Racconti Erotici > trio > L'architetto ed il figliastro ep.1
trio

L'architetto ed il figliastro ep.1


di Amotuttodime
16.05.2020    |    8.915    |    0 9.4
"Dopo esserci risistemati e rinfrescati n bagno, ci sedemmo e l'architetto disse al ragazzo:"allora! il programma per stasera e domani?!"..."
Sono ormai una quindicina di anni che mio marito mi ha confessato di essere un cuckold, che gode nel vedermi chivata da altri uomini, o nel sentirmi raccontare le mie avventure extraconiugali. Fin da quando ci siamo fidanzati, io gli avevo fatto presente del mio carattere birichino, del fatto che ho sempre voglia di sentirmi femmina, e che lui non riesce a soddisfarlmi. Ci siamo sposati, abbiamo tirato su famiglia, comportandoci da ottimi genitori, ma ognuno di noi due ha seguito le sue voglie. Vi racconto una delle tante storie che ho vissuto, in particolare questa con un architetto; un'avventura che è durata qualche mese e che mi ha fatto provare sensazioni uniche. A mio marito ho sempre raccontato tutto, e lui su questo racconto si è fatto delle belle sborrate. Dopo un paio di mesi che era nata la storia con l'architetto, un giorno mi disse:""preparati che andiamo a fare un fine settimana a Roma!". lo lo guardai dicendogli che non si poteva perché ho la famiglia, ma lui disse:"inventa una scusa, sei brava a saper mentire, vedrai ci riesci!". La sera quando mio marito rincaso', gli spiegai della richiesta dell'architetto, e lui capendo che io mi ero ingrifata per questa cosa, mi disse:" ok facciamo finta che vai in una gita organizzata dalla palestra, e che ritorni tra qualche giorno". L'idea era ottima, era la scusa giusta con i miei genitori e i ragazzi; ero al settimo cielo, come una bambina che al negozio di giocattoli, ottiene quello che vuole. Mi alzai e lo abbracciai, baciandolo. In effetti, l'architetto mi attraeva particolarmente, quando mi scopava mi faceva sentire sua, e il fatto di trascorrere con lui un fine settimana, era molto eccitante. Anche lui ci teneva a me, e prima di partire, mi mandò in un centro estetico e massaggi, perché mi voleva portare a Roma più bella del solito.

Quando arrivai in questo centro, mi accorsi che il pacchetto prenotato era completo di tutto: parrucchiere, estetista e massaggi. Iniziai dal camerino dall'estetista; era un bel ragazzo, sui trent'anni che non appena mi vide mi disse:"sì spogli!". Mi sentii un po' presa in giro, ma lui, in camice bianco, mi disse che l'architetto aveva ordinato un trattamento completo. Mi spogliai e lui cominciò ad accarezzarmi tutta, facendo segni col dorso della mano su e giu, depilandomi, anche intimamente, quasi totalmente, lasciando una strisciolina sopra la figa che finiva con un cuoricino. Poi mi disse di entrare sotto la doccia e passare nel camerino accanto, lì mi aspettavano per il massaggio. Mi dette un perizoma di carta e un accappatoio da indossare. Quando finii la doccia, mi asciugai e mi infilai l'accappatoio, non mi misi il perizoma perché pensai che, ancora umida, non appena me lo mettevo si sarebbe bagnato. Entrai in un altra stanza, pensando che per il messaggio ci fosse una donna; in realtà, rimasi stupita, c'era un indiano sui cinquant'anni che parlava benissimo l'italiano. Aveva dei modi molto gentili, mi fece distendere a pancia in giù, levò l'accappatoio e mi mise un asciugamano sulle natiche. Aveva delle mani d'oro; iniziò un massaggio ai piedi, insistendo sui talloni, per poi risalire lungo le gambe, dentro e fuori, fino ad arrivare a sfiorare la fica: tutto sempre molto professionalmente. Mi fece un massaggio che durò una mezz'oretta, e quando mi stava massaggiando le spalle, col mio gomito, sfiorai un paio di volte il suo membro, sentendo che era eccitato. Quindi di nuovo doccia e poi parrucchiere; mi fece un taglio tutto diverso da come li porto, e iniziai a protestare, ma lui mi disse che l'architetto aveva scelto quel taglio. Quando dopo tre ore, uscii dal centro benessere, lo chiamai per ringraziarlo, ma lui mi disse che avrebbe voluto vedermi, così lo accontentai e andai a casa sua.

