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L'amica e' più porcella di me.


di Amotuttodime
18.01.2021    |    2.744    |    1 9.4
"Sposata da dieci anni, è una mia cara amica; abbiamo frequentato insieme il liceo, e vi posso dire che la conosco come se fosse una sorella..."
Carmela è una donna sicura di sé, sa quello che vuole, e in un modo o nell'altro lo ottiene. Sposata da dieci anni, è una mia cara amica; abbiamo frequentato insieme il liceo, e vi posso dire che la conosco come se fosse una sorella. Spesso ci chiamiamo per confidarci cose che non potremmo raccontare a nessuno. Devo dire che è una donna con gran sex appeal, molto sexy e dai modi di fare intriganti. Insieme abbiamo avuto in passato alcune scappatelle con uomini conosciuti in chat o in palestra; sono però parecchi mesi che io mi sono in astinenza, mentre lei frequenta un tipo con cui scopa due tre volte a settimana. Quando mi incontro con lei per un caffè, non fa altro che parlarmi di questo giovane, più piccolo di lei di qualche anno e che ha conosciuto a casa di amici. Carmela, con me, non ha mai avuto freni nel parlare, nel descrivere come scopa con gli uomini, e soprattutto nel giudicare quanto uno è più bravo di un altro. Parlandomi di Luca, questo è il suo nome, sono rimasta incuriosita di come riesce a farla godere, e ho sperato a lungo che me lo facesse conoscere.

Il mio nome è Francesca e sono sposata da una quindicina di anni. I miei figli sono grandi ormai e mio marito sembra che abbia scelto il lavoro come suo unico partner. Ma io sono donna, femmina e ho dei bisogni da soddisfare, che se non riesco a ottenere in casa li cerco fuori. La mia ultima relazione extraconiugale è stata mesi fa, con un tizio conosciuto al mercato. Mi ha irretita con una scusa banale e da lì è nata una storiella che è durata quasi sei mesi. L'unica cosa che mi piaceva di lui era che mi fotteva divinamente, senza freni e in ogni luogo. Ma poi la cosa è finita, forse perché così volevo io, dal momento che le cose troppo lunghe non mi piacciono. Adoro i rapporti occasionali, sono quelli che mi trasmettono le maggiori emozioni e che mi provocano gli orgasmi più forti. Dite che sono una troia?, forse!! ma a me piace così, e poi sono cazzi miei!.

Quel giorno Carmela mi disse di raggiungerla a casa sua, mi voleva presentare Luca. Che eccitazione! ero un po' in ansia, e non vedevo l'ora di parlare con lui. Già da qualche mese mi capitava di vederlo in sogno, anche se non sapevo nemmeno come fosse fatto, se non da come me lo aveva descritto Carmela. Erano sogni di sesso così intensi, che quando mi svegliavo, mi sentivo talmente eccitata che iniziavo a farmi un ditalino per provocarmi l'orgasmo. Forse il fatto che non scopavo già da un po', aveva prodotto in me il bisogno di fottere, e la mia fica in questo momento era l'unica cosa che contava. Ma questo Carmela lo sapeva, conoscendomi molto bene e poi perché gli avevo raccontato che mi masturbavo. In altre occasioni, in passato, era capitato che io avessi una scappatella con qualcuno e lei fosse in astinenza, così gli proponevo di condividerci il partner in un rapporto a tre. Non è facile trovare un maschio che riesca a soddisfarci entrambe, ma Luca poteva essere la persona giusta.

Mi feci una doccia e mi depilai la fica; mi piace pensare che la mia fessa è come quella di una bambina, e che così rasata è rosa e carnosa come una bocca affamata. Vi confesso che adoro essere leccata, soprattutto quando sono a pecora o in sessantanove, sia che si tratti di una donna o di un uomo. Quell'andirivieni della lingua su clitoride, quel fuori e dentro la fessa, se ben fatto, mi fa esplodere l'orgasmo. Mi feci un trucco leggero e misi un bel rossetto rosso, poi infilai un paio di autoreggenti nere in pizzo, e un perizoma in coordinato. Infine indossai una camicetta bianca e una minigonna, così corta che faceva intravedere l'orlo delle autoreggenti. Ero pronta! Non volevo sembrare troppo esuberante e neppure volevo far capire che avevo uno voglia matta di scopare, ma volevo, in chi mi vedeva, suscitare eccitazione e desideri lussuriosi. Per finire, presi un paio di tacchi altissimi, non a spillo perché ci cammino male, un soprabito lungo e la mia borsetta preferita, quella di Dolce&Gabbana. Prima di uscire passai davanti allo specchio dell'ingresso di casa e quando mi vidi, esclamai sorridendo maliziosamente:" sono una gran passera!".

