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Lui & Lei

In vacanza al mare con l'amica


di Amotuttodime
29.04.2020    |    12.212    |    2 9.8
"Ad un tratto udii le loro voci, stavano scendendo per uscire, alche', quando mi furono vicini, dopo i convenevoli saluti mattutini, gli dissi:" fra..."
Ci siamo conosciute a settembre, per l'inizio della scuola, quando lei è venuta ad abitare vicino a me e ha iscrtto i suoi bambini nella stessa scuola dove andavano i miei. È stato un amore a prima vista, come si dice, ci siamo subito trovate benissimo insieme. Dal momento che ci siamo conosciute ad oggi siamo sempre state piu che sorelle complici in tutto, e soprattutto, senza mai tradirci l'un l'altra.
Quando siamo insieme, siamo due figone: io, alta, mora con capelli molto lunghi e occhi verdi, snella, un culo da favola e un seno bello duro e di terza misura; lei, un castano scuro di capelli, alta più o meno come me, qualche chiletto in più, ma nei punti giusti, un bel fondo schiena e due zinne da capogiro. Spesso ci invitiamo reciprocamente a prendere un caffè a casa, e lì si va giù di chiacchiere, di pettegolezzi, un po' come fanno tutte le donne.
Ci siamo raccontate anche i segreti più intimi, e questo ci ha reso inseparabili. Siamo due caratteri birichini e non ci fermiamo difronte a niente: pronte a sperimentare quello che una monotona vita familiare non ci ha concesso. I nostri mariti, benché siano entrambi, ottimi padri di famiglia, in realtà non ci hanno mai soddisfatto sessualmente: eravamo in attesa di quel momento in cui avremmo potuto esplodere la nostra voglia di uccello.

I suoi suoceri hanno un villino al mare, a un'ottantina di chilometri da dove abitiamo. Una bella villetta, di quelle fatte a residence dove ce ne sono una ventina tutte uguali, un po' come un condomino in orizzontale. Loro ne hanno ricavato due appartamenti, uno sopra e uno sotto con scala indipendente.
Il marito di Elena, questo è il nome della mia amica, e i figli, tutti gli anni in estate, si trasferiscono là per circa tre mesi; ma quello che all'inizio poteva essere divertente, nel tempo è diventato una noia, quasi un un'obbligo. Elena confidandosi con me, mi disse che non ne poteva più di fare la stessa vita, voleva un cambiamento, e poi la' era sola, non aveva amicizie. Cosi, nel parlare, mi disse:" al mare, accanto a noi, ci sono alcuni appartamenti in affitto, anche per una settimana, perché non ci venite te, tuo marito e vostri figli?". Io ero allettata dalla sua proposta, così convinsi mio marito ad andare in agosto per una settimana in un appartamento accanto al suo. Ci aiutò a trovarlo il marito di Elena: contentissimo che sua moglie avesse la compagnia. Lui si era accorto che Elena cominciava ad odiare quel posto, ma pur di accontentare i suoi genitori, se ne sbatteva di come si sentisse la moglie. Questo atteggiamento nei suoi confronti e altre cose, che non sto qui a raccontarvi, ci vorrebbero pagine e pagine, aumentarono in Elena, la voglia di tradire, di farsi qualche esperienza extraconiugale. Da parte mia, gli avevo confidato che mio marito non mi accontentava a letto, così gli dissi che quando avesse trovato l'occasione giusta, sarei stata con lei.

Partimmo per quella vacanza, quando arrivammo in quella villetta, noi avevamo il piano terra, mentre alcuni ragazzi romani quello di sopra; erano una coppia e due singoli, in pratica tre maschi e una femmina. Prima che si facesse sera, ci eravamo presentati: ragazzi sui trent'anni, molto simpatici, e a dirla tutta, anche ben messi. Anche Elena con suo marito si erano presentati a loro, e in quella occasione notai che lei era particolarmente ben disposta: guardandola gli strizzati l'occhio, lei capì immediatamente e annuì col capo.
I miei figli stavano tutto il giorno con i suoi, andavano molto presto sul mare, e i nostri mariti e suoceri, per non lasciarli andare da soli, li seguivano. L'indomani mattina venne Elena, ci sedemmo in veranda e facemmo colazione assieme; indossava un costume a due pezzi giallo, con un copri costume di rete avvolto alla vita, mentre io sempre un due pezzi ma rosso. Devo dire che fisicamente siamo molto attraenti, due belle fighe, e non passiamo inosservate; attiriamo involontariamente gli occhi maliziosi dei maschietti.
Mentre facevamo colazione, scesero i due romani, che per uscire dovevano per forza passare davanti a noi; visto che eravamo sole, li invitammo a prendere il caffè. Loro accettarono con interesse, dicendoci:"non possiamo rifiutare un invito da due belle fighe come voi!".

