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Fottuta da un villano ed arrogante


di Amotuttodime
13.05.2020    |    20.582    |    3 9.3
"Io e lei insieme siamo due belle fiche, more entrambe alte, con un fisico ben curato, zinne e culo da urlo..."
Giovanna è la mia migliore amica, fino dall'infanzia, con lei sono cresciuta e ci conosciamo come se fossimo sorelle. Molte volte mi ha aiutata se avevo dei problemi ed io ho fatto lo stesso con lei. Una sera, lei ed il marito, vennero a cena da noi, spesso ci troviamo anche con i mariti, per fare due chiacchiere, e in quell'occasione suo marito ci raccontò che aveva alcuni problemi sul lavoro. Tutto era cominciato da quando c'era un nuovo capo cantiere, non faceva altro che mettergli i bastoni fra le ruote, lo stava portando all'esasperazione. Lui diceva che era il tipico comportamento di chi ti vuole buttar fuori. Mio marito gli domandò allora, chi fosse questo tipo, e come si chiamasse, perché di gente ne conosce magari sapeva chi era. Puta caso era proprio uno che aveva lavorato per noi, un tipo molto arrogante, a cui piaceva sfruttare la gente; molto autoritario nel lavoro. In realtà con mio marito era rimasto in buoni rapporti, forse lui aveva capito il soggetto ed aveva saputo prenderlo per il verso giusto. Il tizio infatti, raccontava mio marito, aveva una squadra di suoi operai e quando prendeva qualche lavoro cercava di buttare fuori gli altri per fare lavorare i suoi. In effetti non era un'atteggiamento molto corretto, non è giusto portare un beneficio a se stessi danneggiando gli altri. Così, vista l'amicizia che ci lega, mio marito gli disse:"senti io conosco il tipo, vediamo cosa possiamo organizzare per fare sembrare la cosa come se accadesse per caso, perché se lui ci vede assieme e capisce, è peggio. Se lo chiamassi e ti raccomandassi, questo ti fa nero! te la farebbe pagare diversamente, ti farebbe un culo!! costringendoti ad abbandonare il lavoro.

Dopo qualche giorno, era il 25 aprile, e avevamo organizzato una scampagnata nella nostra campagna, e a parte i genitori e qualche amicizia dei ragazzi, c'erano anche Giovanna con suo marito e i figli. Entrammo nell'argomento di quel tizio, che peraltro io non conoscevo, ma che mio marito diceva fosse un bel tipo: molto alto, moro, sulla quarantina, con un fisico asciutto e curato. Giovanna gli chiese se c'erano novità, e lui ci disse:"si siamo in buoni rapporti, al momento però lo tengo un po' distante perché non mi piace come si comporta con questi modi autoritari". Mio marito avrebbe senza dubbio aiutato Giovanna, ma doveva trovare l'occasione giusta.
Il giorno seguente, scherzo del destino, mentre io e mio marito, eravamo a fare colazione al bar, entrò quel tipo. Lui venne da mio marito per salutarlo e me lo presentò; ci disse che era in un villino vicino a noi, ed a me si accese la lampadina e aggiunsi:" perché con tua moglie non venite da noi per un caffè dopo pranzo?!". Era quell'occasione che aspettavamo per aiutare la mia amica; lui accettò con entusiasmo. Non appena fummo soli, chiamai Giovanna e gli spiegai cosa avevo pianificato e che a pranzo dovevano venire da noi. Volevo che quel tipo non si accorgesse che tutto era programmato, ma che l'incontro fosse recepito come casuale, e che il marito di Giovanna non cercasse alcuna raccomandazione. Lei fu entusiasta e mi chiese che tipo era il capo cantiere; io gli feci una descrizione sommaria e poi aggiunsi:"uno da scopare!". Con Giovanna non abbiamo mai avuto peli sulla lingua, e lei sa in segreto di tutte le mie scappatelle, come io so delle sue.

