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Il profumo della lingerie di mia cognata


di Amotuttodime
27.05.2020    |    35.745    |    13 9.8
"Restammo fermi ad occhi chiusi entrambi, io proteso in avanti quasi a far entrare anche l’ultimo millimetro della mia asta e lei china in avanti con la testa..."
Ciao a tutti, mi chiamo Alfredo e vivo serenamente, in una villetta a schiera, sposato da circa otto anni con Serena. Viviamo una bellissima vita familiare insieme ai nostri due pargoletti, già grandicelli. Accanto a noi vive Mery, la sorella minore di mia moglie, sposata anch’essa con Marco e con due figli.
La mia vita scorreva tranquilla, casa, lavoro, vacanze, anche se ogni volta che passavo davanti al terrazzino di mia cognata il mio sguardo era attirato dalla sua biancheria intima, stesa ad asciugare. La mia attenzione era catturata da quei minuscoli pezzettini di stoffa, di cui quasi percepivo il profumo, e che in sé racchiudevano una grande carica erotica. Ogni volta era biancheria intima di colore diverso: o nera merlettata, o bianca o rosa, sempre delle stupende culotte ricamate e capitavano spesso dei perizoma o brasiliani che mi lasciavano un tantino incuriosito e intrigato. Mia cognata non è molto alta, ha capelli scuri, è magra di corporatura con un seno piccolo: una seconda o falsa terza in base ai push up, ma in compenso ha un culo che è tutto un programma. Non mi vergogno a dirlo che, nonostante abbia una buona vita sessuale, spesso è stata oggetto dei miei sogni erotici.
Tutto procedeva in modo regolare fino ad un giorno di fine luglio, quando per un problema in ufficio, fui costretto ad interrompere le mie ferie per rientrare a lavoro per tre giorni.
Rientrato a casa, salutai mia cognata che mi chiese come mai ero ritornato dalle ferie; dopo avergli spiegato il motivo lei fu lieta di invitarmi a cena anche per farle compagnia in quanto suo marito Marco, era fuori per lavoro e le loro ferie sarebbero iniziate solo dopo la prima settimana di agosto.

La sera mi recai a casa di Mery portando del gelato che avremmo consumato come dessert. Lei per praticità indossava un pantalone corto molto largo di colore bianco con sopra una maglietta chiara. Mi sedetti a tavola e la guardavo mentre si destreggiava con pentole e fornelli, il pantalone era trasparente e si intravedevano un bel paio di brasiliane chiare, credo rosa, che mettevano in evidenza il suo stupendo fondoschiena, tanto desiderato.
La cena andò avanti in modo sobrio con discorsi banali e di convenienza verso le 22,00, lei portò a dormire i due pargoli, ed io, sedutomi sul divano, guardavo la televisione; più per far trascorrere il tempo che per altro.
Dopo circa una trentina di minuti, ritornò e mi disse che era esausta e che i due piccoli la facevano impazzire; per lei era una gioia infinita quando si addormentavano perché ritornava la pace. Si sedette affianco a me e si afflosciò sul divano,; io mi spostai tutto su di un lato e gli feci posto per potersi stendere un pò. Lei eseguì, ma dato che il divano era un due posti e mezzo, dovette stare con le gambe piegate.
Fece un sospiro di sollievo e disse che era stanchissima; io allora dissi che se voleva dormire io sarei ritornato a casa mia, ma lei mi disse che non c’erano problemi e potevo ancora restare. Dopo circa una ventina di minuti m, notai che Mery aveva socchiuso gli occhi e quasi si stava dormendo. Iniziai a guadarla tutta ed ammirare il suo bel corpo ed iniziai a sentire una strana eccitazione ma non osavo provarci. Eppure sarebbe stato facile, la preda fornitami su un piatto d'argento. Esitai pensando a mio cognato e a mia moglie, così facevo impazzire il telecomando, cambiando ogni secondo il canale.

