo lungo e poderoso venendomi in culo, tirandomi a se per i capelli e dandomi il bacio più caldo e passionale che avessi mai ricevuto nella mia breve esistenza. Percepisco ancora oggi la sensazione del suo sperma caldo che mi si riversa completamente nelle mie viscere. Cademmo esausti e compiaciuti sul letto complice del mio tradimento.

Nei restanti tre giorni di vacanza mi feci inculare oscenamente un’altra volta di nascosto in piedi nel boschetto adiacente all’Hotel godendo come una pazza e un altro giorno gli feci un pompino con ingoio nel bagno degli uomini comportandomi come una zoccola e assaporando appieno le sue dimensioni e il suo sapore, tanto era la mia ossessione e il desiderio di lui.
Alla fine di questo tradimento estivo nonostante tutto non lasciai il mio ragazzo, provavo nei suoi confronti ancora dei sentimenti e ci sposammo non rinunciando al mio status sociale acquisito. Lui continuo a vederlo una volta ogni due settimane, in quanto sale nel milanese a fare delle consulenze aziendali. Non resisto, non posso proprio fare a meno della sua mascolinità, del suo uccello, e di quanto mi fa sentire donna quando mi scopa
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