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L'architetto ed il figliastro ep.4


di Amotuttodime
23.05.2020    |    2.808    |    1 9.9
"Invece no, il marito che era seduto alla mia destra, si tirò giù la lampo dei pantaloni e si prese l'uccello in mano, cominciando a segarsi..."
Il cameriere aveva un bell'arnese, mentre lei lo spompinava, lui gli teneva la testa e glielo ficcava tutto in gola, apostrofandola con le parole più oscene; più lui la insultava, più lei pompava. Dopo un po', il domestico, si rivolse alla padrona e gli disse:" signora dove vuole che serva la bevanda a questa troia?!". Lei, ridendo, gli disse:"fagliela bere direttamente in gola!"; lui dette altre due spinte e gli sborro' in bocca: lei sembrava un'assetata, bevve tutto e dopo aver prosciugato quell'uccello nero, rivolgendosi a noi, disse:" aperitivo preso, adesso possiamo andare!". Come se niente fosse accaduto, vista la normalità della cosa per i presenti, ci rimettemmo a chiacchierare, e dopo un po' decidemmo di andare tutti al club. Ci avviammo, io e l'architetto montammo in macchina con i padroni di casa; durante la strada mi avvisarono che nel club non si conoscevano limiti, e se c'erano persone che non mi interessavano o cose che a me non piaceva fare, potevo ben rifiutate, dal momento che si trattava di un privé a cui tutti potevano accedere. Mi dissero che si trattava del privé più importante della zona, e per rassicurarmi, mi fecero capire che comunque loro ne conoscevano tanta di gente la dentro. Quando arrivammo, già nel parcheggio, baci e abbracci con alcune coppie; all'interno era un continuo salutare, si capiva molto bene che erano praticamente di casa.

Mentre entravamo in sintonia con il posto, notai che la troiona aveva già trovato pane per i suoi denti; non erano trascorsi neppure dieci minuti che, su un divano, faceva un pompino ad un giovane, segando con la mano un'altro, e aveva un'altro che gli leccava la fica. Io rimasi per un attimo ad osservarla; ero colpita dalla voglia di uccello di quella donna, veramente insaziabile. Mi ricordai quello che mi aveva accennato di lei la padrona di casa, che mi aveva detto:" è una vera troia, fino al midollo!, in una serata al privé è capace di scoparsi anche trenta uomini!". Vederla così, già all'opera, in effetti, fu molto eccitante. Ad un tratto mi si avvicinò suo marito; in maniera molto garbata mi sussurrò all'orecchio:"vuoi aiutare mia moglie?!". Io lo guardai, per un un'attimo rimasi in silenzio, poi gli risposi:"non è questo il mio modo di scopare!". Non passarono cinque minuti, che arrivò l'architetto; mi prese per mano e mi disse:" vieni ti presento degli amici!".
Ci spostammo in un angolo dove c'erano alcuni divani; mi presento' una coppia; lui cinquantenne, lei qualcosa di meno, entrambi belli e molto fini. Ci sedemmo insieme a loro; l'architetto dialogava soprattutto con quel tipo, mentre lei, accanto a me, mi fece i complimenti, e nel parlare, mi disse che quel porco del marito mi aveva vista, e voleva scoparmi. Devo dire che quando vieni in un ambiente del genere, si sa che l'obiettivo comune è soddisfare il proprio piacere, ma non mi aspettavo una richiesta così diretta. Mentre lei mi parlava, io guardavo quel tipo, lui faceva lo stesso con me.