Purtroppo, la tentazione fa l'uomo ladro, e dopo altri dieci minuti mi decisi di provarci; appoggiai una mano sul suo ginocchio delicatamente, in modo che potesse sembrare un appoggio da poltrona: tanto per crearmi una scusa nel caso avesse reagito. Lei non diede segno di risposta, così diedi inizio ad un lento massaggio e man mano iniziai a scendere verso la coscia: partii da sopra e mi spostavo sul retro coscia fino ad arrivare ai glutei.
Sudavo freddo!, ma la pelle liscia e profumata di Mery non mi dava modo di connettere, ed ad ogni passaggio di mano diventavo sempre più audace e mia avvicinavo sempre di più alle sue parti più intime: la fica. Arrivai facilmente ai glutei, grazie al fatto che i pantaloni erano larghi, e lei quasi in modo naturale divaricò leggermente le gambe; ora potevo proseguire giocarmi il tutto per tutto. Risalii il lato interno della coscia e man mano che avanzavo sentivo la pelle diventare sempre più calda. Ad un tratto sentii l’elastico della brasiliana; percepivo i primi peluzzi che contornavano il suo inguine: rimasi immobile perche' adesso ero a pochi centimetri dalla vagina, ma lei non dava segni di coscienza o almeno così sembrava. Il mio membro non riusciva a farsi strada, e più io osavo più induriva. Mi giocai il tutto per tutto, e con un gesto delicato feci scivolare il dito medio sotto l’elastico e dopo aver superato la folta peluria la infilai tra le labbra vaginali trovando un lago di umori. Il fatto che già era bagnata, mi fece capire che stava fingendo; fu allora che presi ancor più coraggio.

Iniziai a muoverlo delicatamente in senso rotatorio, notando nell’espressione di mia cognata, una aria giuliva e ricca di godimento; con il dito cominciai a penetrarla e presi a muoverlo in un lento via-vai che lei assecondava con lenti movimenti del bacino.
Ero al settimo cielo e il mio membro ora era diventato enorme e pietrificato tanto da farmi male; il mio pantalone non riusciva più a contenerlo. Ad un tratto il clima fu interrotto bruscamente dallo squillo del telefono; Mery fece un sussulto ed io istintivamente ritirai la mano facendo finta di nulla. Lei si alzo ed andò a rispondere, era tutta rossa in viso e con aria sconvolta. Era suo marito, lei cercò di mascherare la voce giustificandosi con una botta di sonno avuta sul divano. Conversava con lui dandomi le spalle, china sul mobile dove era appoggiato il telefono. Io da dietro ammiravo il suo bel culo ed ero ormai in preda ad una sconvolgente tempesta ormonale che non mi permetteva di essere lucido. Spinto anche dal fatto che durante tutta la conversazione tra lei e Marco, non aveva accennato minimamente alla mia presenza, decisi di giocare l'azzardo: mi alzai dal divano e senza far rumore mi avvicinai a lei che mi dava le spalle e le diedi un bacetto sul collo, tanto per saggiare la sua reazione che con mia grande sorpresa fu positiva. Non disse nulla, né si girò verso di me; iniziai ad accarezzargli la schiena e scesi fino a toccargli il suo fantastico culo, gli strusciai il solco e dopo essere risalito fino all’orlo superiore del pantaloncino iniziai ad abbassarglielo. Lei intanto era passiva e mi lasciva fare come se nulla stesse accadendo.

Una volta abbassato il pantaloncino mi chinai ad ammirare il sui fondoschiena da record, era stupendo, un culo tondo avvolto da uno slip a brasiliano rosa che non faceva altro che aumentare la mia tempesta ormonale. Lei continuava a parlare, ma il suo tono di voce stava cambiando. Mi alzai e tirai fuori il mio uccello, gli scostai leggermente lo slip e lo feci affondare in cerca della sua cavità pelosa.
Lo sentii penetrare nella fica ed era una sensazione stupenda , sentivo la mia cappella avvolta da un calore e dallo strusciare dei suoi peli sul mio glande. Lei intanto aveva gli occhi socchiusi e si giustificava con il marito dicendo che aveva un gran sonno ed era stanchissima, mentre io la stantuffavo dolcemente con un ritmo blando. Così si salutarono, Mery non riusciva più a parlare, riagganciò, e si sistemo' con le mani appoggiate al mobile e con la schiena inarcata nella migliore delle pecorine che mi sono mai fatte. Stava godendo ed apprezzava il mio dolce andirivieni, la sua testa era rivolta all'indietro e la bocca era socchiusa; la mia libidine mi portò a prenderla con una mano sotto il mento e portarla verso di me.
Iniziai ad aumentare i mie colpi fino a fare entrare quasi i testicoli in quella che ormai era una fica fradicia di umori e di goduria, ma non volevo venire e cercavo di far durare quel sogno il più a lungo possibile.