Si sedettero e conversammo un po': i tipi erano abbastanza svegli, capirono subito le nostre intenzioni; avevo infatti notato che lei era attratta da uno dei due, quindi l'assecondavo. Ci fecero i complimenti, parlavamo con il loro dialetto romanesco, e questo li rendeva anche più sexy. Elena, che quando ci si mette, non ha peli sulla lingua, gli chiese se ancora non avevano conosciuto qualche ragazza, loro risposero di no, aggiungendo:"se la tirano troppo le donne siciliane!!". Io allora che reggevo il gioco a Elena, aggiunsi:" con due come voi, hanno poco da tirarsela, siete due bei maschi!!". L'atmosfera si stava scaldando e gli argomenti cominciavano a diventare più eccitanti. Uno dei due romani allora se ne uscì dicendo:" se voi due eravate sole, senza mariti, ci avremmo fatto un pensierino!!". Elena mi guardò, io gli feci un cenno d'intesa, così lei si buttò e gli disse:" ogni tanto si possono pure lasciare a casa, i mariti!!".
Loro si guardarono e uno aggiunse:" conversazione interessante, si dovrebbe approfondire in altra sede!", ed io sfacciatamente:" o in un'altro momento, chissa!!". Ormai la frittata era fatta, ridemmo tutti e quattro, finché uno dei due, disse:"diteci voi quando e dove, noi ci saremo." Era l'occasione per mettere in pratica i tanti discorsi, le tante fantasie, mie e di Elena, e soprattutto la nostra voglia di evadere da una vita monotona e soffocante. I due dopo poco se ne andarono, subito Elena mi disse:"ma come facciamo? ci siamo messe in un bel guaio!". Io la guardai e con un sorrisetto malizioso le dissi che qualcosa avremmo escogitato. Ci mettemmo immediatamente a pianificare la cosa e fummo d'accordo sul da farsi, e raggiungemmo gli altri sul mare.
Appena vidi mio marito, gli dissi che mi sarebbe piaciuto invitare Elena, suo marito e i suoceri a pranzo da noi, ma che bisognava fare un po' di spesa. Lui fu entusiasta della mia proposta e si offrì l'indomani mattina di andare a comprare del pesce in porto. Io ed Elena ci guardammo e ci facemmo l'occhiolino, lei, rivolgendosi al marito, aggiunse:" andate, anche te e i bimbi assieme a lui e ai suoi bambini, da queste parti non conosce dove si compra bene!". Il marito non se lo fece dire due volte e tutto contento accettò. Bene!, il tutto era concordato, ed il piano che avevamo concordato, stava riuscendo perfettamente.

L'indomani, come previsto, partirono per la spesa, ed io rimasta da sola, mi misi in veranda, in attesa di vedere i due ragazzi romani. Ad un tratto udii le loro voci, stavano scendendo per uscire, alche', quando mi furono vicini, dopo i convenevoli saluti mattutini, gli dissi:" fra un ora vi aspettiamo per il caffè, ma ancora Elena non è arrivata!!". I ragazzi capirono al volo, notai subito una forte eccitazione di entrambi, e rientrarono nel loro appartamento, probabilmente per lavarsi intimamente. Appena in autostrada, mio marito mi mandò un messaggio; ora ero sicura che erano lontani e ci potevamo divertire senza il rischio di essere scoperte. Arrivò puntuale Elena, e devo dire che quando una donna si mette in mente qualcosa, non la ferma nessuno: era più raggiante e bella di sempre. Dopo un po', scese anche la coppia che stava con i due ragazzi, per andare in spiaggia. Non passarono cinque minuti, che suonarono alla porta; erano i due stalloni. Bei ragazzi: uno era molto alto, moro e ben fatto, i suoi occhi erano molto penetranti e sapeva ciò che voleva; l'altro era più basso, biondo e occhi verdi, un faccino simile a di Di Caprio, e a prima vista ben messo sotto.
Appena entrarono, passammo oltre ai convenevoli, a me intrigava il piu basso e glielo feci capire subito, prendendolo per mano. Elena, dopo neanche due minuti, era lingua in bocca con l'altro. Il clima si sacaldo' rapidamente, e nel giro di cinque minuti eravamo tutti avvinghiati; ognuno sapeva bene cosa voleva: godere!!

