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L'architetto ed il figliastro ep.2


di Amotuttodime
18.05.2020    |    9.075    |    0 9.1
"Nel reparto abbigliamento c'erano vestitini e intimo bellissimi, comprammo un vestitino e un completino intimo con una mutandina con lo spacco davanti, ..."
L'architetto non era uno che parlava molto, ma in questo caso, vista la mia insistenza, mi dette alcuni chiarimenti al riguardo di quel bel giovane mulatto. Mi raccontò che in passato aveva abitato a Roma per alcuni anni, e che aveva due domestici che gli curavano la casa e gli preparavano pranzo e cena; lui, in quel periodo, aveva uno studio là ed era molto impegnato nel lavoro, e non essendo sposato, i due domestici lo aiutavano nella gestione della casa. Quel ragazzo era il figlio dei domestici, ma un giorno, in un incidente gli morirono i genitori. L'architetto continuando a raccontare, mi confidò che si senti in colpa perché quel tragitto con l'auto, quella sera, lo avevano fatto per fare un favore a lui. Il fatto di ritenersi in parte colpevole di questa situazione, lo porto' a prendersi cura del giovane, che all'epoca non aveva più di dieci anni, facendogli da padre, facendolo studiare e non facendogli mancare mai niente. L'architetto, dopo qualche anno, si dovette trasferire fuori regione, mantenendo sempre contatti con il ragazzo che ormai era diventato maggiorenne e studiava medicina. Dopo alcuni anni, casualmente, in una serata di sesso, se lo ritrovò davanti, nello stupore di entrambi, e notò che le donne se lo contendevano, e che oramai era diventato un vero uomo. Da quel momento, come riuscivano a trovare un po' di tempo libero, si ritrovavano qui a Roma per organizzare seratine hot con singole o coppie loro amiche. Io lo ascoltavo con interesse, e mentre stava per finire, pensai:" e adesso è il mio turno!". Il suo raccontato mi aveva fatto capire l'attaccamento verso il giovane, ed il perché mi avesse portata a Roma e scopatami insieme a lui, mi voleva condividere con il figliastro.

Non appena terminò di farmi partecipe del suo passato, ci vestimmo e uscimmo, mi sentivo che mi era passato un treno fra le gambe, ma ero felice per questa nuova esperienza. Entrammo in un negozio di abbigliamento per comprare alcuni vestiti per me, molto belli ed eleganti, ma sexy, e due paia di scarpe veramente chic, dal tacco vertiginoso. Poi passammo dal sexy shop, dove il figliastro ci aveva consigliato di andare, e devo dire che non avevo mai visto un posto del genere, tanti erano gli articoli, e dei più stravaganti. Nel reparto abbigliamento c'erano vestitini e intimo bellissimi, comprammo un vestitino e un completino intimo con una mutandina con lo spacco davanti, alcune mini gonne veramente da film porno. Ci trascorremmo qualche ora, poi ritornammo in albergo. L'architetto mi disse che avremmo cenato lì e che dopo saremmo andati da amici in una villa non troppo distante; fu lui a dirmi cosa indossare per la serata, indicandomi un tubino preso al sexy shop, tacchi a spillo e un perizoma che mi entrava completamente nella fica. A cena rimanemmo leggeri, lui mi spiegò un po' di cose di quella festa privata, avviandomi in parte di quello che avremmo trovato e visto. Per me tutto era una novità, non avevo mai vissuto quelle situazioni, e la cosa mi eccitava da morire. L'architetto mi confidò che non essendo sposato, da una decina d'anni, era entrato in un giro di amicizie amanti dell'eros, e che la cosa lo aveva coinvolto così tanto, che una o due volte al mese, scendeva a Roma per partecipare alle feste e rivedere il figliastro. L'architetto sapeva come conquistarmi, aveva dei modi di fare che mi facevano impazzire, ed io sembravo un cagnolino al suo guinzaglio.