Dopo pranzo, puntuale arrivo' questo con la moglie, io e Giivanna eravamo con un pantaloncino jeans molto aderente, e una magliettina abbastanza scollata; era una bella giornata di sole. Io e lei insieme siamo due belle fiche, more entrambe alte, con un fisico ben curato, zinne e culo da urlo. La moglie di lui, invece, era una ragazza che assomigliava alla moglie di Fantozzi; si vedeva che era una sottomessa, non aveva nessuno charme. Dopo i primi consueti baci di saluto a me e mio marito, il capo cantiere e il marito di Giovanna si ritrovarono faccia a faccia e arrossirono entrambi, ma non dissero niente a parte i saluti. Dopo un po' avevamo rotto il ghiaccio ed eravamo tutti più in confidenza. Parlammo del più e del meno, e il pomeriggio passo' in serenità, anzi quel tipo che avevano descritto come burbero e arrogante, in realtà si dimostro' molto simpatico e disponibile. Con mio marito doveva avere un rapporto amichevole, perché lui gli passava varie commesse di lavoro. Notai addirittura che Giovanna era attratta da quel tipo, a momenti gli faceva un po' la gatta con gli occhi dolci. Io la guardavo e pensavo tra me:'non dovrebbe fare la scema con lui davanti alla moglie!". Anche a lui si vedeva che lei non gli era indifferente, visto i complimenti e le attenzioni.

Dopo qualche giorno, Giovanna mi disse che lui era cambiato nei confronti di suo marito, e che si comportava benissimo. Quindi, aveva funzionato farlo venire a casa. Addirittura dopo qualche settimana, il capo cantiere si incontrò con mio marito e lui scherzando gli chiese un po' di informazioni di Giovanna; si notava un certo interessamento nei suoi confronti. Mio marito gli disse anche il bar dove spesso io e lei andavamo a fare colazione, quasi ogni giorno. Non passò nemmeno una settimana, che mentre eravamo sedute a fare colazione ce lo ritrovammo davanti, ci salutammo e ci offrì la colazione. Visto il gesto mi sembrò giusto invitarlo a sedere con noi; lui non se lo fece ripetere e si sedette. Notavo però che le sue attenzioni erano per Giovanna, e accorgendomi di essere di troppo, mandai un messaggio a mio marito perche' mi chiamasse al cellulare, così potevo lasciarli da soli per un po'. Dopo una ventina di minuti ritornai al tavolo, lui mi guardo' sorridente e con più coraggio mi disse che gli aveva fatto piacere incontrarci ma che adesso doveva lasciarci; pagò la colazione e se ne andò. Incuriosita, domandai a Giovanna cosa si fossero detti, e lei mi confidò che lui gli aveva proposto di vedersi da soli. Lei mi disse di non dire niente a nessuno, che si erano scambiati i numeri, che lui, non appena conosciuta si era nvaghito di lei e che cercava in tutti i modi di incontrarla. Poi aggiunse:" gli ho detto ma siamo sposati! e lui si è messo a ridere, dicendomi che sono come una Ferrari con alla guida un cocchiere, non un vero pilota! come facevo a tenermi accanto una mezza cartuccia simile! ed io ridendo gli ho detto ma è un bravo ragazzo!!".

Mentre parlavamo in macchina, gli arrivò un messaggio, era quel tizio che diceva che non vedeva l'ora di rivederla; lei gli rispose che era difficile perché non sapeva dove si potessero incontrare per non essere visti. Io ridevo, perché conosco bene Giovanna, e tutte le sue avventure extraconiugali; pensavo:"che troia, gli sta facendo credere di essere una mogliettina onesta!". La sera stessa, Giovanna mi mandò un messaggio dove mi diceva che si dovevano vedere l'indomani in un appartamento in centro alle 10, raccomandandosi sempre che non ti dicessi niente. Io gli risposi se aveva bisogno di qualcosa, ma lei mi scrisse:" no niente tutto ok appena finisco passo!!". Alle 13.30 mi mando' un messaggio dove mi diceva che passava dopo pranzo perche' aveva fatto tardi ed era andata subito a casa; gli chiesi di accennarmi qualcosa, lei mi disse solo:" mi sento tutta rotta!!, dopo ti dico", e mi mandò un bacio. Verso le 15 arrivò da me, ci chiudemmo in cucina perché c'erano i miei ragazzi a casa e mi disse:" aspetta, ti faccio vedere una cosa!", si alzò la gonna, si spostò il bordo delle mutandine e mi fece vedere la fica tutta arrossata che dava un po' sul bluastro. Gli chiesi allora:"ma che successo?!", e lei rispose:"è come un animale! e poi ha un un'uccello ricurvo all'insù, grosso e bello duro!".

Inizio' a raccontare, dicendomi che appena era entrata, lui l'aveva abbracciata così stretta che lei si sentiva come una bambina fra le sue braccia. Ma era solo apparenza la sua, perché comunque i suoi modi erano da villano e da arrogante; quando mi ebbe stretta, cominciò a prendere per cornuto mio marito, imprecando verso di lui, facendomi sentire una puttana.
Mi fece distendere, e dopo avermi sfilate le mutandine, si tuffò con la faccia sopra la figa; sembrava un affamato, come uno che non vedesse una fessa da anni. Mi alzò poi le gambe sulle sue spalle e mi iniziò a leccare fica e buco del culo, entrandoci con la lingua e succhiando sia il clitoride che le labbra. Quei modi, non gentili, mi facevano sentire una schiava, prigioniera nell'anima; dopo un po' si alzo', si spogliò, e mi disse in modo rude:" succhiamelo!". Con le mani mi afferrò la testa e mi tirò verso il suo membro; mi puntò il pene alle labbra e spinse per farlo entrare. Io adoro essere scopata in bocca, ma in quel momento esitai un attimo ad aprirla perché non mi piaceva essere trattata a quel modo; poi però la voglia di uccello fu così forte che glielo abboccai. Mentre gli succhiavo il cazzo, mi diceva:"troia!, succhia la mia minchia!, diglielo a quel cornuto di tuo marito come ti stai saziando con il mio uccello!". Mi scopava con violenza in bocca, lo spingeva fin dove poteva, fino in gola. Poi mi girò, e dopo aver spennellato un po' il cazzo sulla fessa, me lo infilò nella vagina. Mi dava botte che me le faceva sentire nello stomaco; ero in totale suo possesso. Mi sentivo domata, però non come una femmina, ma come se fossi un oggetto nelle sue mani. Dopo un po', mi girò di nuovo, mi fece alzare le gambe sopra le sue spalle e iniziò a fottermi come un forsennato; con quel cazzo ad uncino mi sembrava che mi salisse verso l'alto. Guardavo il suo viso, la sua foga, ma lui non mi vedeva come una donna, piuttosto come un trofeo che aveva vinto ad una partita a carte. Non mi trasmetteva la sua passione, ed io non riuscivo a venire; lui era più importante, lui doveva raggiungere il supremo piacere, di me non gliene importava nulla, se non per avere un buco dove sborrare. Ormai sentivo il suo uccello gonfio al punto di esplodere; non vedevo l'ora che finisse per andarmene. Ad un tratto sfilò il cazzo e mi fece abbassare: mi sborro' in faccia dicendomi:"tieni zoccola, fatti la doccia!", quindi me lo infilo' in bocca, e mi disse, con tono perentorio:"ora puliscilo!".

Io, a sentire il suo racconto, mi eccitai, bagnandomi tutta, mi alzai il vestito e mi levai le mutandine; presi poi un fazzolettino di carta e mi asciugai la fica dicendogli:"cazzo Giovanna, questo è il mio tipo!". Lei però mi rispose che era meglio aspettare un po', voleva vedere come si comportava con lei perché non gli ispirava tanta fiducia. Dopo un paio di giorni, Giovanna mi disse che il capo cantiere aveva ripreso a sfottere suo marito tutto il giorno, e la cosa non gli andava bene, anche perché lui non sapeva che mi aveva chiavata. A lei invece, tutto sommato, eccitava il fatto che lui prendesse suo marito per cornuto. Seguirono altri incontri, lei mi raccontava nel dettaglio tutto, ed io me lo immaginavo su di me con quella foga. Poi un giorno iniziò a chiedergli di me, e lei non sapeva cosa dirgli; temeva che io non ci volessi entrare in questa storia, e lui non dovesse sapere. Così gli disse:"non è una donna che fa queste cose!".
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