Lei si faceva sbattere con piacere e dopo una quindicina di minuti, sfilai il mio membro dalla sua fica e lo appoggiai al suo sfintere; lei inarcò ancora di più la schiena quasi a favorire la mia penetrazione che di li a poco sarebbe stata.
Dopo una leggera esitazione la mia cappella prese possesso del suo foro posteriore ed un leggero gridolino soffocato usci dalla bocca di Mery. Ormai ero dentro, e con un colpo lento ma continuato feci affondare tutti i miei venti centimetri tra le sue chiappe; quando fu tutto dentro, mi arrestai per far adattare le pareti del suo ano alla mia asta. Iniziai un lento andirivieni, era troppo stretto per spingere con forza. Ma il desiderio di possedere quel fondoschiena era stato così forte che dopo pochi colpi riversai un fiume di sborra nelle sue natiche, che sempre ad occhi socchiusi dimostrò di gradire con una smorfia di piacere.
Restammo fermi ad occhi chiusi entrambi, io proteso in avanti quasi a far entrare anche l’ultimo millimetro della mia asta e lei china in avanti con la testa tra le mani appoggiate al mobile del soggiorno. Mi staccai da lei e rimasi immobile alle sue spalle; lei si alzo' e voltandosi, la accolsi tra le mia braccia quasi a proteggerla in un gesto tenero come per scusarmi dell’accaduto. Tutto si svolse in un clima di silenzio surreale, nessuno dei due aveva voglia di parlare.
Stando in quella posizione il mio membro strusciava vicino ai suoi slip, e dopo un po’ iniziò a dare segni di risveglio, la voglia non era terminata. Avevo sempre desiderato Mery, e vedere i suoi slip, in particolare quello che indossava, non stesi sullo stendino ma indossati, e quel colore rosa in netto contrasto con la sua folta peluria nera mi eccitò da impazzire. Così la strinsi più forte, facendogli sentire lo spessore del mio pene che premeva insistentemente contro il suo basso ventre.
Lei era frastornata, avevamo appena finito di scopare ma io ero ancora arrapato.

Con un gesto improvviso, lei si liberò e si sedette sul divano, con la testa spinta all’indietro sullo schienale. Io, preso un attimo in contropiede, ero indeciso se andarmene o riprovarci. Spinto dalla mia forte eccitazione, e dal fatto che ormai avevo fatto breccia nella sua fessa, mi spostai davanti a lei, quasi ad offrirgli la mia asta turgida e desiderosa. Lei mi guadò negli occhi in cerca di una scusante all’accaduto, ma io spinsi in avanti il mio uccello, quasi a dirgli “dai sai cosa fare”.
Sempre in silenzio, lei si avvicinò alla mia asta e con molta delicatezza appoggiò le sue labbra sul mio glande; con la lingua iniziò a leccarmelo dalla cappella ai testicoli, e quando fu di nuovo in cima, in un batter d’occhio lo imbocco'. Era stupendo, Mery mi stava facendo una magistrale pompa, e il mio pene le sagomava le guance facendole gonfiare ad ogni penetrazione. Lo succhiava con gusto, per aiutarla nel suo andirivieni, le afferrai la testa e iniziai a penetrare la sua bocca con ripetute spinte, arrivando a spingerlo fino in gola. Rimasi stupito della sua ingordigia, se lo faceva entrare tutto fino alle palle, che sbattevano sul mento. La mia mente era confusa, ma di una cosa ero certo, non volevo umiliare Mery godendole in bocca; così quando sentii che l’eccitazione stava raggiungendo il preludio di un orgasmo terrificante, lo sfilai dalla bocca e con molta delicatezza, la feci alzare e girare a novanta gradi, riprendendola a stantuffare da dietro.

Le feci appoggiare le mani al bordo del divano, ma questa volta le tolsi la brasiliana per godermi il suo fantastico culo al naturale.
Rimisi la mia cappella a contatto con il suo orefizio anale e la penetrai, riniziando un lento, ma inesorabile movimento che questa volta durò di più rispetto alla precedente. Anche stavolta lei non disse niente, ma gradiva: lo percepivo dalle spinte che dava al mio uccello per farlo entrare tutto, e dai mugolii di piacere che emetteva. Fu una gran bella chiavata, e di lì a poco le riversai un mare di sperma nelle natiche. Lei esausta sprofondò sul divano con il culo all'insu' che cacciava residui del mio seme.
La baciai sul collo quasi a ringraziarla della stupenda cena e dopocena.
Mi ricomposi e rincasai, a casa, nel mio letto da solo, pensai per tutta la notte all’accaduto senza quasi crederci, avevo inculato per ben due volte la sorella di mia moglie senza che ci fosse stato nessun segnale di preavviso.
Da allora non e più successo nulla con Mery, abbiamo continuato ognuno la nostra vita anche frequentandoci, anche se a me, continuano a tubarmi i suoi slip stesi ad asciugare.
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