Lasciammo l'albergo, e quando arrivammo alla villa, c'erano già diverse macchine nel parcheggio; appena entrati c'erano diverse coppie, le donne quasi tutte con abiti da sexy shop. L'architetto era abbastanza conosciuto, e chiunque si avvicinasse, lo salutava in amicizia. La maggior parte erano coppie mature, ma le donne erano abbastanza sexy, e l'architetto mi spiegò che tante erano marito e moglie, poi c'erano alcune invece con l'amante; il servizio era svolto da due ragazzi di colore che facevano da camerieri. La villa era bellissima, una piscina magnifica; lui mi presentava con orgoglio ai conoscenti, e tutti mi facevano i complimenti, perché vi posso dire che ero bellissima, e i maschietti presenti mi mangiavano con gli occhi. Ad un certo punto, tra la gente, intravidi il ragazzo che mi aveva fottuta in albergo, il figliastro dell'architetto.
Era insieme ad una ragazzina di vent'anni, biondina, molto alta e molto bella; si avvicinarono e ci salutarono con un bacio sulla guancia. L'architetto mi confido' che effettivamente quella villa era un club ma solo per loro, in privato, erano una ventina di soci che pagavano l'affitto e la mantenevano. Erano trascorse un paio d'ore da quando eravamo lì, che l'architetto iniziò a parlare, quasi sottovoce, con un tipo, molto distinto, che era lì con una donna sulla quarantina,molto bella e gran figa.
Non passarono dieci minuti che l'architetto mi prese per mano e mi portò dentro la villa.

Dentro era magnifica, due grandi saloni con divani in pelle e arredamento di lusso, molto curato. Appoggiato ad un mobile basso si trovava il tipo con cui l'architetto aveva parlato prima, e la sua signora, o almeno pensavo lo fosse, abbassata sui talloni che gli prendeva l'uccello in bocca e gli faceva un pompino. Ma non aveva i pantaloni giù, solo il membro era fuori dalla lampo; lei succhiava avidamente quella minchia, mentre lui col bicchiere in una mano, con l'altra accompagnava la testa di lei.
Rimasi un attimo imbambolata, non mi aspettavo di vedere quei due intenti a godere, senza porsi un minimo di riservatezza, davanti a tutti quelli che si trovavano nella sala.
L'architetto si avvicinò a me e mi disse:" vai ad aiutarla!"; io lo guardai, la mia titubanza fu vinta dal suo tono sicuro e mi spostai accanto a quella donna. Mi abbassai, mi misi vicino a lei che non appena si accorse di me, si sfilò l'uccello di bocca e me lo passò. Lei mi sorrise, io iniziai a leccarlo partendo dai testicoli, e quando arrivai alla cappella, quel tipo me lo infilò in gola. Da quando avevo visto quella scena appena entrata in villa mi ero eccitata, non vedevo l'ora di scoprire cosa mi aspettasse: ora cominciavo a capire!. Quel membro non era grosso, di quelli che piacciono a me, ma la voglia di succhiare era talmente tanta che non ci feci caso. Iniziai a pomparlo con gusto; con una mano tenevo la sua asta, con l'altra mi infilai due dita nella fica. L'architetto, nel frattempo, si era tirato giù la zip ed aveva preso in mano il suo pene avvicinandosi a quella donna, che spostatasi verso di lui, lo prese in bocca per farglielo diventare duro. L'architetto era ben dotato, però non si eccitava subito, era necessario un aiutino di lingua per fargli raggiungere la giusta erezione.

Il tipo che stavo pompando, ad un certo punto, mi fece alzare e mi fece appoggiare con i gomiti ad un mobile vicino, si mise dietro di me, e dopo avermi alzato il vestito, disse a quella donna:"preparamela!". Il suo tono era molto autoritario, un uomo molto serio, sulla sessantina, pensai fosse uno molto importante. Io allargai le gambe e lei, che era abboccata al membro dell'architetto, lasciò quella presa e si spostò verso di me, ubbidiendo e senza dire nulla. A me non va tanto di sentire una donna fra le mie cosce, non sono per niente bisex, ma avevo stretto un patto con l'architetto: dovevo accettare tutto quella sera, anche di farmi sborrare in fica, avrei preso la pillola del giorno dopo. La signora, che poi ho scoperto essere la moglie di quello che mi stava per scopare, si mise dietro di me, si inginocchiò e, allargandomi con entrambe le mani le chiappe, si tuffò con il viso sulla mia fessa, iniziando a leccarmi sia le labbra della vagina che il culo. Non mi ero mai fatta leccare da una donna, e devo dire che era molto eccitante; la signora era sicuramente bisex, e ci sapeva fare, lasciandomi una gran quantità di saliva. Quindi, quando ritenne di aver fatto un buon lavoro, prese in mano l'uccello del marito, e strofinandolo un po' sulle labbra della fessa, per ungerlo, me lo imbocco' direttamente lei nella fica. Il pene del sessantenne era normale, ma molto duro, ed una volta dentro, iniziò a scoparmi con notevole foga. A quel punto, la signora ritornò a succhiare il membro dell'architetto che dopo un po' si alzò, mettendola nella mia stessa posizione, ed iniziò a chiavarla. Godevo da morire sentendo i colpi di quell'uccello dentro di me e il godimento dell'architetto e di quella donna, accanto a me. Dopo una ventina di minuti che ci martellavano da dietro, uscirono dalla fica, ci fecero girare, mettendoci di nuovo in ginocchio, e ci rimisero i loro membri in bocca ; dopo un paio di colpi ben assestati, che arrivarono giù nella gola, ci sborrarono fra i denti, ed entrambe ingoiammo tutto.

Dopo avergli ripulito il pene, lo rimisero dentro i pantaloni, mentre noi ci rialzammo e ci sistemammo il vestito; nel giro di cinque minuti eravamo di nuovo insieme gli altri. Mentre stavo per uscire, vidi seduto sul divano il figliastro, con i pantaloni abbassati, e la biondina con il vestito alzato sopra il culo, che lo stava cavalcando, godendosi quella sua enorme minchia. Rimasi per un'attimo a guardarli; lui gli leccava i capezzoli, mentre lei faceva un saliscendi da incubo. Per un attimo invidiai quella ragazzina perché quell'uccello ti fa veramente sentire piena. Mi sentii tirare, la signora, compagna di giochi, mi prese sottobraccio e mi disse:" più tardi ne arriveranno altri due di quel calibro, se ti piacciono così, ti divertirai!". Uscimmo fuori, non appena varcammo la porta, incontrammo un trio: lei messa a pecorina, con uno che la fotteva da dietro, e un'altro che la scopava in bocca. Devo dire che una situazione del genere non l'avevo mai vissuta; come mi giravo attorno, notavo coppie o gruppi che si eccitavano, che cercavano di raggiungere il loro piacere, non interessandosi minimamente di essere notati. L'atmosfera si stava scaldando notevolmente, complice anche qualche bicchierino di troppo.
Dopo qualche ora eravamo tutti a scopare, c'era anche qualche coppia con lui bisex; un marito che faceva il pompino ad un giovane, e sua moglie che lo insultava, dicendogli:" non sai fare!, devi prenderlo fino in gola!", e spingeva la testa del marito verso quella minchia.
A tarda notte, verso le tre, arrIvarono altre due coppie; le donne molto belle sempre sui quarant'anni, ma veramente belle, gli uomini un po' più giovani, ma due fusti notevoli: alti, mori, occhi chiari. Mi accorsi subito che per tutti ero "la novità", sia per gli uomini che per le donne. Dopo le presentazioni, una delle due signore mi si avvicinò e, all'orecchio, mi disse:"hai fatto ingrifare me e il mio accompagnatore!". Poi, girandosi verso l'architetto, disse:"possiamo?"...ma ve lo racconto nel prossimo episodio.
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