Il mio, dopo avermi messo la lingua in bocca, mi fece appogiare ad un tavolo, mettendomi le mani sulle natiche. Mi stringeva così forte a lui, che il mio pube sentiva già qualcosa di grosso e duro sotto il suo pantaloncino. Mi girai per guardare Elena, la vidi in ginocchio, con un cazzo di tutto rispetto in bocca che pompava, e lui che gli teneva la testa ferma e dava dei colpi per farglielo arrivare in gola. Elena in quei gironi mi aveva confidato che aveva una gran voglia di uccello, di un grosso membro che la facesse sentire una vera femmina.
Anche il mio uomo vide la scena e mi fece inginocchiare spingendomi la testa giù; slacciò i pantaloni, senza togliere il costume prese il suo pene e me lo sbatte in faccia. Non era lungo ma bello grosso, di diametro; lo imboccai, la sua cappella mi riempiva la bocca, cominciai un pompino da vera affamata.
Ma loro andavano per le spicce, pensando che qualcuno potesse trovarli li; ci fecero alzare e girare di spalle, avvicinatosi al divano, l'una accanto all'altra, ci fecero mettere alla pecorina e ci abbassarono le mutande. Entrambi si chinarono ed iniziarono a leccarci la fica; il mio, con la lingua, passava dal clitoride lungo le labbra sino al buco del culo, e tornava indietro. Stavo godendo da morire lui se ne accorgeva, sentiva i miei umori nella sua bocca e allora insisteva e con la lingua mi penetrava. Anche Elena apprezzava il suo, lo capivo dai suoi mugolii di piacere. Io ero completamente bagnata, il mio uomo allora si alzò e puntò il suo membro alla fica, e dopo un attimo sentii una forte spinta che mi fece sbattere la testa sulla seduta del divano. Mi sentivo da dio: il mio culo in alto, le gambe divaricate, la faccia schiacciata sul divano e i suoi colpi forti e rapidi. Anche Elena stava godendo, a momenti i nostri sguardi si incrociavano, e annuivano perche' eravamo finalmente soddisfatte.

Ad un tratto un ragazzo disse all'altro:" cambio!!", e in un attimo si sostituirono; adesso mi penetrava un membro meno massiccio ma più lungo, i suoi colpi mi arrivavano fino alla pancia. Questo scopava più lentamente, lo sentivo tutto e bene, mi provocava un'orgasmo dietro l'altro. Anche Elena, ne aveva già avuto più di uno, ma non era ancora sazia, scopava come una forsennata.
Poi ci mettono a terra, sul tappeto con le gambe in aria, ed iniziarono a fotterci alla missionaria. Il corto, fu il primo a finire, sentivo Elena godere tremendamente per gli ultimi suoi colpi, poi sfilò il membro e gli sborro' sulla pancia e il seno. Il mio mi guardò e mi disse:" sei una gran troia, ti voglio sborrare in faccia!". Mi assesto' una decina di forti penetrazioni, poi sfilò l'uccello e si mise sul mio viso, continuando a segnarsi sempre più velocemente. Poi un urlo di piacere, e il suo seme schizzò sulla mia faccia: mi fece una maschera di sborra. Per finire, me lo infilo' in bocca, dicendomi:" ora troia puliscilo!!".
Finito il servizio, si ricomposero, un bacio in bocca e se ne andarono. La sera stessa li invitammo a cena insieme a tutti noi, compresi mariti, figli e suoceri, come se nulla fosse accaduto, anche se la coppia che era con loro forse sapeva qualcosa. Il resto della vacanza fu molto piacevole perché allietata altre tre o quattro volte dalle loro scopate.
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