Non appena mi vide, notai subito la luce dei suoi occhi, e la voglia di avermi. Non feci a tempo ad entrare, che mi baciò con la lingua, abbracciandomi e dicendomi che mi voleva lì e subito. Anche io ero eccitata per tutto quello che mi aveva fatto fare, e perché mi sentivo veramente desiderata. Mi fece avvicinare al divano, non mi fece nemmeno sedere, mi fece appoggiare le mani allo schienale, e tirandomi su la gonna, iniziò a leccarmi la fica. Mi disse che non aveva molto tempo perché doveva lavorare, ma mi voleva: anche per poco!. La sua lingua mi penetrava e giocava con il mio clitoride e le labbra della fessa; io mi stavo già bagnando copiosamente. Fu allora che mi penetrò con forza, scopandomi da dio, ma non scombinando la mia nuova capigliatura. Mi dette una quindicina di spinte, poi mi disse di girarmi; me lo mise in bocca, e lì mi sborro'. Breve fu la scopata, ma molto intensa, ed io, dopo aver ingoiato tutto, gli pulii l'uccello e mi riassettai. Mentre uscivamo, gli chiesi come mi dovevo vestire per l'indomani, lui mi rispose che dovevo mettere un jeans e una camicetta bianca, poi non appena fossimo arrivati là, avremmo cambiato. Mi piace che qualcuno mi dica, anche ordinandomi, quello che devo fare.
L'indomani avevamo appuntamento da lui, ma mi disse:"non farti toccare da tuo marito, non voglio sentire odore di lui sulla tua pelle!".

In aeroporto sembravamo una coppia a tutti gli effetti, io ero molto eccitata, era la prima volta che prendevo l'aereo. Appena arrivammo a Roma, lui noleggio' una macchina, e ci spostammo in un albergo a cinque stelle, prenotato da lui, con spa inclusa. Si era fatta l'ora del pranzo, lui mi disse che avremmo pranzato in albergo, e che poi mi avrebbe fatto una sorpresa. Mangiammo leggeri, solo un po' di pesce. Mentre pranzavamo, lui ricevette una chiamata al cellulare; disse in quale albergo ci trovavamo e che aspettava in camera. Non mi disse nulla, pensai ad una visita di lavoro, e continuammo a pranzare. Lui mi lusingava, mi prendeva la mano, mi faceva capire quanto ero importante per lui. Finito di mangiare, salimmo in camera, in realtà era un mini appartamento di lusso: un salottino, una camera grande e un bagno con vasca idromassaggio che sembrava una piccola piscina. Con il suo modo autoritario, lui mi disse:"fra mezz'ora viene una persona, tu stai in bagno, e dopo una quindicina di minuti che lui e' qui, tu esci in accappatoio". Mi aveva preparato un accappatoio mini che mi copriva appena due dita sotto la fica; stavo per chiedere qualche spiegazione di tutto ciò, ma lui mi disse:"fai come ti dico, questa è la sorpresa per te!". Io mi preparai a fare un bagno, a riempire quella vasca ci vollero solo cinque minuti, visto il getto del rubinetto. Mi spogliai e mi infilai in vasca: fu una sensazione bellissima, molto rilassante. Dopo un po', sentii che bussavano alla porta, e sentii che l'architetto salutava molto affettuosamente qualcuno.

Io avevo quasi dimenticato che dovevo uscire in accappatoio, mi stavo chiedendo chi fosse il tipo; poi mi ricordai che lui mi aveva detto di uscire in accappatoio, così feci: uscii dalla vasca, mi detti un sciugata e mi infilai il mini accappatoio; forse era meglio uscire nuda sicuramente avrei fatto meno affetto. Non appena uscii dal bagno, vidi un ragazzone di colore, altissimo, era forse due metri. Non era proprio nero, ma di un mulatto scuro; era molto bello di viso, vestito con un jeans e una polo che spiccava nel colore della sua pelle. Devo dire che ra veramente una sorpresa perché rimasi un po' affascinata da quel giovane. L'architetto ci presentò, e quando mi dette la mano, vidi che anche lui era un po' imbambolato. L'architetto allora, mi tirò su di lui e mi abbraccio', mi disse che quel ragazzo era come se fosse stato un suo figlio e pure medico. Ci sedemmo nel salottino, io sulle sue ginocchia, lui che mi cingeva la vita. Poi rivolgendosi al giovane, gli disse:"te l'avevo detto che era bella!"; il ragazzo, accompagnando con un cenno della testa, rispose:" stupenda!".
L'archetto, con la mano, mi apri l'accappatoio e comincio' ad accarezzarmi il fianco fino all'inguine. Poi mi fece segnale di alzarmi e mi disse:" vai da lui!". Quel ragazzone si alzò e mi strinse, ma vista la sua altezza, si dovette piegare per abbracciarmi e baciarmi. Con una mano mi strinse le chiappe, l'altra la infilò sotto l'accappatoio e mi mise un dito nella fica; il suo dito era grosso quanto il pene di mio marito. Mentre mi stringeva, sentii come un braccio fra di noi; pensai che l'architetto volesse collaborare, ma abbassando gli occhi, vidi che quel volume era dentro i suoi pantaloni.