Non passarono dieci minuti che già stavo da Carmela, ma lui ancora non c'era. Lei iniziò a farmi i complimenti per come mi ero vestita e mi confessò che mi aveva fatto venire da lei perché voleva che assieme scopassimo con Luca, che era ignaro di questo incontro. Carmela aveva infatti organizzato tutto, approfittando del fatto che il marito era fuori per lavoro, e senza che quel tipo sapesse nulla, sicura che lui non si sarebbe tirato indietro.
Ma ad un tratto suonarono alla porta, era lui! Ci presentammo, e notai subito in lui lo stupore nel vedermi e conoscermi personalmente, dal momento che Carmela gli aveva spesso parlato di me, ma non mi aveva mai vista. Ci sedemmo in salotto per un caffè, io in una poltrona, loro vicini sul divano. Luca è un bellissimo ragazzo: moro, sulla trentina, occhi chiari e alto quasi due metri e un fisico molto curato. Il mio sguardo ricadeva spesso sul gonfiore che intravedevo sui suoi jeans perché Carmela mi aveva confidato che Luca e' molto dotato e un gran porcello.

Parlammo per un po', ed entrammo subito in sintonia; Luca aveva cominciato a farmi un sacco di complimenti, soprattutto sul mio aspetto fisico, e Carmela lo abbracciava e baciava. Mi alzai un'attimo per andare in bagno; la fica era eccitata e stava comandando i miei comportamenti. Sentivo che il mio perizoma era umido dei miei umori, eppure non era ancora accaduto niente. Non appena ritornai in salotto, mi ritrovai davanti una bella sorpresa: Carmela era in ginocchio davanti a lui, e gli stava facendo un pompino. Io non dissi niente, ma la invidiavo nel suo saliscendi. Rimasi lì immobile a guardare per un paio di minuti, poi lui non appena mi vide si mise a ridere. Pressava la testa di Carmela sul suo grosso uccello, percepivo molto bene i rigurgiti di lei. Mi fece un cenno di avanzare e mi disse:" Carmela mi ha detto che te sei di mentalità aperta e che non ci sono poblemi!".
Io gli feci un segno di approvazione e gli strizzai l'occhiolino, poi andai in cucina a portare le tazze del caffè. Dopo un po' sentii ridere e poi silenzio; ritornai di là, e c'era lei coi jeans, le mutande e i collant abbassati alle ginocchia, che stava appoggiata alla spalliera del divano, e lui coi pantaloni e mutande abbassate, che se la scopava da dietro.

Quando lei mi vede, mi fece il segnale di avvicinarmi. Io obbedì, come fa una bimba chiamata dalla mamma, sembrando ingenua e indifesa. Non appena gli fui vicina, lui, senza chiedermelo, mi infilo' una mano sotto la gonna, e raggiunta la fica, infilo' un paio di dita oltre il perizoma e comincio' a farmi un ditalino. Ero impietrita, ma probabilmente volevo esserlo; avevo bisogno di sentirmi posseduta da un maschio. Anche se in modo grezzo, Luca mi stava facendo godere, e la mia fica apprezzava e cominciava a bagnarsi. D'un tratto lui tolse la mano, mi prese per la mano e mi fece abbassare. Non disse nulla, sfilò l'uccello dalla fica di Carmela e lo avvicinò alle mie labbra. Fu una cosa istintiva la mia, aprii la bocca e iniziai a ciucciare. Non ero più Francesca, ma una femmina in calore che cercava godimento. Iniziai a leccare la cappella sporca del sesso di Carmela che mi stava guardando sorridendo.

L'uccello di Luca era veramente grosso, come lei mi aveva descritto; con ingordigia lo presi con una mano, a mala pena riuscivo a chiuderla, e iniziai a farlo entrare ed uscire dalla mia bocca. Lui, momentaneamente trascuro' Carmela, dedicandosi esclusivamente a me: prese la mia testa e con forza affondò il membro nella mia bocca fino in gola. Era duro come il marmo e così massiccio che a momenti mi slargava le labbra. Per un attimo mi sembrava di affogare; poi lo sfilò, e ritornò da Carmela per continuare a sbatterla. Rimasi male, mi sentivo come una bambina a cui viene tolto il giocattolo. Decisi allora di svestirmi per far vedere a Luca le mie forme, perché sicuramente erano più invitanti di quelle di Carmela, rimasi in autoreggenti e tacchi. Lui continuava a dare forti colpi a lei che godeva da morire, addirittura lei lo incitava con mugolii di piacere. Io mi avvicinai a Carmela e iniziai a giocare con le sue tette, e a toccare la sua fica da sotto. Non passò molto che il lavoro di Luca produsse un forte orgasmo in lei. Il suo sesso colava dalla fica sulle sue cosce e su quel grosso uccello.

Luca, appena le contrazioni di lei furono finite, sfilò il suo membro e si avvicinò a me dicendomi:" puliscilo!". Io senza obiettare lo presi in bocca e lo ripulii per bene. Poi mi disse:" mettiti come Carmela, accanto a lei!". Così feci. Luca si chinò ed iniziò a leccarmi la fica. Era molto abile con la lingua, ci sapeva fare davvero. Quando si accorse che ero pronta, si alzò e abbocco' l'uccello alle labbra della fessa, un paio di spennellate e dentro. Fu molto dolce la sua penetrazione, e fu proprio questo suo lento movimento a farmi godere da morire. Piano piano i suoi colpi divennero sempre più forti. Sentiva che godevo e stavo per venire, ma improvvisamente si fermò e sfilò il membro. Si spostò a Carmela ed iniziò di nuovo a possederla a pecora. Una decina di colpi e di nuovo tornò su di me. Questo gioco durò una decina di minuti, nel mentre io e Carmela ci baciavamo e ci toccavamo le zinne. La vedevo, mentre lui la fotteva, chiudere gli occhi e aprire la bocca, sembrava in estasi.

Luca non era ancora stanco, ed io non ero ancora venuta, così lui mi fece stendere sul tappeto e mi si mise sopra; aprì le mie cosce, appoggiandole alle sue spalle, e ricominciò a fottermi. Ora vedevo il suo sguardo quasi assente, come se fosse un vero animale; la sua bocca semiaperta ed i suoi occhi socchiusi. Percepivo il suo vigore nel membro che mi stava spaccando la fica. Per dare più vigore ai suoi colpi con le mani mi prendeva i glutei e li tirava in su verso di sé. Carmela non stava a guardare: si spostò verso di me ed iniziò a leccare e mordicchiare i miei capezzoli. Non c'è cosa più divina di una donna che eccita un'altra donna. Ora cominciavo a sentirmi appagata, un calore intenso cominciava a svilupparsi sul mio ventre, e la mia fessa era in piena eccitazione. Carmela piano piano si spostava a leccarmi verso l'ombelico e poi più giù, fino a raggiungere la fessa. Avevo i brividi, sentivo l'uccello di Luca sfondarmi la fica e lei che giocava con il mio clitoride. Stavo per esplodere, e Luca se ne accorse. Ma secondo lui non era ancora il momento di farmi venire, e questo mi stava facendo impazzire. Che stronzo!!

Lui allora sfilò l'uccello, e mi disse:" ora girati che ti voglio ancora a pecora!". Il suo tono fu perentorio e passionale; io obbedii subito. Appoggiai le mani allo schienale del divano, Carmela si stese sotto di me, Luca si mise in piedi su divano dietro al mio culo, e chinandosi ad abbracciarmi mi penetrò con la sua asta, sempre bella dura e vogliosa. Carmela riprese a ciucciare i miei capezzoli, lui ricominciò il suo andirivieni, in modo più forte, io inarcavo la schiena al massimo per godermi questo momento. I miei umori uscivano cospicui e rendevano più piacevole il suo fottermi. I nostri respiri divennero più affannosi e i mugolii si moltiplicarono. Luca ora, era pronto a riempire la fessa del suo caldo latte, e ad un tratto disse:" sto venendo, dove lo vuoi?". Io non capivo più niente e borbottai:" dentro no, non sono protetta!!". Una decina di forti colpi e poi un forte calore si mescolo' al mio orgasmo. Lui sfilò l'uccello e l'appoggiò sul culo: sentii i primi schizzi sulla schiena, poi la mandata più consistente me la indirizzo' all'ano. Sentivo lo sperma che colava lungo la fessa e poi sulle natiche, e questo mi dette ulteriore eccitazione. Carmela si avvicinò da dietro e cominciò, con mio grande stupore, a leccare la sborra.

Forse il fatto che era già un po' che non scopavo, forse perché Luca sapeva come fottermi o forse perché loro due erano veramente due porcelli, alla fine mi sentivo distrutta, come travolta da un trattore. Luca intanto si rivestì, un paio di chiacchiere furtive, poi se ne andò, doveva rientrare a lavoro. Quando uscì, io e Carmela, ci guardammo, e iniziammo a ridere assieme. Gli dissi:" sei proprio una zoccola!", e lei mi rispose:" con lui è nata una complicità pazzesca, mi lascio completamente coinvolgere e mi travolgere dal suo modo di fare". Poi aggiunse:" comunque anche te non scherzi!". Io la guardai e risposi:" ne avevo proprio bisogno, erano mesi che non mi facevo una bella scopata; anzi quando ci ritroviamo assieme per il secondo round?". Carmela sorrise e...ma questa è un'altra storia
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