Dopo quella proposta a cui io non dissi di no, dal momento che quel maschio mi intrigava, pensai che ci saremmo trasferiti in qualche stanza, per avere maggiore riservatezza. Invece no, il marito che era seduto alla mia destra, si tirò giù la lampo dei pantaloni e si prese l'uccello in mano, cominciando a segarsi. La moglie, che era sulla mia sinistra, mi disse:" succhiaglielo!", e mi fece pressione sulla testa per farmi abbassare verso quel membro. Io ebbi un momento di esitazione e guardai per un attimo l'architetto, che era seduto accanto a lei. Lui fece un sorrisetto malizioso e mi fece segno di si con il capo, in segno di approvazione; mi abbassai e appoggiai le labbra su quella cappella, già bella rossa perché dura e gonfia, ed iniziai a spompinare quel pene, bello, ma niente di speciale. Leccavo quell'asta fin dove potevo, la moglie con la mano, accompagnava il mio saliscendi e mi eccitava dicendomi:" succhialo, senti come ti riempie la gola?!". In effetti non era particolarmente lungo, ma era piuttosto largo di diametro ed aveva un buon sapore. Quel tipo apprezzava il mio lavoro, i suoi mugolii di piacere me lo facevano capire; lui però voleva ben altro, e dopo qualche minuto che lo spampinavo, mi fece alzare e mettere a pecorina sul divano. Si spostò dietro di me, mi alzò il vestitino, e senza nemmeno ricambiare la mia leccata, mi iniziò a scopare con violenza. Devo dire che in quel momento, anche io non aspettavo altro che sentirmi riempire la fessa dalla sua minchia. Mentre mi fotteva, imprecava e quasi urlava dal piacere; io ero in estasi, ma per un attimo alzai la testa e vidi che intorno a noi, si erano radunati quattro o cinque maschi. Che situazione eccitante: essere scopata, e sapere che intorno a te ci sono altri uccelli che vorrebbero fotterti!. Un paio di loro, si presero il membro in mano, iniziando a segarsi. In quel momento, vidi che la moglie del tipo che mi scopava, si avvicinò a loro, ed iniziò a spompinare qualche singolo di sua preferenza: rimasi folgorata dalla voglia di minchia di quella donna. L'eccitazione era al massimo, e l'architetto, che fino a quel momento era rimasto a guardare, si alzò e andò dietro la moglie di quel tipo. Alzò il suo vestito e la penetrò di colpo; strano che l'architetto stavolta non avesse avuto bisogno dell'aiutino per eccitarsi, ma probabilmente la calda atmosfera che si era creata, era bastata.

Dopo una mezz'ora di godimento generale, sborrarono tutti; avevo sborra ovunque sulla schiena, sui capelli, non capivo più di chi era. Mi risistemai un po', con l'architetto andammo a fare un giro nel privé; ad un tratto vidi la troiona, che era entrata con noi, con un gruppo di ragazzi che con i loro membri, la stavano devastando: ne aveva ovunque, in bocca, in fica, in culo, una scena da film porno. La signora che era con me, mi disse guardandomi:" te lo avevo detto che era una troiona!". Arrivammo nel momento giusto, i giovani erano pronti a fargli la doccia di sborra. Lei si mise in ginocchio e i ragazzi con i loro uccelli in mano, iniziarono a segarsi più velocemente, e quasi simultaneamente eiacularono. La scena che si presentò fu bellissima ed eccitante: la sborra cadeva sulla sua faccia, sul seno, sulla pancia, in pratica ovunque gli arrivavano sborrate. Rimasi colpita dalla sua smorfia di piacere, probabilmente ne avrebbe voluta anche di più. Per noi la serata finiva qui, ritornammo all'albergo, ma non mi sentivo la forza nemmeno di farmi una doccia e mi addormentai sul letto. L'architetto dormiva poco, non più di quattro o cinque ore per notte; quando mi alzai, lui era già uscito per fare colazione. Mi feci una doccia e lo raggiunsi di sotto; aveva un sorriso a trentadue denti, era contento della serata, poi mi disse:"pranziamo in camera perché vengono il mio figliastro e la biondina". La sera avevamo l'aereo per tornare a casa, e lui mi accenno' che probabilmente il suo ragazzo voleva dirgli che si sarebbe sposato con quella ragazza.

Verso le 12.30 arrivarono alla nostra camera, lei con un mini abito che gli arrivava a due dita sotto il sedere, lui un pantalone di lino bianco e una polo. Quando ci videro ci abbracciammo come familiari e poi ci sedemmo; l'architetto ordinò il pranzo in camera per quattro.
Il ragazzo ci comunicò in effetti la loro decisione di sposarsi; nei loro occhi c'era grande contentezza, lui era già un dottore affermato, lei era figlia di un grande chirurgo.
Vi dico la verità, nella mia mente mi ricordavo quante parolacce ho detto a mio marito quando, i primi tempi, mi chiedeva qualche trasgressione, e adesso loro si amavano e si volevano sposare, quando il giorno prima lei scopava con altri davanti a lui: che strana la vita, come si cambia opinione.
Mentre si parlava, scoprii che lui già gli aveva comprato un appartamento, ma che dopo sposati, gli avrebbe comprato un villino: volevano andare ad abitare fuori Roma.
Mentre parlavamo, ci servirono il pranzo, e i ragazzi ci domandarono come avevamo passato la serata del sabato al privé. L'architetto gli raccontò tutto quello che era accaduto e si soffermò al finale della troiona. La biondina non si stupì più di tanto, anzi ci rese partecipi di una situazione che lei aveva vissuto qualche anno prima, proprio con la troiona. Ci racconto' che una sera erano assieme in un privé, avevano bevuto qualche bicchierino di troppo e si spinsero oltre i limiti: entrambe presero più di trenta sborrate, poi si infilarono i vestiti e andarono in un pub con tutta la sborra addosso.

Io non capivo più niente, mi chiedevo in che ambiente ero finita; si parlava di condurre una vita che per me, fino a quel momento, era solo una fantasia porno. Del resto era una realtà, e per queste persone era diventata una normalità.
Finimmo di pranzare e ci risedemmmo nei divani con un prosecco in mano: facemmo un brindisi di buon augurio al matrimonio dei giovani. L'architetto mi abbracciò e mi disse che avava voglia di me; ci baciammo e vidi la biondina che saliva sul ragazzo, cominciando a baciarlo. Lei si era messa a cavallo di lui, e lui cominciò a spogliarla. Gli alzò il vestitino e con le mani iniziò a stringergli le natiche, poi infilò le dita nel solco delle chiappe. L'architetto allora, tirò fuori il suo membro, e me lo mise in bocca. Mentre gli stavo facendo il pompino, lui fece cenno al figliastro di mandare la ragazza a leccarmi la fica. Lei si mise dietro e cominciò a baciarmi la fessa e il buco del culo, infilandoci la lingua. Quando si accorse che ero abbastanza bagnata, invito' il suo ragazzo a venirmi dietro; lei prese il suo uccello, e cominciò a spennellarlo sulla mia fica. Ad un tratto me lo sentii dentro, lui spingeva con forza e quando mi arrivò per più di metà dentro, sfilai l'uccello che avevo in bocca e lanciai un grido. Anche se già lo conoscevo, sentirlo dentro era sempre una gran fatica!

Mentre il figliastro mi prese forte per i fianchi, l'architetto mi afferrò per i capelli e mi rimise il suo uccello in bocca, e lei si infilò di sotto e mi iniziò a leccare il clitoride. Stavo vedendo le stelle, non capivo più niente. L'architetto, che vedeva quanto godevo, disse al suo ragazzo:" scopala più forte, fagli arrivare il cazzo in gola!". Lui, spronato dal padre adottivo, mi cominciò a sbattere con violenza, ed io, dopo aver sputato il membro dell'architetto gli gridai:" bastardo così mi apri in due!!". La biondina si sfilò di sotto e prese il cazzone dell'architetto, cominciando a succhiarlo con gusto; io mi spostai un po' per farle spazio. Poi, lei salì sopra l'architetto, ed iniziò a cavalcarlo; quella scena era fantastica e in più oltre alla vista avevo quel palo che mi entrava e usciva dalla pancia. Sul tavolino c'erano ancora i nostri bicchieri col prosecco; l'architetto li prese e quando furono pronti per sborrare, ne passò uno al figliastro, perché ci sborrasse dentro. Spremettero i loro uccelli fino all'ultima goccia, poi ci passarono i calici, e l'architetto disse:" facciamo un brindisi ai futuri sposi!". Alzammo i bicchieri e mandammo giù tutto d'un fiato. Loro stettero con noi fino a quando preparammo le valigie e poi ci salutarono; noi prendemo l'aereo e arrivammo a casa nostra a tarda notte. Mio marito appena entrai in casa, mi guardò e mi abbracciò forte; poi mi disse:" ti ho persa?!", io non risposi. Non mi chiese niente, e corsi subito a salutare i miei figli, poi andai in cucina; lui mi guardò e senza parlare andò a letto. Io presi un po' di tempo, volevo farlo addormentare, non avevo voglia di raccontare. Quando andai a letto, lui faceva finta di dormire per non crearmi imbarazzo; allora io mi misi a dormire, ma non riuscivo a prendere sonno, solo al mattino mi appisolai.
Lui si alzò per andare a lavorare, mi baciò in fronte e se ne andò.
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