Ero molto eccitata, lui mi allontanò un po' per darmi lo spazio per sbottonargli e abbassare i paltaloni; fu davvero una bella sorpresa: un'uccello veramente enorme schizzò fuori. Mi venne la pelle d'oca, pensai:" ma come fccio a farmi penetrare da quell'arnese, questo mi manda in ospedale!. Un'uccellone nero, sui venticinque centimetri e largo quanto una lattina di coca cola. Però ero affascinata da quel membro; mi sono sempre piaciuti i grossi calibri, ma di così enormi non ne avevo mai visti. Mi abbassai e lo iniziai a leccare tutto, imboccai la cappella, ma anche con tutta la volontà, non riuscivo a metterne in bocca più di tre o quattro centimetri. Ci trasferimmo in camera da letto, lui si distese sul letto, ed io ripresi a leccare i coglioni e fare sali e scendi con la lingua dalle palle alla cappella.
Mentre lui si godeva i miei imbocchi, ora mi ero messa in ginocchio fra le sue gambe per meglio lavorare sul suo membro, mi sentii afferrare per i fianchi, e dopo avermi infilato due dita dentro la vagina, l'architetto li sostituì col suo uccello. Già conoscevo il suo pene, ed iniziò a spingerlo fino in fondo, fin dove le palle si fermavano alla fessa; il suo andirivieni era lento e veloce a tratti, ed io godevo. Poche volte mi era capitato di giocare con due maschi insieme, e non vi descrivo la sensazione che si prova quando ti senti riempita la fica da un membro, tenendo l'altro in bocca. Il godimento che provavo in quel momento, lo riversavo su quel grosso uccello che avevo tra le labbra. Il ragazzo mi teneva la testa sul suo membro, e accompagnava le spinte che da dietro mi dava l'architetto, per farmi entrare il piu possibile il suo pene in gola. Più sentivo i mugolii di piacere del figliastro, e la foga dell'architetto dietro di me, più i miei umori scendevano dalla fessa. Il mio primo orgasmo non tardò a venire, era il primo di una lunga serie. Poi l'architetto mi disse:"ora vai sopra di lui!"; fosse stato facile pensai!. Io allargai le cosce e ci salii su', cercando di posizionarmi sul quell'enorme asta, ma mi dovetti alzare sui talloni per facilitare la penetrazione.

Iniziai a spennellarlo sulle labbra della mia vagina, per farlo ben ungere, poi, dopo diverse prove, riuscii a mettere dentro la cappella e quasi mezza mazza; mi sentivo le pareti della fica come se si strappassero. L'architetto, che vedeva che non era facile farmelo entrare, da dietro aprì un tubetto di gel e mentre io iniziavo a fare il mio saliscendi, lui lo spruzzava sul cazzo: un sollievo, ad ogni affondo: ora mi sentivo rinfrescare, e non era più doloroso, anzi!. La mia libidine era al massimo, ora cavalcavo il giovane con grande ritmo, e quella mazza che mi entrava quasi tutta, la sentivo arrivare alla mia pancia; i miei umori uscivano copiosi e facevano luccicare il grosso membro. L'architetto ntanto si era messo davanti a me, e mentre io andavo su e giù, lui mi infilava il suo pene i bocca. Dopo un po', iniziai ad essere stanca di quell'andirivieni, così il giovane si sfilò da sotto, mi fece mettere alla pecorina, e sempre con il cazzo in bocca dell'altro, iniziò a chiavarmi da tergo. La virilità del ragazzo era notevole, e i suoi colpi erano forti; più spingeva, più l'uccello dell'architetto mi entrava in gola. Oramai era giunto il momento di sborrare; mi fecero mettere in ginocchio, testa indietro e labbra spalancate. Prima il padrone di casa, poi il ragazzo, mi fecero una bella doccia di sborra, che in parte mi andò sul viso, in parte in gola. Fu una goduria inghiottire il loro caldo seme, poi come brava donna delle pulizie, li presi tutti e due, e li ripulii bene bene.

Dopo esserci risistemati e rinfrescati n bagno, ci sedemmo e l'architetto disse al ragazzo:"allora! il programma per stasera e domani?!". Lui, guardando prima lui, poi me, rispose:" stasera siamo da un dottore mio amico, mentre domani vogliono che passiamo la giornata nella villa di loro amici e poi la sera sul tardi facciamo una scappatina all prive".
Poi aggiunse:" voi nel pomeriggio che programmi avete?!"; l'architetto gli rispose:"abbiamo bisogno di qualcosa di sexy per lei, poi vediamo!". Il ragazzo gli consigliò un sexy shop molto fornito, offrendoci di accompagnarci, ma lui gli rispose che non importava e che ci saremmo visti la sera alla villa. Il giovane ci saluto'; quando fummo soli l'architetto mi chiese se era tutto a posto. Io gli dissi che ero stata bene, ma che la fica non la sentivo più. Un'altra cosa però in quel momento mi assillava: volevo sapere qualcosa di piu di quel ragazzo e di cosa succedesse negli incontri di cui parlavano prima, ma questo fa parte del prossimo episodio.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per L'architetto ed il figliastro ep.1:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni